Mark Zuckerberg ha lanciato su Facebook un club del libro virtuale. La pagina A Year of Books ha collezionato, in una settimana, oltre 200.000 like ed il primo libro di questo anno di libri è andato addirittura esaurito su Amazon. Ma visibilità e numeri strabilianti bastano a fare un club del libro?
Tutto nasce dal buon proposito di Mr. Facebook per il nuovo anno: leggere un libro ogni due settimane. Mark Zuckerberg ha annunciato di voler modificare la sua "dieta mediatica" a favore dei libri ed ha annunciato: «Ho creato una pagina nella quale vi aggiornerò su cosa sto leggendo. Potrete partecipare se avete letto lo stesso libro e avete commenti pertinenti da aggiungere».
Riepilogando: Zuck decide autonomamente cosa leggere (per lo più saggistica) e lo comunica ai 200.000 fan della sua pagina; i fan possono commentare lo status, condividendo le proprie impressioni e riflessioni.
Non è tutto un po' troppo sterile? Di certo, niente di vagamente assimilabile agli appellativi con cui è stata definita l'iniziativa: "circolo letterario", "gruppo di lettura", "club del libro".
E qui casca l'asino. Perché, sebbene siano sempre benvenute le idee che contribuiscono a "far leggere" e a fare cultura in rete, non si può non notare che a A Year of Books mancano proprio le basi, per essere un club del libro virtuale – con tutto il rispetto per Mr. Facebook.
- Un club del libro è, innanzitutto, democratico: gli iscritti (10 o 200.000, poco importa) devono poter partecipare alla scelta del libro da leggere. Ed è ancora più bello che si stupiscano con libri di generi sempre diversi, con libri che mai avrebbero letto, con libri che comunque lascino il segno.
- In un club del libro è fondamentale condividere le proprie impressioni su un dato libro, come punto di partenza e non punto di arrivo: punto di partenza per una discussione costruttiva e collettiva. E fondamentale è anche avere una piattaforma adatta con una struttura e degli spazi adatti a gestirla, questa discussione costruttiva e collettiva.
- È solo con il confronto che si arriva davvero ad arricchirsi e si completa l'esperienza di lettura, vivendola a trecentosessanta gradi.
In poche parole, "Leggere, condividere, crescere": la nostra mission – la mission di ogni club del libro che si rispetti, reale o virtuale che sia.
L'idea, però, sembra piacere – e anche molto – agli utenti del social network. Basti pensare che il primo libro, La fine del potere del politologo ed economista venezuelano Moises Naim, è andato esaurito su Amazon.
E qui casca un altro asino. Perché il fatto che ogni libro di A Year of Books possa avere un riflesso tanto importante sulle vendite, suggerisce che ci possano essere, nel prossimo futuro, conseguenze altrettanto importanti – in cui le strategie di marketing, sia da parte di autori ed editori sia da parte di Facebook, potrebbero farla da padrone.
(articolo a cura di Elisa Gelsomino)
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