SINOSSI

Maria ha quindici anni, vive in un paesino dell'Appennino centro meridionale d'Italia e mantiene se stessa e l'anziano padre malato facendo la bracciante nei campi dei signori, un lavoro incerto e molto gravoso, fino a quando non viene assunta come acquaiola nella casa di don Francesco, il signorotto del paese, con il compito di recarsi più volte al giorno e con qualunque tempo alla fonte, che dista tre chilometri dal paese, per rifornire la famiglia di acqua. A don Francesco, infatti, è nato il quinto figlio, Luigi, il quale rivela fin dall'infanzia una natura ribelle, precoce e assetata di libertà. I destini di Maria e Luigi, così diversi fra loro, si intrecceranno in una serie di vicende dolorose ma, nello stesso tempo, intense e salvifiche per entrambi. Intorno a loro, una umanità umile, legata alla terra e alle antiche tradizioni, assuefatta a una vita di miseria, sacrifici e secolari soperchierie sopportate con fatalistica rassegnazione e per questo spesso dura e inflessibile, ma anche capace di pietà e umana solidarietà.

RECENSIONE

L'acquaiola di Carla Maria Russo è una saga famigliare ambientata tra la seconda metà dell’Ottocento e il fascismo, che percorre temporalmente gli ottant'anni di vita di Maria e di tutto ciò che succede attorno a lei: dal totale analfabetismo degli abitanti del paese alla costruzione della prima scuola, dalla totale immobilità degli abitanti all'emigrazione in America, passando per la politica locale e il graduale decadimento dell'alta borghesia fino al consolidamento del fascismo. La vita di Maria non è facile, come non lo è stata per nessun "cafone" meridionale a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento. È una giovane che si sacrifica per l'amore paterno, lavorando nei campi e poi come acquaiola del potente del suo paesello, per la cui famiglia lavorerà per oltre quarant'anni; la sua storia, inoltre, si intreccerà con quella di Luigi. Maria, vittima di una società subalterna ai potenti e a Dio, tiene salda la sua castità, fino a quando non subisce uno stupro da un parente prossimo mettendo alla luce la sua unica figlia, Nella, che non riesce proprio ad amare a causa del destino non roseo e che, invece, vive come se fosse la croce da portare sulle proprie spalle. Nella subisce il disprezzo di sua madre che, a sua volta, viene disprezzata per le sue scelte, soprattutto per aver rifiutato di sposare il suo stupratore, per riparare così al danno subito e per dare un "nome" a sua figlia. Nella, tuttavia, riesce a risollevarsi socialmente sposando Ermes, il figlio di Don Luigi, dalla cui unione nascerà Linù. Sarà proprio Linù a creare un forte sodalizio con sua nonna Maria, riuscendo a farle provare quell’amore materno che aveva represso, amando tramite lei anche sua figlia Nella.
Lo stile narrativo non è semplicissimo, è abbastanza ricercato e questo lo rende un pochino lontano dalla lingua contemporanea, tuttavia, reputo il testo scorrevole. La trama mi è molto piaciuta, c'è un intreccio di vite non facile che rendono questo romanzo importante. Inoltre, ho amato la descrizioni psicologiche dei personaggi e il forte realismo con cui viene descritto il dolore fisico degli ultimi, di chi si spacca la schiena per campare. Notevole è anche la capacità di aver saputo descrivere il distacco fisico della morte tra nipote e nonna, creando una forte empatia nel lettore. Per me vale la pena leggerlo.

[RECENSIONE A CURA DI CARLO PISANO]

Autore Carla Maria Russo
Editore Piemme
Pagine 256
Anno edizione 2019
Collana Pickwick
ISBN-10(13) 9788868365745
Prezzo di copertina 10,90 €
Prezzo e-book 6,99 €
Categoria Classico - D'ambiente - Storico