Ho provato a rileggere alcune parti di Orlando, e sono quindi riuscita a soffermarmi su quella "poesia" e sulle riflessioni che durante la prima lettura avevo letto senza concentrazione. E probabilmente, quando prima o poi ne avrò tempo,magari tra qualche anno, cercheò di rileggerlo per intero, perché come giä avete detto, la trama qui non c´è per niente, sono le piccole cose sparse tra le pagine a colpire,ma essendo non una lettura semplice, è difficile coglierle tutte insieme. Per rispondere a una delle prime domande di Novel:secondo me è assolutamente un poema allegorico! MI sembra un poema in prosa, non proprio un romanzo!
Sulle riflessioni sul matrimonio e rapporto uomo/donna mi ritrovo un po´ in quello che ha detto EmilyJane e un po´ Novel (e se ho messo dei "grazie" sparsi è perchè mi sono piaciuti i commenti,ma non per forza che devo sottoscrivere ogni parola di quello che è stato detto e quindi contraddirmi se ho messo grazie a commenti diversi

). Io non ho visto la narrazione come un´invettiva irritante dovuta a un punto di vista troppo personale. In linea di massima mi sono sembrate considerazioni generali basate su una certa linea di pensiero ed ironizzate il più possibile (come appunto si può vedere da alcune delle citazioni riportate da EmilyJane). Indubbiamente il suo pensiero è di parte,ma non mi sembra neanche estremo (come novel,anche io non ho colto un pensiero conclusivo sulla superiorità della donna rispetto all´uomo,ma più che altro amare considerzioni sulla "stupidità" e l´lngenutià con cui l´uomo assegna un ruolo alla donna). Sicuramente però mi ritrovo in quello che dice EmilyJane sul fatto che dietro alla narrazione appare una donna che ha paura di perdere sè stessa nel matrimonio, concetto ben espresso nella dichiarazione "Sono morta".
Al riguardo però non so quanto ciò sia dovuto solamente alle imposizioni sociali, o come dice Novel,anche da un desiderio personale.Secondo me spesso le due cose si fondono. Sono anche io convinta che si ha sempre una scelta,ma siamo sicuri che essa possa essere sempre libera da influenze esterne?Qui si parla di matrimonio,ma lo si può rapportare a tante cose. In Italia ormai tutti hanno una laurea e dopo il liceo la stragrande maggioranza degli studenti si iscrive all´uiversità. Tutti che hanno voglia di studiare, tutti che sono forzati dalla famiglia, o alcuni magari lo scelgono perchè si sentirebbero a disagio e fuori luogo a non raggiungere il livllo imposto dalla società?Io sono sempre stata circonadata da gente che sapeva perfettamente almeno due lingue straniere, ho iniziato a studiarle anche io perchè avevo una passione,perchè mi ha costretto qualcuno, o perchè mi sentivo una stupida a non essere al loro livello?Lo stesso quindi si può dire secondo me del matrimonio nella società di Virginia Woolf. Non ti obbligava la società a sposarti,ma se poi ti sentivi a disagio se non avevi un marito, non eri soddisfatta di come la tua persona appariva agli altri e di conseguenza non ti senti in pace con te stessa,allora lo sposarsi era anche una necessità che a malincuore si provava nel profondo. Non conosco la storia matrimoniale di Virginia Woolf,ma leggendo la famosa lettera d´addio, un po´ di questa contraddizione tra non-approvo-il-matrimonio-però-ne-ho-bisogno la ritrovo.
Comunque sì,sicuramente sarebbe stato meglio farne un saggio piuttosto che un romanzo!