Domenica, 05 Ottobre 2025

"Norwegian wood. Tokyo blues" di Haruki Murakami

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08/05/2017 20:32 #30862 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic "Norwegian wood. Tokyo blues" di Haruki Murakami
Leggiamo, caro Novel67, invece queste altri frasi.

"Arrivato a Tōkyō ed entrato in collegio, ora che cominciava la mia nuova vita, c’era solo una cosa che io sapevo di dover fare a tutti i costi: cercare di non pensare troppo a tutto quello che c’era stato, mettere una giusta distanza tra quelle cose e me stesso. Decisi di dimenticare, di cancellare dalla memoria il tavolo da biliardo rivestito di feltro verde, la N360 rossa e il fiore bianco sul banco. Dimenticare il fumo che si levava dal fumaiolo della sala di cremazione, il fermacarte massiccio sul tavolo dell’ispettore di polizia, e tutto il resto. All’inizio sembrò funzionare. Tuttavia, per quanto mi sforzassi di dimenticare, dentro di me restava qualcosa, una specie di grumo d’aria non meglio precisato. Poi, col passare del tempo, quel qualcosa cominciò a prendere una forma piú chiara e definita. Cosí chiara che posso anche tradurla in parole. Le seguenti:
LA MORTE NON È L’OPPOSTO DELLA VITA,
MA UNA SUA PARTE INTEGRANTE.
Tradotto in parole suona piuttosto banale, ma allora non era cosí che lo percepivo, ma come un grumo d’aria presente dentro di me. La morte era parte di quel fermacarte, parte indissolubile delle quattro palline bianche e rosse allineate sul tavolo di biliardo. E sentivo che noi vivevamo inspirandola nei polmoni come una finissima polvere.
Fino ad allora io avevo sempre considerato la morte come una realtà indipendente, completamente separata dalla vita. Come a dire: «Un giorno prima o poi la morte allungherà le sue mani su di noi. Ne consegue che fino a quando ciò non avverrà essa non potrà toccarci in nessun modo». Questo mi sembrava un ragionamento assolutamente onesto e logico. La vita di qua, la morte di là. Io sono da questa parte, e quindi non posso essere da quella.
Ma a partire dalla notte in cui morí Kizuki, non riuscii piú a vedere in modo cosí semplice la morte (e la vita). La morte non era piú qualcosa di opposto alla vita. La morte era già compresa intrinsecamente nel mio essere, e questa era una verità che, per quanto mi sforzassi, non potevo dimenticare. Perché la morte che in quella sera di maggio, quando avevo diciassette anni, aveva afferrato Kizuki, in quello stesso momento aveva afferrato anche me.
Trascorsi la primavera dei miei diciott’anni sentendo dentro di me quel grumo d’aria. Però allo stesso tempo mi sforzavo di non prenderlo troppo sul serio, perché intuivo vagamente che prendere le cose sul serio non sempre significa avvicinarsi alla verità. Continuavo a muovermi in quell’angosciosa antitesi, in un infinito circolo vizioso. A pensarci adesso furono davvero dei giorni strani. Nel pieno della vita tutto ruotava attorno alla morte."

Ogni ulteriore commento mi parebbe inutile. Qui...carta canta! :)

(Su Anna Karenina) È un'opera d'arte perfetta, che arriva assai a proposito; un libro assolutamente diverso da ciò che si pubblica in Europa: la sua idea è completamente russa.Fëdor Dostoevskij
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08/05/2017 20:56 - 08/05/2017 20:57 #30863 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic "Norwegian wood. Tokyo blues" di Haruki Murakami


Ecco. Da qualunque angolazione lo si guardi, mi pare difficile trovare bellezza o poesia in questa scena. Che ripeto: non trovo tanto scandalosa, quanto letterariamente scadente. Non ha neppure alcuna finalità narrativa, nella sua finta ingenuità (si tenga conto che i protagonisti hanno 20 anni, non quattordici ...), mentre altrove la caratteristica predominante è una scoperta illogicità, demenzialità e tanto, tanto cattivo gusto.

La presenza di questi elementi è sufficiente per me a "sporcare" l'intera opera, immagini "profonde" comprese, ed a bocciarla in blocco: una caduta di stile che trascina a fondo tutto il resto. Eppure, contrariamente a quanto rilevato da Bibba, io ho ancora l'impressione che siano in netta minoranza coloro ai quali il romanzo non è piaciuto (anche per altri motivi, ovviamente), rispetto a coloro che invece l'hanno adorato, o anche solo apprezzato. E mi chiedo come sia possibile, se non appellandosi ad un generico "a me piace". Nell’introduzione al libro si legge però quella che temo possa essere una grande verità: “vi è una specie di incomunicabilità tra coloro che amano svisceratamente il libro e coloro che lo detestano”. Perciò, non ci capiremo mai ... :)


Questa scena è di una delicatezza sublime. E a me turba e preocupa invece l'argomento che sarebbe "sporca" o che "sporcherebbe" il libro. Questa posizione farebbe pensare, quantomeno supporre che un po' di "sporcizia" si annidi dentro a chi ci vede del torbido, perché in realtà si sta guardando nella melma del proprio coacervo di sensi di colpa, senso del peccaminoso e inibizioni ataviche.

Lorenzo prova a rileggere quelle frasi con calma, dopo aver bevuto magari una camomilla e in una situazione di rilassatezza mentale e fisica. Vedrai che non è una caduta di stile. Tu invece certe volte mi sembri scivolare sulle pareti lisce delle tue arrampicate nei vetri.

Il tutto detto con affetto e in amicizia ;)

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Ultima Modifica 08/05/2017 20:57 da pierbusa.

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08/05/2017 21:51 - 08/05/2017 21:55 #30865 da kers

in realtà si sta guardando nella melma del proprio coacervo di sensi di colpa, senso del peccaminoso e inibizioni ataviche.

Ma Novel ha scritto molto chiaramente che non stava giudicando tanto il contenuto quanto il valore letterario del passo. Io lo difendo perché sono d'accordo con lui: ho trovato non solo Norwegian Wood, ma praticamente tutti i libri di Murakami che ho letto pieni di passaggi a sfondo sessuale stupidi, completamente inutili ai fini della narrazione e soprattutto brutti. Fuori luogo.
Non c'entra niente qui, ma tanto per la cronaca penso lo stesso anche di David Grossman: finto poetico, maniaco sessuale.
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09/05/2017 09:58 - 09/05/2017 10:03 #30866 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic "Norwegian wood. Tokyo blues" di Haruki Murakami

in realtà si sta guardando nella melma del proprio coacervo di sensi di colpa, senso del peccaminoso e inibizioni ataviche.

Ma Novel ha scritto molto chiaramente che non stava giudicando tanto il contenuto quanto il valore letterario del passo. Io lo difendo perché sono d'accordo con lui: ho trovato non solo Norwegian Wood, ma praticamente tutti i libri di Murakami che ho letto pieni di passaggi a sfondo sessuale stupidi, completamente inutili ai fini della narrazione e soprattutto brutti. Fuori luogo.
Non c'entra niente qui, ma tanto per la cronaca penso lo stesso anche di David Grossman: finto poetico, maniaco sessuale.


Kers, giudicare il valore letterario di un brano forse non è il mestiere di nessuno di noi men che meno il mio. Anche se nessuno ci vieta di farlo, ci mancherebbe.
Però mi fa piacere che alla fin fine siano uscite le due paroline magiche ("maniaco sessuale") attorno a cui probbailmente si girava in tondo da un po'.
Io non sono amico intimo di Murakami quindi non so se lo sia o meno. Posso solo dirti che anche se apprezzo parecchio i suoi libri, scene di sesso comprese, personalmente non mi sento tale.

Ripeto il tutto detto in amicizia e costruttivo spirito di confronto. :)

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09/05/2017 12:36 #30867 da rikyriky
Risposta da rikyriky al topic "Norwegian wood. Tokyo blues" di Haruki Murakami
Io, parlo da semplice lettore, non voglio giudicare l'opera ma dire solo il mio parere sulle emozioni che mi ha dato.
Per quanto mi riguarda e senza volere fare inutili polemiche, ma cercando di vedere l'opera nel suo insieme. questo romanzo è molto duro, diretto come un pugno, e a volte fa male solo a leggerlo, parla della morte, come di una cosa integrante alla vita, si ci sono scene di sesso, ma nel contesto dell'opera ci stanno dentro per il fatto che i protagonisti, sono dei ragazzi dai 17 ai 20 anni, e chi non ha pulsioni a quell'età.
Ma l'opera non deve essere giudicata da quelle scene che, (neanche io sono un maniaco sessuale):P ma nel suo insieme, e a parer mio mi è piaciuto e mi ha dato emozioni e non mi ha annoiato.
Prendo spunto per leggere altro di questo autore sconosciuto a me ma...sono felice di averlo scoperto grazie al club.
Pier cosa mi consigli dopo questo romanzo d'amore?:whistle: :whistle:

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09/05/2017 12:50 #30868 da hallerina37
Risposta da hallerina37 al topic "Norwegian wood. Tokyo blues" di Haruki Murakami
La mia lettura sta continuando un po' lenta purtroppo( sono a 70 pagine dalla fine)per impegni vari, non per colpa del romanzo.
Leggendo tutti i vostri commenti precedenti, l'idea che mi sono fatta è di trovarmi nel mezzo. Per me è una lettura fluida e scorrevole che può dare diversi spunti su cui riflettere. Ma non lo considererei un best seller.
La sfera sessuale l'ho trovata in diversi romanzi giapponesi, quindi come hai dettotu Riky, la loro percezione è sicuramente diversa dalla cultura occidentale che la vede come tabù, però in più punti, come già detto in un commento precedente l'ho trovata troppo minuziosa e inutile.

Cambiando per un attimo discorso, facendo una ricerca su internet ho scoperto che in Giappone è uscito un film tratto proprio da questo romanzo ( come di altre sue opere). Purtroppo in Italia non è uscito, ma ho letto che si può trovare un trailer su youtube.
Magari ne eravate già tutti a conoscenza, ma mi sembrava carino segnalarvelo.

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09/05/2017 18:32 #30869 da Novel67

... mi fa piacere che alla fin fine siano uscite le due paroline magiche ("maniaco sessuale") attorno a cui probabilmente si girava in tondo da un po'.
Io non sono amico intimo di Murakami quindi non so se lo sia o meno. Posso solo dirti che anche se apprezzo parecchio i suoi libri, scene di sesso comprese, personalmente non mi sento tale.


Ma davvero ho detto che leggere e apprezzare Norwegian Wood significa essere maniaci sessuali ??? :huh: Se è questo è il messaggio che è passato, me ne scuso: non volevo. Anzi, io intendevo spostare la discussione sul piano puramente stilistico ed estetico, proprio per non arrivare a fare del moralismo spicciolo sulla “melma” delle rispettive coscienze, comprese quelle che non hanno alcuna inibizione (detto in amicizia, s'intende ;) )

Poi è vero, nemmeno io ho la competenza di un critico di professione. Però pensavo che dal punto di vista letterario vi fosse comunque qualcosa di immediatamente e unanimemente percepibile come "bello", oppure "brutto". E certe immagini, così come riportate in Murakami, ritenevo fossero oggettivamente brutte, nella forma come nella sostanza. In ogni caso, mai avrei pensato potessero essere addirittura delicatamente sublimi.

Invece tutto è relativo: come il sesso, che in Giappone non è tabù. Eppure ricordo di aver letto qualche mese fa High&Dry della Yoshimoto, che nemmeno m'era piaciuto. Vi si narra la vicenda di Yuko, quattordici anni, che s’innamora di Kyu, il suo maestro di disegno, che ha il doppio dei suoi anni. Anche lì, lunghe passeggiate, tanti dialoghi e mani ... nelle mani. Ma di sesso, neanche l’ombra: che indecenza! B)

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09/05/2017 22:49 #30873 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic "Norwegian wood. Tokyo blues" di Haruki Murakami

Io, parlo da semplice lettore, non voglio giudicare l'opera ma dire solo il mio parere sulle emozioni che mi ha dato.
Per quanto mi riguarda e senza volere fare inutili polemiche, ma cercando di vedere l'opera nel suo insieme. questo romanzo è molto duro, diretto come un pugno, e a volte fa male solo a leggerlo, parla della morte, come di una cosa integrante alla vita, si ci sono scene di sesso, ma nel contesto dell'opera ci stanno dentro per il fatto che i protagonisti, sono dei ragazzi dai 17 ai 20 anni, e chi non ha pulsioni a quell'età.
Ma l'opera non deve essere giudicata da quelle scene che, (neanche io sono un maniaco sessuale):P ma nel suo insieme, e a parer mio mi è piaciuto e mi ha dato emozioni e non mi ha annoiato.
Prendo spunto per leggere altro di questo autore sconosciuto a me ma...sono felice di averlo scoperto grazie al club.
Pier cosa mi consigli dopo questo romanzo d'amore?:whistle: :whistle:


Ho letto 1Q84 in realtà un libro diviso in tre tomi molto più impegnativo di Norwegian wood e più giocato sull'onirico e sul surreale. Se hai voglia di una lunga avventura (sono quasi 1200 pagine) leggilo pure:laugh:

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09/05/2017 22:58 #30874 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic "Norwegian wood. Tokyo blues" di Haruki Murakami


Poi è vero, nemmeno io ho la competenza di un critico di professione. Però pensavo che dal punto di vista letterario vi fosse comunque qualcosa di immediatamente e unanimemente percepibile come "bello", oppure "brutto". E certe immagini, così come riportate in Murakami, ritenevo fossero oggettivamente brutte, nella forma come nella sostanza. In ogni caso, mai avrei pensato potessero essere addirittura delicatamente sublimi.

Invece tutto è relativo: come il sesso, che in Giappone non è tabù. Eppure ricordo di aver letto qualche mese fa High&Dry della Yoshimoto, che nemmeno m'era piaciuto. Vi si narra la vicenda di Yuko, quattordici anni, che s’innamora di Kyu, il suo maestro di disegno, che ha il doppio dei suoi anni. Anche lì, lunghe passeggiate, tanti dialoghi e mani ... nelle mani. Ma di sesso, neanche l’ombra: che indecenza! B)


Credo che nessuno ti obblighi a fare certe letture e se per sbaglio vincendo la tua proverbiale riluttanza ad affrontare autori contemporanei lo hai fatto puoi far presto a rinsavire.

Però la formula matematica che tu cerchi per catalogare la purezza o meno di uno stile letterario non esiste. Esiste però la libertà di leggere ciò che ci aggrada, ci emoziona, ci interessa.

Fattene una ragione.;)

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09/05/2017 23:18 - 09/05/2017 23:20 #30875 da kers

Però mi fa piacere che alla fin fine siano uscite le due paroline magiche ("maniaco sessuale") attorno a cui probbailmente si girava in tondo da un po'.

Ma davvero ho detto che leggere e apprezzare Norwegian Wood significa essere maniaci sessuali ???

No, sono io che ho usato quelle parole, e non si girava intorno a niente perché le ho scritte già dal mio primo post nel topic.
Viste le cose che sono venute fuori, ci terrei a precisare che io non ho giudicato i lettori o gli estimatori di Murakami; è lo scrittore che mi sembra un maniaco perché, come ho già detto, mi trasmette la sensazione di voler camuffare questo suo lato con la poesia. Questo non significa affatto che chi lo apprezza sia un maniaco, né che non ci siano tutte le altre cose di cui avete parlato. Magari è vero che Murakami è profondo e delicato eccetera eccetera ma, nonostante solitudine e suicidio siano temi a me molto cari, purtroppo lui non è mai riuscito a toccare le mie corde (sebbene, come ho detto più volte, La ragazza dello Sputnik mi abbia colpito a modo suo. Ma per ben altre cose).
Ultima Modifica 09/05/2017 23:20 da kers.

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