SINOSSI
Agnes Grey, la protagonista dell'omonimo romanzo del 1847, opera prima e in parte autobiografica di Anne Brontë, fa la governante presso due famiglie della facoltosa borghesia inglese di età vittoriana. La sua famiglia è caduta in disgrazia e prendersi cura dei figli dei ricchi, indisciplinati e viziati, è l'unica scelta rispettabile che la ragazza possa fare per sopravvivere. Con una prosa elegante e scorrevole, la minore delle sorelle Brontë mette a confronto la grettezza della nobiltà dell'epoca, del tutto priva di scrupoli e di valori, e i sani principi morali di una giovane timorata di Dio, che cerca in ogni modo di smascherare il lato oscuro delle persone "perbene".
RECENSIONE
Agnes Grey è una giovane ragazza, appena diciottenne, figlia minore sempre coccolata e vezzeggiata, che di fronte alle difficoltà economiche dei genitori decide, un po' per aiutarli, un po' per vivere un'avventura, un po' per dimostrare di essere in gamba, di entrare nel mondo con uno dei pochi lavori destinati alle donne dell'epoca: l'istitutrice. Fa così un salto nel mondo passando dalla protezione della vita in famiglia ad un lavoro lontano da casa, con ricchi ragazzini viziati, figli di genitori ancor peggiori di loro, secondo la sua morale da figlia di pastore. Per un mancato appoggio da parte dell'autorità dei genitori, che vorrebbero i figli istruiti senza infliggere loro alcuna fatica mentale, non riesce ad imporsi sui suoi pupilli, tantomeno a trasmettere loro i propri valori. Inoltre Agnes, nonostante sia quasi coetanea di una sua alunna, dimostra molti più anni per via del suo carattere riservato, riflessivo e per niente frivolo, e per questo, oltre che per la differenza di classe sociale, non riesce a farsi alcun amico nel nuovo ambiente. Trovo che possa essere una lettura consolatoria per chi, appena entrato nel mondo del lavoro, si trovi spaesato o pensi di essere inadeguato nel proprio ruolo. La narrazione è scandita dalle frasi di scuse nei confronti del lettore per la prolissità (secondo lei) della scrittura, e che arrivano anche a chiudere il romanzo con uno sterile "e ora penso di aver detto abbastanza". Devo ammettere che questo aspetto mi ha un po' disturbata, perché interrompeva il racconto. Fortunatamente Agnes, nonostante la sua apparenza da ragazza brava e buona, ha anche pensieri più lievi, anche se non riesce ad esprimerli facilmente, ed è capace di reazioni schiette e un po' impertinenti, che la rendono più interessante: ad esempio, ad alcune insinuazioni del signor Weston sulle troppe ore dedicate allo studio, risponde: "Perché? Ha particolari obiezioni alle donne che studiano?". I riferimenti all'emancipazione delle donne sono effettivamente numerosi, quello che ho preferito è il fatto che la storia non termina con un matrimonio miracoloso che risolve tutti i problemi della protagonista pur essendo un'unione d'amore. Infatti gli ingredienti c'erano (i debiti, la morte del padre, la mancanza di una rendita) ma lei e la madre raggiungono l'indipendenza economica aprendo una scuola per signorine. Il romanzo è scritto benissimo ed è un piacere da leggere, soprattutto alcune descrizioni di ambienti naturali. Da amante delle sorelle Brontë posso dire che non è emozionante o epico come gli altri, ma mi rimarrà in mente proprio perché non ha bisogno di ricorrere a grandi amori passionali o eventi incredibili per raccontare la storia di una donna coraggiosa e indipendente. E soprattutto dà alla protagonista un degno finale (piango ancora per Shirley sigh).
[RECENSIONE A CURA DI MARGARETHE]
| Autore | Anne Brontë |
| Editore | Newton Compton Editori |
| Pagine | 157 |
| Anno edizione | 2015 |
| Collana | I MiniMammut |
| ISBN-10(13) | 9788854180864 |
| Prezzo di copertina | 3,90 € |
| Prezzo e-book | 1,99 € |
| Categoria | Classico - D'ambiente - Storico |

