SINOSSI

Il mantello è un libro che nasce da un momento eccezionale della vita della grande scrittrice cilena. La perdita di Margarita per cancro, la terza di cinque sorelle molto unite, fa vacillare tutto il suo mondo. Ma invece di sfuggirgli, Marcela decide di abbracciare il suo dolore e di dedicarvisi interamente per cento giorni della sua vita. Ritirata in campagna, usa la scrittura come strumento di riflessione e introspezione, per mettere ordine fra i suoi pensieri e aprire gli occhi. E quelli che all’inizio sono solo appunti sparsi diventano presto un romanzo, per la prima volta in forma autobiografica. Denso di riferimenti letterari, da Philip Roth a Canetti, passando per Philippe Claudel, Brodskij, Freud, Virginia Woolf solo per citarne alcuni, con incursioni nei territori dell’infanzia e a volte persino un garbato umorismo. Il mantello è il racconto delle emozioni e dei sentimenti che si affrontano quando si perde una persona cara.

RECENSIONE

Come ci tiene a precisare la stessa Serrano non si tratta di un diario o di una biografia di Margarita ma dell'insieme di appunti presi durante questo periodo di lutto che la scrittrice impone a sé stessa, cento giorni in solitaria, per elaborare una perdita che in realtà fare sempre parte di lei perché "nessun momento è più intimo dell'agonia". Un insieme di brevi frasi e pensieri che raccontano stati d'animo come il ricordo di due gatti abbandonati: la Nera e Trotzkij, sempre insieme finché Trotzkij all'improvviso scompare senza mai essere più ritrovato. La Nera si dispera, lascia sgorgare la sua pena senza pensare a nient'altro, lei non conosce il pudore umano del trattenere l'angoscia ma nel sonno trova pace, il sonno è la soluzione alla sua perdita. Ma ci sono anche episodi divertenti che fanno riaffiorare il carattere gioioso e scherzoso di Margarita. La recita del rosario in cui tutte le sorelle non ricordando le parole corrette e si affidano a San Google, un moderno santo, e pur mantenendo un tono monocorde senza badare alle parole fanno da coro alla litania. Intenso il ricordo di tutti coloro che non hanno avuto la fortuna di vegliare un corpo, i famigliari dei desaparecidos cileni. Nelle numerose citazioni di grandi autori spicca quella tratta da Patrimonio. Una storia vera di Philip Roth, in cui l'autore racconta la malattia del padre che lotta contro un tumore al cervello. La Serrano si colpevolizza perché, al contrario di Roth e molti altri, non è riuscita a creare un contatto fisico con il male della madre prima e della sorella dopo, della visione della ferita, del corpo e dell'odore che emana, del degrado e della miseria che la malattia porta con sé. Un mantello di parole che attraverso la scrittura permette di sopravvivere e, come ogni atto creativo, cauterizza le ferite, proprio come il mantello cucito da Clara Sandoval per avvolgere la bara del figlio. Vorrei concludere con un'affermazione della scrittrice che potrebbe essere un monito a tutti coloro che perdono una persona amata: "Io non voglio smettere di soffrire. Se succedesse, sarebbe un po' come tradirla, tradire lei, la mia sorella morta. E dimenticarla".

[RECENSIONE A CURA DI SILVIARKI]

Autore Marcela Serrano
Editore Feltrinelli
Pagine 176
Anno edizione 2020
Collana I narratori
ISBN-10(13) 9788807034077
Prezzo di copertina 15,00 €
Prezzo e-book 5,49 €
Categoria Contemporaneo - Attualità - Sociale - Psicologico