SINOSSI

Dopo aver viaggiato a lungo, Antoine Roquentin si stabilisce a Bouville, in uno squallido albergo vicino alla stazione, per scrivere una tesi di dottorato in storia. La sera, si siede al tavolo di un bistrot ad ascoltare un disco, sempre lo stesso: «Some of These Days». La sua vita ormai non ha piú senso: il passato è abitato da Anny, mentre il presente è sempre piú sommerso da una sensazione dolce e orribile, insinuante, che ha nome Nausea. Un romanzo trasgressivo e ricchissimo, sempre attuale, che ci restituisce il disagio del mondo in agonia alla vigilia della Seconda guerra mondiale. Il libro più libero di Sartre, il più disinteressato e il più appassionato insieme.

RECENSIONE

La nausea di Jean Paul Sartre è un testo che ritengo un capolavoro di analisi psicologica e ogni volta che lo rileggo scopro nuove sfumature, nuove vette di abissale profondità. È un libro strutturato in forma di diario non scritto, come un soliloquio sempre più straniato e tormentoso in cui l'Io narrante esegue un'autoanalisi quasi maniacale.
Il protagonista, Antonio Roquentin, è uno scrittore-biografo di circa 30 anni, scapolo e solitario. È un uomo deprivato emozionalmente ma anche fisicamente, affamato di un contatto con il mondo reale. Ha molto viaggiato ma quando anche quell'esperienza ha smesso di essere per lui significativa è tornato a vivere in Francia, a Bouville. Ha una ex fiamma ormai perduta il cui ricordo gli provoca un doloroso struggimento e intrattiene rapporti umani superficiali e vuoti. All'epoca dei fatti sta scrivendo senza più convinzione la biografia di un gentiluomo vissuto tra il '700 e l'800. La vicenda narrata nel libro comincia con un'affermazione: "Mi è accaduto qualcosa, non posso più dubitarne. È sorta in me come una malattia". Si tratterà di una crisi esistenziale profondissima, forse anche un crollo psicotico, che porterà il protagonista sulla soglia di scelte irrevocabili. La realtà come abitualmente la conosciamo gli sfugge, tutti gli schemi e i punti fermi che noi umani utilizziamo per illuderci di conoscere il mondo sono saltati e ogni fenomeno naturale si impone al nostro Roquentin nella sua materica evidenza senza la mediazione delle parole. Ogni cosa esiste di per sé, senza che l'uomo possa attribuirle un significato e ciò è percepito come commovente e insieme orrido, sconvolgente. La nausea diventa quindi il modo in cui il giovane Antoine definisce il suo stato, ormai scisso dalle abituali attribuzioni di senso che ci rendono possibile vivere. Questo stato di disorientamento mi ricorda la mia poesia preferita, scritta da Eugenio Montale e intitolata Forse un mattino, nella quale l'autore immagina la mostruosa rivelazione di una realtà priva di senso come un cosmico inganno che per un istante si svela al Poeta. Non si dirà qui se il giovane Roquentin riuscirà a ricomporre il proprio rapporto con il mondo, se comprenderà che siamo noi a dar senso all'esistente o se porrà fine alla propria vita. Ricorderemo solo, di questo libro indimenticabile, una delle ultime frasi, la domanda suprema di ogni essere umano.

[RECENSIONE A CURA DI SCALPO FLUENTE]

Autore Jean-Paul Sartre
Editore Einaudi
Pagine 242
Anno edizione 2014
Collana Einaudi tascabili. Scrittori
ISBN-10(13) 9788806219192
Prezzo di copertina 12,50 €
Categoria Altri generi