SINOSSI
In un mondo in cui le mafie della finanza e dell'elettronica possono tutto, un mondo attraversato da autostrade informatiche e hacker dai poteri neuromantici, si svolge l'avventura violenta e disperata di Case, l'uomo che ha avuto il torto di mettersi contro l'organizzazione sbagliata. Per vendetta lo hanno privato della capacità di connettersi al cyberspazio, isolandolo nella prigione di carne del suo corpo materiale. Ora qualcuno è disposto a offrirgli un'alternativa, a ricostruirgli le sinapsi bruciate. A patto che Case porti a termine un'ultima missione, oltre i limiti del conosciuto... Pubblicato nel 1984 e divenuto in breve un vero e proprio romanzo culto, Neuromante è l'opera che più di ogni altra ha contribuito a diffondere tra il pubblico internazionale il genere cyberpunk. Un capolavoro assoluto in cui la cupa descrizione dei tetri scenari e delle trame esasperate, della natura devastata e della tecnologia imperante si coniuga con un respiro e uno stile ampi e suggestivi.
RECENSIONE
Un libro che non può lasciare indifferenti. Si può entrare in sintonia con le vicende e con il linguaggio futuristico dell'autore, oppure si fatica a proseguire nella lettura, e non si riesce a dare forma alla storia. Tant'è che nel web si trovano recensioni entusiastiche come anche totalmente negative. Questo è uno dei primi aspetti che ha destato in me interesse verso Neuromante. Cosa ci sarà di così ostico o affascinante? Ostico è il linguaggio, senza dubbio. Una sorta di "neolingua" ben diversa da quella di cui si parlava in 1984 (che per Orwell diventava una lingua sempre più svuotata di contenuto e semplificata all'osso), bensì un linguaggio costruito da neologismi, termini che stanno ad indicare oggetti a noi sconosciuti, frutto della mente dell'autore, e che Gibson non sta per nulla a spiegare. Gibson lascia il lettore "da solo" ad interpretare il suo mondo, quasi fosse una sfida. E' una scrittura che dà molto per scontato: è il lettore che deve adeguarsi con sforzo talvolta non banale. Tuttavia proseguendo con la lettura non si può non restare colpiti dalla capacità di scrittura e di descrizione, dall'architettura complessa costruita da Gibson, fatta di mondo reale e virtuale che si intrecciano continuamente. Il protagonista, Chase, rappresenta un antieroe e vive in un mondo degradato e distopico. La tecnologia è imperante, il corpo umano a sé stante viene vissuto come una sorta di prigione e viene ottimizzato grazie ad innesti meccanici/bionici, sensori e quant'altro. Nel mondo reale vive poi un mondo virtuale fatto da una matrice infinita di dati in cui il protagonista riusciva in passato ad entrare connettendosi mentalmente fino a che, avendo derubato chi lo pagava, gli viene sottratta questa capacità, e questo viene da lui vissuto come un limite immane tanto da distruggerlo psicologicamente. Nel corso del romanzo riacquisirà questa capacità, grazie ad un personaggio losco (che si rivelerà tutt'altro da quanto apparentemente è) e sarà coinvolto in una missione dai contorni non ben noti, insieme a Molly, una ragazza cyborg forte e indipendente dal carattere sfuggente. Molti film di fantascienza hanno preso ispirazione da questo libro. Matrix senza dubbio, ma ho rivisto a tratti anche Avatar, alcuni dicono Blade Runner. Riassumerei il tutto con il termine "pazzesco", considerando che si tratta di un'opera scritta nel 1984. Un autore visionario, che ha saputo creare un genere letterario nuovo, il cyberpunk appunto, e non a caso ha ricevuto numerosi premi in tal senso.
[RECENSIONE A CURA DI SWEETMOM]
| Autore | William Gibson |
| Editore | Mondadori |
| Pagine | 266 |
| Anno edizione | 2017 |
| Collana | Oscar fantastica |
| ISBN-10(13) | 9788804679394 |
| Prezzo di copertina | 12,50 € |
| Prezzo e-book | 6,99 € |
| Categoria | Fantascienza - Fantastico - Fantasy |


Commenti
Il parallelismo tra il Cyberspazio di Neuromante e la matrice virtuale di Matrix è davvero immediato.
Il protagonista di Neuromante Case entra ed esce dal Cyberspazio confondendolo talvolta con la realtà e trovando all'interno di esso persone che vivono nel mondo reale, ma non solo....vive nel cyberspazio vedendo colori, paesaggi, odori, sentimenti.
Case inoltre riesce a vedere e viaggiare con Molly, sentire il suo corpo grazie a una tecnologia che permette di farlo. qui la comunanza con Avatar è evidente. Ripeto, idee geniali ma cmq un test che consiglio solo ai veri appassionati del genere x la complessità.
Ciao e grazie per la risposta!! In effetti leggendo la tua recensione ed il tuo commento è impossibile non pensare a Matrix. Così ho pensato di fare una rapida ricerca su Google. Ho trovato questo: https://www.theguardian.com/books/2014/jul/28/william-gibson-neuromancer-cyberpunk-books e anche questo: http://neuromancervthematrix.blogspot.it/. Direi che, anche se non c'è niente di ufficiale, possiamo confermare che non sei stata la prima a notare qualche similitudine tra la storia di Gibson ed il film dei fratelli Wachowski
Case richiama Neo, anche se Neo appare come un ragazzo piu' "pulito" che assume poi i contorni dell'eroe (eletto). Case è un anti-eroe con molte fragilità, compie una missione a lui non nota perché pagato da Armitage . Il suo scopo non è salvare l'umanità (chi leggerà il libro capirà quale sia lo scopo e chi è "Neuromante").
Trinity e Molly hanno molto in comune nell'aspetto e nei modi. Armitage e Morpheus forse sono la coppia meno somigliante (Armitage non ha personalità in realtà..non spiego oltre).
La matrice di Matrix è costruita dalle macchine, quella di neuromante è costruita dall'uomo....ma il viaggio nella matrice è similare.
Sono più che affascinato! E' uno dei miei film preferiti (il primo certo... il terzo lo ricordo solo per la battaglia tra Neo e gli agenti Smith... per quanto riguarda il secondo... beh... concordo con te... non citiamolo neanche
Grazie per lo spunto! Lo inserirò sicuramente nella mia ReadList!
è volutamentee vago e confuso). Nonostante l'ambientazione fosse davvero intrigante, il linguaggio inventanto dall'autore ostacola l'immaginazione e anche il doppio livello di narrazione (dentro e fuori il cyberspazio) rende veramente duro seguire il filone narrativo. Insomma, verso la fine volevo davvero abbandonare, ma l'ho finito solo perché speravo che il finale fosse veramente rivelatore, cosa che è accaduta solo in parte.
Probabilmente se lo rileggessi un'altra volta mi apparirebbe tutto più chiaro, ma decisamente non ho questa forza di volontà
E' credo il piu' complesso che abbia affrontato...e leggo fantascienza fin dalla adolescenza. Non è Orwell, non è Bradbury, non è Phil Dick e nemmeno Huxley. Gibson è uno scrittore ma soprattutto un visionario. Scrive per se stesso.
Spesso nei suoi testi non occorre cogliere il significato di ogni frase, ma "fluttuare" sulle immagini costruite, che hanno una potenza e una comunicatività impressionante. Gibson è uno scrittore che ti prende lo stomaco prima che la testa.
Questo è cio' che ho avvertito nella lettura. stessa sensazione che mi hanno trasmesso i films che traggono spunto da questo romanzo.