In occasione dei 250 anni dalla nascita di Jane Austen, la community conclude l'anno leggendo – o rileggendo – il suo libro più snobbato, Mansfield Park. La protagonista introversa, il tono più serio e la minore componente romantica lo rendono meno immediato rispetto ad altri titoli. Eppure, proprio questi aspetti ne rivelano la profondità: Austen costruisce qui la sua riflessione più complessa su classe sociale, moralità e ambiguità dei rapporti umani, offrendo un'opera oggi sempre più rivalutata dalla critica.
Dall'anonimato alle Janeites
Nel 1811, quando Sense and Sensibility apparve sugli scaffali londinesi, la copertina non riportava il nome dell'autrice. Diceva solo: "By a Lady". Fu così anche per i romanzi successivi: Jane Austen non firmò nessuna delle sue opere mentre era in vita. In un'epoca in cui lo spazio pubblico era riservato agli uomini, scrivere senza nome significava proteggersi dalle critiche, conservare rispettabilità sociale e, al tempo stesso, lasciar parlare il testo più che la persona.
Questo anonimato, che oggi può sembrare un dettaglio storico, è invece fondamentale per capire il fenomeno culturale che Austen sarebbe diventata dopo la sua morte, quando il suo nome finalmente apparve sulle edizioni postume del 1817. Per decenni il pubblico aveva letto quei romanzi senza immaginare la figura concreta che li aveva prodotti. Proprio da questa assenza sarebbe nata una delle comunità letterarie più affezionate e tenaci della modernità.
Chi erano – e chi sono – i Janeites
Il termine Janeites compare nel tardo Ottocento e si diffonde nei primi decenni del Novecento, quando la fama di Austen cresce oltre i confini accademici. I fan della scrittrice erano al tempo in gran parte uomini e di lei si parlava con ammirazione nei club maschili londinesi.
Ancora oggi i Janeites sono lettori appassionati, che coltivano un rapporto quasi personale con le sue opere: studiosi, semplici ammiratori, bibliotecari, scrittori, gruppi di lettura che trovano in Austen un equilibrio raro tra ironia, osservazione sociale e intelligenza narrativa.
L'immagine dei Janeites come devoti romantici è stata spesso travisata: non si tratta di cultori di un sentimentalismo rassicurante, bensì di lettori che riconoscono nelle sue pagine una precisione psicologica e una critica sociale tutt'altro che accomodanti.
Austen autrice di romanzi rosa?
La fortuna di Austen l'ha trasformata spesso in un'icona del romanticismo, ma chi la legge attentamente scopre qualcosa di molto diverso. Le sue storie contengono matrimoni e sentimenti, certo, ma solo perché il matrimonio, nel suo tempo, è il punto di convergenza tra economia, classe sociale, educazione, moralità e libertà personale.
Austen non scrive per far sognare l'amore: scrive per mostrare cosa significhi sopravvivere (o soccombere) alle regole di un mondo rigidamente organizzato. Le sue eroine non cercano il principe azzurro, ma un margine di autodeterminazione.
E, tra tutti i romanzi, quello in cui questa prospettiva è più netta è forse Mansfield Park.
Mansfield Park: un romanzo contro le semplificazioni
Se Pride and Prejudice è stato adottato dall'immaginario romantico, Mansfield Park resiste a qualunque tentazione di riduzione. Qui Austen non offre ammiccamenti sentimentali né protagoniste brillanti e frizzanti: offre un labirinto morale.
Fanny Price, spesso fraintesa, è una figura di una modernità sorprendente proprio perché si oppone ai meccanismi narrativi del romanzo sentimentale. Non si innamora dell'uomo più affascinante, non desidera assecondare il racconto che gli altri vogliono costruire intorno a lei, non segue il percorso consueto. La sua identità si forma attraverso la lucidità, la discrezione, la capacità di vedere le crepe dietro le apparenze della famiglia Bertram.
Attorno a lei, Austen inserisce elementi che nessun romanzo rosa prenderebbe in considerazione: la dipendenza economica da possedimenti coloniali, la rigidità di un sistema di classe non aperto alla mobilità, le pressioni morali che soffocano il desiderio, la discrepanza tra virtù proclamate e comportamenti reali.
L'amore, in Mansfield Park, non è mai un rifugio o una promessa di felicità assoluta: è un campo minato in cui pesano l'etica, il potere e il contesto sociale. Per questo il romanzo disorienta, sfida, divide i lettori – ed è esattamente ciò che rende Austen una scrittrice contemporanea.
La modernità dello sguardo austeniano
Il percorso che va dalla "Lady anonima" agli appassionati Janeites racconta una storia affascinante: quella di un'autrice che scriveva nell'ombra ma osservava con chiarezza feroce i meccanismi del suo tempo. A 250 anni dalla sua nascita, è proprio questo sguardo a rendere la sua voce ancora attuale.
Non una dea del romanticismo, ma un'analista precisa delle dinamiche sociali e dei limiti imposti alle donne. Non un'icona sentimentale, ma una scrittrice che, con eleganza e ferocia, ha smontato dall'interno il modello stesso del romanzo rosa.
E Mansfield Park, con la sua protagonista che rifiuta di essere oggetto del desiderio altrui e pretende di scegliere, anche quando la scelta è scomoda, è forse la prova più solida della modernità di Jane Austen: una modernità nata in anonimato, adottata dai Janeites, e oggi più visibile che mai.
(articolo a cura di Elisa Kirsch)
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