Sabato, 06 Settembre 2025

Una stanza tutta per sè

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07/02/2016 12:31 #22585 da Katya
Risposta da Katya al topic Una stanza tutta per sè
Io continuo la lettura, anzi l'ascolto. Più l'ascolto più mi piace. Sta facendo un percorso su come una donna era vista e vissuta in molto ampio e se fosse stata più limpida nella scrittura la Woolf, sarebbe stato molto utile e interessante questo saggio.
Sono arrivata ad Aphra Behn, e così ho conosciuto la prima donna della letteratura inglese che si guadagnò da vivere come scrittrice, scrivendo opere in versi e in prosa, componendo opere teatrali e facendo la traduttrice. Se prima la scrittura non era la donna, perché vista come un segno di follia, di squilibrio, una cosa che doveva essere solo intima e privata, grazie a lei, la donna poté iniziare a scrivere e soprattutto a guadagnare, anche se ricevette accuse di oscenità a causa del loro contenuto esplicito.

Mi ha fatto riflettere molto questo suo discorso, partendo dalla condizione della donna come essere senza una forte intelligenza, come un essere non degno di avere del denaro proprio. C'è una parte dove mette in paragone le donne e gli uomini. Se un uomo è ricco il figlio si ritroverà ad essere ricco e ad avere dei privilegi se un padre non ha possedimenti possono comunque lavorare e guadagnarsi da vivere. Se la donna è ricca dipende solo dall'uomo che ha accanto e per una madre senza nulla è ancora più difficile perché non può guadagnarsi da vivere. Anche la legge diceva che la donna non può avere nulla di suo, come abbiamo visto in Orlando quando cambia sesso.

Continuo la lettura

Un libro dev'essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi.

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08/02/2016 08:55 #22589 da mstesym
Risposta da mstesym al topic Una stanza tutta per sè
Il terzo capitolo devo dire che mi ha colpito... Quando ha inventato una possibile sorella di Shakespeare, ha fatto ben capire come era difficile in quel epoca poter essere considerata... Il saggio molto meglio del libro... Partivo prevenuta dalla lettura del romanzo... Ma mi sta coinvolgendo molto di più ora


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Tutto può essere distante. Ma niente irraggiungibile.

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08/02/2016 09:46 #22595 da EmilyJane
Risposta da EmilyJane al topic Una stanza tutta per sè
Io l'ho finito venerdì: mi è piaciuto molto. Tanto che appena finito avrei avuto voglia di ricominciarlo se non avessi avuto altri libri che mi attendevano. Senz'altro lo rileggerò più avanti.
Faccio fatica a focalizzarmi su qualcosa in particolare, questo è stato un periodo pesante per me e la lettura di questo saggio è quello che mi ci voleva, mi è sembrato di respirare meglio e che la mia mente fosse liberata da qualche peso, perciò per me questo è moltissimo.
I pensieri liberi, che nel romanzo non mi piacevano, nel saggio sono invece perfetti perchè permettono di non imbrigliare il discorso.
E poi, insomma, solo a sentir nominare le mie autrici preferite si sa che vado in brodo di giuggiole! :woohoo:

"Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato" (Il signore degli anelli - Tolkien)

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08/02/2016 10:19 #22596 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Una stanza tutta per sè
Sono contenta che a parte Novel vi stiate ricredendo un po´ tutti :) L´ho finito anche io ieri, e anche se mi è piaciuto, trovo la scrittura della Woolf troppo lontana per coinvolgermi a pieno, esattamente come è successo con Orlando. Mi sono piaciuti entrambi, c´è scritto così tanto in libri cos'ì brevi, però è stata una fatica concentrarmi. Dovevo rileggere spesso la stessa pagina più volte,perchè mi sembrava di andare avanti senza che mi restasse qualcosa in testa. Insomma, giudizio positivo, ma ora vedo come vanno queste settimane prima di iniziare il terzo libro e vedo un po´ se aspettare ancora un po´ prima di riiniziare!

Venendo al libro.
Qua mi è piaciuto molto di più il discorso sull´androginia che fa rispetto a Orlando. In Orlando percepivo che la sessualità del protagonista fosse un pretesto per parlare di altro,ma era un qualcosa di confuso. Qui invece mi è sembrato essere un discorso chiaro e soprattutto interessante. Riducendo il discorso della Woolf in poche parole,l´androginia stimolerebbe la creatività. L´ho trovato interessante perchè effettivamente concordo che coloro che riescono a immedesimarsi di più nell´altro sesso hanno visioni più ampie e di conseguenza possono sviluppare un pensiero critico più stimolante. Ora, io non so bene cosa si intenda per androgenia e non sono un´esperta,ma visto in quest´ottica di creatività mi è sembrato un discorso interessante! Certo,lei non mi sembra in questo senso molto androgina...rispetto a Orlando la sua vena femminista qui si fa sentire decisamente tanto, anche se capisco che da un saggio su La donna e il romanzo era difficile aspettarsi altro. Però allora appunto mi chiedo: i piu grandi artisti sono coloro che riescono a immedesimarsi nei due sessi, come sembra che lei sostenga qui, o ve ne sono tanti altri assai grandi, che invece lo sono proprio perchè rappresentanti del loro sesso, come a me sembra sia di fatto lei?

Bella la frase "La libertà intellettuale dipende da cose materiali", che sembra fatta apposta per diventare un aforisma :P Però di fatto è vero,non credo che i geni e coloro che possono affermare e divulgare le proprie idee nascano solo tra i più ricchi,ma semplicemente che coloro che non possono permettersi di studiare hanno meno occasioni di sviluppare il proprio genio,non trovate?

Infine,un´ultima domanda e poi vi lascio in pace :P: Nelle ultime pagine la Woolf fa un discorso secondo me giusto,ma non troppo chiaro. Mi sembra lei sostenga che è vero che sono gli uomini a fare la storia (e la letteratura) e non le donne, perchè esse sono troppo impegnate a prendersi cura di questi stessi uomini, che senza di loro non farebbero la storia (sì, lo so, esprimermi in italiano è il mio forte :whistle: ), però mi sembra che la Woolf un pochino "accusi" le donne di nascondersi dietro questa scusa, visto che ormai i mezzi offerti alle donne per emergere sono stati messi a disposizione. Quindi, secondo voi è vero che "dietro a ogni grande uomo si nasconde sempre una grande donna" o questa è una frase inventata apposta per giustificare i pochi nomi di donne importanti?E con ciò intendo che è una giustificazione inventata sia dalle donne, che almeno possono "giustificarsi" così del fatto di essersi accontentate per secoli di rimanere alle spalle degli uomini, sia dagli uomini, che almeno possono giustificare così il fatto di aver ritenuto sempre le donne un sesso inferiore. Vabeh insomma, in entrambi i casi la frase mi sembra un "contentino" e mi ci ha fatto pensare la Woolf :P

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert

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08/02/2016 18:42 #22598 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic Una stanza tutta per sè

Sono contenta che a parte Novel vi stiate ricredendo un po´ tutti :) ...


Donna di poca fede: ho terminato anch'io ... ma solo perché non volevo prestare il fianco alle critiche della Woolf, che mi avrebbe tacciato di maschilismo se non avessi fatto almeno finta d'ascoltarla, mentre continuavo a pensare ai fatti miei ... :)

Ho comunque posto sufficiente attenzione per accorgermi che dopo il primo capitolo la lettura si faceva un po' più piacevole e un po' meno dispersiva, anche se ora sento il bisogno di disintossicarmi da questo stile che ti attrae e ti avvolge come il canto delle sirene d'Ulisse, per poi farti naufragar contro gli scogli: quante volte, Virginia, bisogna leggere e rileggere la stessa frase, per non perdere il filo del discorso? :angry:

In ogni caso, ammetto che il saggio sviluppa degli argomenti assai interessanti, così come interessanti sono le questioni che poni tu, Bibba: l'ultima in particolare. Però ora è troppo tardi: proverò a dare una risposta domani ... Ciao ;)

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10/02/2016 18:37 - 10/02/2016 18:38 #22627 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic Una stanza tutta per sè
Se mai affronteremo altre letture woolfiane, penso che eviterò ogni giudizio finché non mi sarà chiaro il quadro d'insieme. Perché oggi devo ammettere d’aver cambiato parere e di ritenere questo saggio assai interessante, per i tanti spunti di discussione ch’esso offre. Tra l’altro, credo che di Una stanza tutta per sé se ne potrebbe parlare anche nella sezione dedicata al "Tema dell’Anno": sarà difficile trovare un testo in grado di fornire una visione più completa della donna …

E veniamo alle domande poste da Bibba, che riporto in corsivo:

Riducendo il discorso della Woolf in poche parole, l'androginia stimolerebbe la creatività (…) Però allora appunto mi chiedo: i più grandi artisti sono coloro che riescono a immedesimarsi nei due sessi, come sembra che lei sostenga qui, o ve ne sono tanti altri assai grandi, che invece lo sono proprio perché rappresentanti del loro sesso, come a me sembra sia di fatto lei?

Sì, secondo la Woolf l’androginia (della mente) è fattore di stimolo per la creatività. Ma cosa si intende per androginia? A me non sembra che la Woolf parli di “immedesimazione”, ma di equilibrio. Ella immagina infatti la nostra mente composta di due anime, una maschile ed una femminile, e ritiene che a seconda del sesso generalmente prevalga l’una o l’altra. Ma la riuscita di un’opera d’arte dipende dalla cooperazione - in perfetta armonia - delle due anime.

Questo afferma la Woolf: belle parole, sì; ma in pratica, cosa significa? Perché io ho un dubbio: quella cooperazione è frutto d’un talento naturale, o presuppone sforzo ed esercizio? E se così fosse, come un aspirante scrittore/scrittrice potrebbe “allenare” la mente? Ispirandosi forse ai modelli citati dalla Woolf, ossia Shakespeare e Austen? Ma le opere di costoro paiono più frutto del genio, che dello studio …

Ecco perché il discorso della Woolf non mi ha convinto fino in fondo. E così, se dovessi rispondere a Bibba, direi senz’altro che secondo me Charlotte Bronte e Jane Eyre sono grandi tanto quanto Emily e le sue Cime Tempestose (se non meglio), e che Eliot e Middlemarch hanno ben poco da invidiare a Tolstoj e a Guerra e Pace. Si dirà: ma questo è un giudizio soggettivo! Ma il parametro usato dalla Woolf per discernere quell'equilibrio in un'opera letteraria vi è parso forse oggettivo?

Nelle ultime pagine la Woolf fa un discorso secondo me giusto, ma non troppo chiaro. Mi sembra lei sostenga che è vero che sono gli uomini a fare la storia (e la letteratura) e non le donne, perché esse sono troppo impegnate a prendersi cura di questi stessi uomini … però mi sembra che la Woolf un pochino "accusi" le donne di nascondersi dietro questa scusa, visto che ormai i mezzi offerti alle donne per emergere sono stati messi a disposizione.

Più che una “accusa”, a me è parsa un’esortazione a cogliere le opportunità di emancipazione che il nuovo secolo ha messo a disposizione delle donne. E' vero però che non si tratta però solo di mezzi, ma anche di scelte: le grandi scrittrici non hanno avuto figli, sottolinea la Woolf. E’ solo una coincidenza? Ecco, se la maternità è d’ostacolo alla creazione artistica, penso che la scelta di diventare madre potesse essere interpretata dalla Woolf come una "scusa".

Quindi, secondo voi è vero che "dietro a ogni grande uomo si nasconde sempre una grande donna" o questa è una frase inventata apposta per giustificare i pochi nomi di donne importanti? E con ciò intendo che è una giustificazione inventata sia dalle donne, che almeno possono "giustificarsi" così del fatto di essersi accontentate per secoli di rimanere alle spalle degli uomini, sia dagli uomini, che almeno possono giustificare così il fatto di aver ritenuto sempre le donne un sesso inferiore.

Mi sembra ci sia un passo in cui la Woolf ricorda che tutti i grandi scrittori hanno avuto relazioni personali con delle donne. Questi rapporti - non finalizzati esclusivamente al bisogno d’adulazione o al piacere sessuale - hanno probabilmente contribuito a stimolare la creatività. Si potrebbe da qui dedurre che il detto citato sia vero, e che dunque "dietro a ogni grande uomo si nasconde sempre una donna". Se poi anche quest'ultima - di riflesso - meriti l'appellativo di "grande" non saprei: ma in realtà insinuo il dubbio solo per far arrabbiare la Woolf che è in voi, e per stimolarla a trovare un valido argomento atto a confutarlo … :)
Ultima Modifica 10/02/2016 18:38 da Novel67.
Ringraziano per il messaggio: EmilyJane

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11/02/2016 09:02 #22634 da EmilyJane
Risposta da EmilyJane al topic Una stanza tutta per sè
Sul discorso dell'androginia intellettuale mi ritrovo perfettamente in quello che ha detto Lorenzo: si,si, belle parole la Woolf ma che vuol dire in pratica? Sono discorsi di tutti i giorni il fatto di avere dentro di sé una parte femminile e una maschile ma come si fa ad equilibrarle in modo che una non predomini sull'altra? e poi che senso avrebbe? ci sono momenti in cui ci serve più una parte e altri in cui ci è più utile l'altra.
E se poi tutti raggiungessimo questo agognato equilibrio, questa androginia...diventeremmo tutti dei geni letterari o in altri ambiti? Mah?! :dry:

Sul restante discorso, io non sono d'accordo sulla frase "dietro a un grande uomo c'è sempre una grande donna": un genio è genio e basta, il fatto che ci sia qualcuno che si è preso cura di lui (sia la madre, la moglie, la domestica, il padre, il fratello...) gli ha dato modo di svilupparsi e acquisire le potenzialità per diventare quello che è. Le donne hanno avuto, come dice la Woolf, meno possibilità di sviluppare queste potenzialità nel corso dei secoli perciò se ci sono state meno "donne grandi" per me è solo per questo motivo. Non per nulla nelle classi alte (reali, nobili) che hanno dato modo anche alle donne di studiare e di sviluppare il loro carattere troviamo anche grandi donne, grandi regine.
Che ora ci siano più possibilità è indubbio (fermo restando che stiamo parlando solo per la cultura occidentale) però qui ricadiamo secondo me sul discorso fatto in precedenza per il matrimonio ovvero: quanto influisce il condizionamento della società, della famiglia o il retaggio culturale sul fatto di cogliere o meno queste opportunità? :unsure:

"Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato" (Il signore degli anelli - Tolkien)

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11/02/2016 13:10 #22637 da Claudia1221
Risposta da Claudia1221 al topic Una stanza tutta per sè
Ho iniziato la lettura del saggio ma al momento è un ulteriore conferma del fatto che la Woolf non faccia per me... scrittura molto elaborata, poetica ma alla fine mi distraggo e perdo il punto :ohmy:
Continuo la lettura ma più come un obbligo che per piacere.

"Fino al giorno in cui mi minacciarono di non lasciarmi più leggere, non seppi di amare la lettura: si ama, forse, il proprio respiro?"
Harper Lee, Il buio oltre la siepe .

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12/02/2016 06:25 #22645 da Clody
Risposta da Clody al topic Una stanza tutta per sè
Ho terminato ieri sera la lettura del saggio e il giudizio è assolutamente positivo. Il terzo capitolo secondo me è stato forse il migliore, mi sono piaciuti i suoi commenti sulle grandi scrittrici inglesi, anche le sue teorie sulla donna e il romanzo sono state convincenti, perché partono da presupposti economici e legati all'indipendenza della donna, elementi non affatto scontati nemmeno nel Novecento. Alle teorie pseudoscientifiche dei professori che screditano la figura femminile, la Woolf oppone un pensiero logico e veritiero. Alla donna occorre una buona rendita e una stanza tutta sua per poter scrivere, questo pensiero viene dimostrato in modo molto intelligente e sottile dalla Woolf che riesce a fare percepire tutta la difficoltà e la frustrazione di un'ipotetica sorella di Shakespeare.
Sul discorso della mente androgina ho un'opinione ambivalente: da un lato mi è sembrato bello l'equilibrio di cui parla la Woolf e in alcuni punti mi ha ricordato Jung e i discorsi su Animus e Anima, rispettivamente l'archetipo femminile dell'uomo nella donna e viceversa. Tuttavia esprimo le stesse riserve sul fatto che un genio sia tale in quanto androgino, anche se non è un pensiero superficiale e potrebbe avere un fondo di verità.
Ritengo che la lettura del saggio dopo Orlando sia stata molto azzeccata perché ho trovato dei temi affini che si prestano a molti paragoni.
Ringraziano per il messaggio: Novel67

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12/02/2016 10:45 #22646 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic Una stanza tutta per sè

Sul discorso della mente androgina ho un'opinione ambivalente: da un lato mi è sembrato bello l'equilibrio di cui parla la Woolf e in alcuni punti mi ha ricordato Jung e i discorsi su Animus e Anima, rispettivamente l'archetipo femminile dell'uomo nella donna e viceversa. Tuttavia esprimo le stesse riserve sul fatto che un genio sia tale in quanto androgino, anche se non è un pensiero superficiale e potrebbe avere un fondo di verità.


Clody, è un vero piacere leggere i tuoi interventi, che si distinguono per capacità di comprensione e lucidità d'esposizione: brava davvero! :)

Quanto al rapporto tra androginia della mente e valore di un'opera letteraria, confermo le mie perplessità proponendo un esempio concreto.

Nel saggio, la Woolf cita un passo di Jane Eyre al fine di dimostrare che quell'opera non può essere considerata all'altezza di Orgoglio e Pregiudizio, perché la Bronte - a differenza della Austen - esprime talvolta, attraverso il suo personaggio, un rimpianto e un rancore personali per le opportunità che nella vita le sono state negate (viaggi, studi, esperienze ...).

Io però qui ho pensato ad Orlando: anche in questo caso mi sembra che attraverso il personaggio l'autrice esprima talora il rammarico per la considerazione di cui gode la donna, in ambito sociale e culturale. Forse quel rammarico non è espresso in maniera diretta, ma è velato d'ironia o sarcasmo: però si nota.
Può dunque Orlando, secondo il parametro utilizzato dalla Woolf, essere considerata un'opera letteraria "androgina"?

Insomma, quel perfetto equilibrio mentale tra maschile e femminile non solo mi pare difficilmente raggiungibile, ma è anche estremamente difficile individuarlo (che l'opera di Shakespeare e della Austen siano assolutamente perfette la Woolf lo dà per scontato, senza bisogno di ulteriori dimostrazioni).
Peraltro, come dice Emily, "ci sono momenti in cui ci serve più una parte e altri in cui ci è più utile l'altra": e personalmente, preferisco leggere un romanzo più o meno sbilanciato in un senso o nell'altro, piuttosto che un'opera magari perfetta, ma a rischio di risultare "asettica".


Ho iniziato la lettura del saggio ma al momento è un ulteriore conferma del fatto che la Woolf non faccia per me... scrittura molto elaborata, poetica ma alla fine mi distraggo e perdo il punto :ohmy: Continuo la lettura ma più come un obbligo che per piacere.


Posso suggerirti un metodo che ho sperimentato? Leggi tutto una prima volta velocemente, saltando quelle che sembrano digressioni o anche senza rispettare l'ordine dei capitoli (io ho seguito questa sequenza: 1-6-4-5-2-3 :) ). Probabilmente riuscirai a focalizzare i punti salienti del diiscorso; poi ritorna sui tuoi passi e prova a rileggere: forse apprezzerai anche lo stile ...

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Ciao Yuman, ho visto che hai già scritto nella sezione del gruppo di Torino. Speriamo di vederti anche sul forum ;)

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Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie

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Ciao Ludofrog, per contattare il gruppo di Lecce, scrivi in questo TOPIC

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