rikyriky ha scritto: Per quanto riguarda le descrizioni dettagliate sul sesso, che spesso vengono fuori nel romanzo, le potrei spiegare, che in Giappone il sesso non è considerato tabù come da noi, e ne parlano liberamente solitamente, anche persone che non si conoscono molto bene, e lo praticano anche tra amici.
Non saprei: forse urge un viaggio in Giappone ...

Io però credo che un’opera d’arte, e dunque anche letteraria, non possa comunque prescindere dalla forma. E’ per questo che non riesco a comprendere chi (ad esempio su Anobii, ma magari anche qui) arriva a giudicare il libro “bellissimo”, “intenso”, “toccante”, “poetico”, “delicato”, “indimenticabile” ...
Perché sarà anche vero che il gusto e la sensibilità personali possono anche divergere, ma pur senza avere la pretesa di fissare dei rigidi parametri, penso che in certi casi sia possibile distinguere una buona opera da una pessima. In fondo, è tutta una questione di stile.
Forse certi paragoni sono un po’ arditi, ma provate a estrapolare un brano (nemmeno dei peggiori) di
Norwegian Wood e ad inserirlo in un’opera che unanimemente - o da voi stessi - è ritenuta "bellissima", "intensa", "toccante", "poetica", "delicata", "indimenticabile":
– Adesso ce l’hai duro?
– Cosa? Il callo sotto il piede?
– Scemo, – disse Naoko ridendo.
– Se vuoi sapere se ho un’erezione la risposta è sí, naturalmente.
– È doloroso?
– Cosa?
– Averlo duro.
– Doloroso? – ripetei.
– Voglio dire… è difficile da sopportare?
– Hmm … dipende dal punto di vista.
– Vuoi che ti faccia venire?
– Con la mano?
– Sí, – disse Naoko. – Senti, già da un po’ mi preme contro, mi fa un po’ male -.
Mi spostai un pochino.
– Cosí va bene? – dissi.
– Sí, grazie.
– Senti, Naoko… – dissi.
– Sí?
– Sí, vorrei che lo facessi.
– Va bene, – disse lei sorridendo. Poi abbassò la lampo dei miei pantaloni e strinse nella mano il mio pene eretto.
– È caldo, – disse Naoko. Chiuse gli occhi e le sue dita cominciarono a muoversi piano piano.
– Ci sai fare, sai? – dissi.
– Su, da bravo, stai zitto, – disse Naoko.
Dopo essere venuto, la strinsi dolcemente e la baciai di nuovo. Naoko si rimise a posto il reggiseno e la maglia e io richiusi la lampo dei pantaloni.
– Adesso ti senti un po’ meglio? – chiese Naoko.
– Sí, grazie a te, – risposi.
Ecco. Da qualunque angolazione lo si guardi, mi pare difficile trovare bellezza o poesia in questa scena. Che ripeto: non trovo tanto scandalosa, quanto letterariamente scadente. Non ha neppure alcuna finalità narrativa, nella sua finta ingenuità (si tenga conto che i protagonisti hanno 20 anni, non quattordici ...), mentre altrove la caratteristica predominante è una scoperta illogicità, demenzialità e tanto, tanto cattivo gusto.
La presenza di questi elementi è sufficiente per me a "sporcare" l'intera opera, immagini "profonde" comprese, ed a bocciarla in blocco: una caduta di stile che trascina a fondo tutto il resto. Eppure, contrariamente a quanto rilevato da Bibba, io ho ancora l'impressione che siano in netta minoranza coloro ai quali il romanzo non è piaciuto (anche per altri motivi, ovviamente), rispetto a coloro che invece l'hanno adorato, o anche solo apprezzato. E mi chiedo come sia possibile, se non appellandosi ad un generico "a me piace". Nell’introduzione al libro si legge però quella che temo possa essere una grande verità: “vi è una specie di incomunicabilità tra coloro che amano svisceratamente il libro e coloro che lo detestano”. Perciò, non ci capiremo mai ...