Martedì, 04 Novembre 2025

"La principessa di Cléves" di Madame de La Fayette

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21/03/2016 12:07 #23374 da Novel67
Ho terminato anch'io la lettura :) . E come voi ne sono rimasto piacevolmente colpito: questo libro è proprio bello! EmilyJane ha davvero scovato un piccolo gioiello: brava, brava, brava! ;)

Ora avrei forse bisogno di un attimo di tempo, per metabolizzarlo meglio. Ho però intanto letto commenti di chi mi ha preceduto: non mi sentirei di contraddire nessuno, ma c'è qualcosa che non mi convince.

Anzitutto nel commento di Pier, che riferendosi alla Principessa la definisce "vittima" della propria virtù, della propria sincerità e delle proprie scelte. Ora, che ella non possa dirsi alla fine propriamente "felice" sarà pur vero, ma credo che quella sua scelta - sentita e ragionata - riveli una consapevolezza, una risolutezza e una grandezza d'animo che dimostrano non la debolezza, ma la forza interiore di questo personaggio, che non è dunque "vittima", ma "artefice" del proprio destino.

D'altra parte non darei nemmeno per scontato che il dissidio tra ragione e sentimento qui sia così netto. E soprattutto che sia risolto a favore della prima. Perché la scelta della Principessa non esclude il sentimento: anzi, è forse proprio questo la molla principale che la spingerà ad una decisione tanto drastica. Ella in fondo teme (a ragione?) che la passione del duca sia effimera. Del proprio cuore invece si sente sicura: isolandosi e coltivandolo dentro di sé potrà dunque sottrarre questo sentimento ai capricci umani e al logorio del tempo, rendendolo di fatto eterno.

Infine, per quanto riguarda la domanda di Claudia, se la sincerità sia sempre e comunque la strada migliore da intraprendere, io ritengo che a volte una bugia sia preferibile ad una verità crudamente spiattellata in faccia :) .

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21/03/2016 14:50 #23378 da Katya
Finito ieri la principessa di cleves che mi ha stupito perché non avevo letto la trama prima della lettura, come faccio fin troppo spesso. Il romanzo mi è piaciuto perché mi ha coinvolto, bene scritto e riesce a tenerti ben saldo su ciò che leggi ma mi lascia incerta sui principi.

Siamo nel pieno '600 alla corte di Luigi XIV e si capisce benissimo che vuol farci volgere lo sguardo alla vita cortigiana del tempo e quindi alla mancanza di virtù sovrapponendo a queste immagini la ragione della principessa ma ho apprezzato il finale solo perché era ciò che mi aspettavo.

Parto dal presupposto che nella lettura si sottolinea che la principessa sposi Cleves perché è la persona che apprezza di più rispetto agli altri e lui ha capito che lei non prova amore e passione per lui e che lei non abbia mai provato questi sentimenti, quindi come fa lei a capire che sta commettendo uno sbaglio se non conosce l'amore? Infatti appena conosce "l'altro" capisce cosa vuol dire amore ma ormai non può tornare indietro e in questo caso posso capire la ragione e la virtù ma perché privarsene soprattutto dopo essere rimasta sola? Più che virtù mi sembra una punizione che si sia imposta per un qualcosa che non ha commesso.
Per quanto riguarda l'essersi confidata con il marito lo ritengo un errore perché lei voleva essere aiutata ma, essendo lui l'interessato, non può reagire come dovrebbe a essere di sostegno della situazione. In questo caso ha creduto alla fine alla virtù della moglie ma solo perché la scrittrice voleva così, perché se considerate che la gelosia oscuri la ragione capirete bene cosa voglio dire. Quindi riepilogo: ok non essersi lasciata attirare nelle braccia di un altro uomo da sposata perché la ragione imponeva questa scelta ma dopo ho trovato la cosa fastidiosa, troppa virtù nuoce oserei dire :laugh: :laugh: :laugh:

Un libro dev'essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi.

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22/03/2016 17:56 #23411 da EmilyJane

Novel67 ha scritto: D'altra parte non darei nemmeno per scontato che il dissidio tra ragione e sentimento qui sia così netto. E soprattutto che sia risolto a favore della prima. Perché la scelta della Principessa non esclude il sentimento: anzi, è forse proprio questo la molla principale che la spingerà ad una decisione tanto drastica. Ella in fondo teme (a ragione?) che la passione del duca sia effimera. Del proprio cuore invece si sente sicura: isolandosi e coltivandolo dentro di sé potrà dunque sottrarre questo sentimento ai capricci umani e al logorio del tempo, rendendolo di fatto eterno.


Io non la vedo così, aldilà del fatto che secondo me ha fatto una scelta lungimirante scegliendo la pace e la serenità, sta di fatto che rinuncia anche per paura quindi smorza il sentimento perchè pensa troppo a cosa succederà se poi non dovesse durare. Riflettendoci meglio a sangue freddo mi rendo conto che la principessa si impedisce di amare e sposare l'uomo per paura di dover soffrire troppo in futuro, la sua quindi è una rinuncia. Questo non le vieta di essere serena nella sua scelta e trovare la sua giusta dimensione ma si nasconde al mondo apposta per non essere più tentata, non riuscirebbe a mantenere il suo proposito se vedesse il duca...e questo la dice lunga. Mi ha infastidito in certi momenti che madame La Fayette le faccia dire "io sono l'unica virtuosa", "nessun'altra vi avrebbe detto la verità"...insomma mi sembra un po' troppo autocelebrativo detto dalla principessa e ha una nota stonata. Non si capisce quindi se l'autrice ce la vuol presentare come esempio di virtù o per dirci di non seguire le sue orme, mah?!

Comunque, nel caso in cui non si fosse capito, il libro è piaciuto molto anche a me :D pur essendo breve ha saputo concentrare un sacco di emozioni!

"Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato" (Il signore degli anelli - Tolkien)

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23/03/2016 11:37 #23428 da Novel67

EmilyJane ha scritto: Riflettendoci meglio a sangue freddo mi rendo conto che la principessa si impedisce di amare e sposare l'uomo per paura di dover soffrire troppo in futuro, la sua quindi è una rinuncia. Questo non le vieta di essere serena nella sua scelta e trovare la sua giusta dimensione ma si nasconde al mondo apposta per non essere più tentata, non riuscirebbe a mantenere il suo proposito se vedesse il duca...e questo la dice lunga.


A me sembra che questo libro così poco moderno richiami un dilemma molto attuale :) : richiamarsi a determinati princìpi e valori ed essere poi coerenti in scelte ed azioni, è sempre possibile? E' soprattutto: è conveniente?

Se giudichiamo dal punto di vista della mera convenienza, la scelta della Principessa si configura come rinuncia. Ma come: proprio ora che sarebbe libera di agire come vorrebbe, e che potrebbe tranquillamente soddisfare i propri desideri, si lascia prendere dalla paura e dagli scrupoli e si fa scappare l'occasione di coronare il suo sogno d'amore?

In effetti questa lettura potrebbe adattarsi benissimo al libro. Ma se consideriamo princìpi e valori non come parole astratte, ma come autentica linea guida della propria condotta, allora la convenienza deve passare in secondo piano. E la scelta della Principessa - per quanto intrecciata anche al timore di una delusione futura o al desiderio di un quieto vivere - diventa anzitutto affermazione del valore dei suddetti princìpi. Costi quel che costi.

Poi è chiaro: ogni scelta implica anche una rinuncia. Sta a ognuno di noi stabilire se valga più il bicchiere mezzo pieno, o quello mezzo vuoto. :)

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24/03/2016 09:23 #23451 da EmilyJane

Novel67 ha scritto: E la scelta della Principessa - per quanto intrecciata anche al timore di una delusione futura o al desiderio di un quieto vivere - diventa anzitutto affermazione del valore dei suddetti princìpi. Costi quel che costi.


E' proprio questo che volevo dire: la sua scelta è stata fatta per seguire i suoi principi e di questo glie ne do merito ma anche per paura e chi di noi può dire quale delle due cose abbia predominato nell'anima della principessa e le abbia fatto prendere la decisione definitiva?

In realtà forse il sentimento da entrambe le parti non era poi così forte, insomma diciamolo, non si conoscevano per nulla in profondità. E quello che infatti apprezzo di lei è che abbia fatto una scelta coerente con se stessa: alla fine lei è rifuggita non solo da un amore ma anche da un ambiente (la corte) che non le piaceva, in cui non si sentiva a suo agio per trovare invece la sua dimensione. Per questo dico che ha fatto la scelta giusta! :) E questo, si, può essere molto attuale!

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25/03/2016 20:22 #23483 da bibbagood
Anche io mi ritrovo nel pensiero di Novel e EmilyJane: penso la scelta della principessa si forse quasi troppo giusta,o comunque quella idealmente giusta, perchè è più lungimirante per il bene di sè stessa; non cede alla debolezza della passione e della tentazione, perchè sa che non riuscirebbe più a trovare il rispetto per sè stessa. Senza contare, come avete detto voi, che oltre a questi valori virtuosi vi è anche il fattore paura e voglia di non rischiare tutto per qualcosa che potrebbe rivelarsi nulla. Se fosse solo questo aspetto,allora sì, potrebbe essere scambiata per codarda o pigra,ma conoscendo le sue preoccupazioni, di cui l´autrice ci rende partecipi, in realtà questo timore ha radici più profonde.

Sulla domanda di Claudia...io purtroppo sono sempre dell´idea che la verità è sempre meglio di una bugia (escluse quelle verità che non portano a niente, tipo dire a qualcuno su letto di morte una verità terribile che gli fanno vivere male gli ultimi momenti che ha ;)). E secondo me un po´ lo rivedo anche nel libro...È vero che il marito si ingelosisce,fa seguire il duca....però ho avuto l´impressione ce comunque avesse apprezzato il fatto che lei fosse stata onesta con lui,anche perchè lui stesso si stava accorgendo che lei era cambiata, ed è stato sicuramente meglio sentirsi raccontare tutto da lei. E la sua malattia è degenerata perchè non ha avuto la possibilità di chiedere a lei quale fosse la verità; quando lei gliela dice, lui ci crede e la "perdona",ma ormai È troppo tardi. Se lei avesse avuto la possibilità di dirglielo prima,magari le sue condizioni non sarebbero peggiorate. In ogni caso se lei stava male con sè stessa per i dubbi che aveva, penso non avesse senso raccontar al marito una bugia che l´avrebbe fatta stare ancora peggio, visto che vive secondo virtù e mentire al marito penso l´avrebbe fatta dare di matto :laugh:

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert

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26/03/2016 10:30 #23500 da EmilyJane

bibbagood ha scritto: Sulla domanda di Claudia...io purtroppo sono sempre dell´idea che la verità è sempre meglio di una bugia (escluse quelle verità che non portano a niente, tipo dire a qualcuno su letto di morte una verità terribile che gli fanno vivere male gli ultimi momenti che ha ;)). E secondo me un po´ lo rivedo anche nel libro...È vero che il marito si ingelosisce,fa seguire il duca....però ho avuto l´impressione ce comunque avesse apprezzato il fatto che lei fosse stata onesta con lui,anche perchè lui stesso si stava accorgendo che lei era cambiata, ed è stato sicuramente meglio sentirsi raccontare tutto da lei. E la sua malattia è degenerata perchè non ha avuto la possibilità di chiedere a lei quale fosse la verità; quando lei gliela dice, lui ci crede e la "perdona",ma ormai È troppo tardi. Se lei avesse avuto la possibilità di dirglielo prima,magari le sue condizioni non sarebbero peggiorate. In ogni caso se lei stava male con sè stessa per i dubbi che aveva, penso non avesse senso raccontar al marito una bugia che l´avrebbe fatta stare ancora peggio, visto che vive secondo virtù e mentire al marito penso l´avrebbe fatta dare di matto :laugh:


Sottoscrivo in toto! :)

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