SINOSSI
Pubblicato nel 1886, questo racconto descrive la vita di Ivan Il'ic, un borghese di buona famiglia, di discreta intelligenza e qualità mondane, costantemente preoccupato del parere dei superiori, che con le loro azioni potrebbero agevolarne la scalata sociale. Anche il matrimonio sembra confacersi alla pratica di vita da lui perseguita nella vita professionale: ha sposato la moglie più per convenienza d'affetto e sociale che per reale innamoramento. Tutto procede per il meglio, fin quando il protagonista non subisce un banale incidente domestico. Cadendo da uno sgabello Ivan Il'ic accusa un forte colpo al fianco, un dolore che con il passare del tempo sarà sempre più costante, costringendolo a consultare numerosi medici per cercare di venirne a capo. Nella situazione di disagio indotto dalla malattia cambiano così le sue priorità. Nell'avere pietà di se stesso, comincia sempre più a essere insofferente verso la rumorosa indifferenza della gente sana. Nessuno lo comprende né gli presta ascolto, tranne un muzik, un paesano, che fin dal giorno dell'incidente aveva cominciato a prendersi cura di lui, peraltro con un atteggiamento improntato a una straordinaria serenità. La malattia lo induce pertanto a rivedere tutta la scala dei valori che aveva ispirato la sua vita, guidandolo alla comprensione della verità: tutto è stato falso, nella vita familiare come nel lavoro. Ma alla fine della sua vita la menzogna si ritira, e Ivan Il'ic riuscirà a morire sereno, con il sorriso sulle labbra.
RECENSIONE
"Caino è un uomo, l'uomo è mortale, Caino è mortale": intorno a questo sillogismo ruota la lunga agonia del protagonista di questo perfetto racconto, che solo in punto di morte si rende conto che tale affermazione riguarda anche lui, che anche lui è semplicemente un uomo, come tutti. Viene posto quindi a vivere un'angosciante e spietata epifania nel realizzare che durante tutta la sua vita ha costruito solo una finzione, nella convinzione di star facendo qualcosa di eccezionale, che si sgretola già durante la malattia, senza neanche aspettare che sia sopraggiunta la morte. I pensieri del protagonista incarnano quelli di chiunque di noi, portati a pensare che i problemi degli altri, quelli di "Caino", come la malattia, o la morte, non ci riguardano, ne siamo immuni, fino a che non siamo costretti ad affrontarli. Il racconto, tramite anche e soprattutto i personaggi che sono accanto a Ivan Il'ic, come la moglie, i figli e gli amici, esprime con freddezza una tendenza in cui si ritroveranno molti di noi, ovvero la voglia o forse bisogno inconscio di non voler affrontare una brutta notizia, un problema, e si decide quindi di ignorarlo, perchè affrontarlo vorrebbe dire amettere che un problema sussiste, si diventerebbe deboli agli occhi degli altri. L'agonia provata dal protagonista ripercorrendo la sua vita e gli stadi della malattia, con la realizzazione della vuotezza che lo circonda, rendono il racconto tanto coinvolgente che il lettore non può che augurarsi che la morte arrivi presto. Tuttavia è proprio in questa intensa e lucida agonia che Ivan Il'ic, nella consapevolezza del star morendo, che forse è veramente se stesso e, per la prima volta, vive veramente. Lo stile del racconto è semplicemente perfetto, incalzante e diretto, freddo come le riflessioni che descrive, probabilmente l´opera ideale con cui avvicinarsi a Tolstoj, che permette di conoscerne lo stile e la profonda conoscenza che aveva dell'animo umano.
[RECENSIONE A CURA DI BIBBAGOOD]
| Autore | Lev Nikolaevic Tolstoj | 
| Editore | Feltrinelli | 
| Pagine | 94 | 
| Anno edizione | 2014 | 
| Collana | Universale economica. I classici | 
| ISBN-10(13) | 9788807900815 | 
| Prezzo di copertina | 8,50 € | 
| Prezzo e-book | 1,99 € | 
| Categoria | Classico - D'ambiente - Storico | 

                        
                        
                        
                        
	