Mercoledì, 31 Dicembre 2025

"Il colibrì" di Sandro Veronesi

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09/02/2021 19:01 #50755 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic "Il colibrì" di Sandro Veronesi

Nautilus ha scritto: Altra cosa con cui concordo è che il libro di Veronesi è troppo costruito e più vado avanti nella lettura e più questo aspetto è evidente, tanto che in alcune pagine arriva ad essere al limite del credibile.


In che senso costruito?

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

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09/02/2021 19:14 #50757 da nautilus
Risposta da nautilus al topic "Il colibrì" di Sandro Veronesi
Nel senso di creare forzatemente delle coincidenze anche poco credibili
Attenzione: Spoiler!

MEMENTO AUDERE SEMPER

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09/02/2021 19:18 - 09/02/2021 19:19 #50758 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic "Il colibrì" di Sandro Veronesi

Nautilus ha scritto: Nel senso di creare forzatemente delle coincidenze anche poco credibili

Attenzione: Spoiler!


Non mi sembra così assurdo, a volte capitano queste cose. E poi si tratta di un romanzo, non una biografia. Già i personaggi e la storia non hanno nulla di eccezionale, sono persone x disagiate, almeno facciamo capitare qualcosa :laugh: personalmente trattandosi di un romanzo direi che è normale che sia costruito, forse si deve discutere se è costruito bene o male

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

Ultima Modifica 09/02/2021 19:19 da Margarethe.

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09/02/2021 19:30 - 09/02/2021 19:44 #50761 da nautilus
Risposta da nautilus al topic "Il colibrì" di Sandro Veronesi

Margarethe ha scritto: Non mi sembra così assurdo, a volte capitano queste cose. E poi si tratta di un romanzo, non una biografia. Già i personaggi e la storia non hanno nulla di eccezionale, sono persone x disagiate, almeno facciamo capitare qualcosa :laugh:

No Greta dai! Il problema non sta nel ricontrarsi dopo tanti anni con un vecchio amico, in un luogo o circostanza che non ti aspetti, ma è il contorno che non regge. Poi questo continuo farsi carico di colpe
Attenzione: Spoiler!

Intendimi confermo che a me il libro piace, in primis nella sua struttura, salti temporali, lettere, poesie, email, prima persona, terza persona, ecc. Lo trovo originale, forse perchè non ho letto niente di simile.
Mi piace anche il lavoro di analisi del personaggio e sono sicura che al termine della lettura troverò interessante anche il messaggio trasmesso. In alcuni frangenti però ribadisco l'ho trovato troppo costruito.

MEMENTO AUDERE SEMPER
Ultima Modifica 09/02/2021 19:44 da nautilus.

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09/02/2021 19:39 #50763 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic "Il colibrì" di Sandro Veronesi
Ah ho capito, non avevo fatto caso a tutte le colpe

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

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10/02/2021 14:58 #50782 da Federico
Risposta da Federico al topic "Il colibrì" di Sandro Veronesi

Novel67 ha scritto: Terminata la lettura: fatto salvo il messaggio del libro, riassunto nel volo del colibrì che simboleggia la resilienza umana, confermo la totale mancanza di genuinità avuta in precedenza.

Come diceva Vanna, anche a me tutto è parso forzato, studiato. Sembra infatti che l’Autore abbia anzitutto mirato ad accattivarsi la più larga schiera di lettori possibile (l'età consigliata potrebbe essere compresa tra 0 e 99 anni), badando bene a non scontentare nessuno. Ecco allora questa sorta di collage stilistico e contenutistico, fatto di citazioni continue e rimandi più o meno scoperti, in cui si ritrova un po’ di tutto: nozioni d’architettura e medicina, per chi ha studiato; fantascienza e manga, per chi non ama le letture impegnate; scambi epistolari vecchio stile, per chi è romantico; telefonate e messaggini whatsapp, per i più tecnologici; un po’ di musica anni settanta, per i nostalgici; ideogrammi giapponesi e qualche vocabolo ebraico, indiano o coreano, per far sfoggio d’internazionalità e per finire anche qualche parolaccia, che fa sempre "giovane" e "moderno".

Smaccato è poi l’intento di commuovere: e allora via con i vari disturbi della personalità, gli incidenti stradali, aerei e navali, i suicidi, i tumori in serie e l’eutanasia. E per finire, un bell’inno alla fratellanza universale, con la bambina dalla carnagione scura, gli occhi a mandorla e le pupille azzurre. No davvero, non manca proprio niente, se non il dubbio che nell’Autore avrebbe dovuto, a un certo punto, spontaneamente sorgere: ossia che fosse persino troppo!


Ho letto il libro un annetto fa, quindi i ricordi iniziano a sbiadirsi ma Lorenzo mi sembri un po' troppo duro nel giudizio. E' chiaro che non si tratta di un capolavoro immortale, però non mi sembra nemmeno un brutto libro.
Sulle critiche sopracitate: è da tempo che la letteratura (mondiale) ha abbandonato l'ampollosità per l'informalità. Le citazioni e la frammentarietà narrativa sono caratteristiche del romanzo postmoderno, quindi Veronesi è semplicemente figlio del suo tempo, non necessariamente ha scritto quel che ha scritto per essere ruffiano. Io ad esempio non credo che questo sia il caso.
Io credo che la frammentarietà, come ho concisamente accennato nel commento precedente, obblighi il lettore a percorrere il processo di ricostruzione dell'analisi psicologica. Fa in pratica rivivere al lettore ciò che il protagonista ha dovuto sperimentare per prima prendere coscienza di sé e poi cambiare.

Sull'intento di commuovere: è un romanzo sulla resilienza, come ha benissimo centrato Greta leggendo solo un paio di capitoli, per forza che ci sia il dolore. E' il necessario punto di partenza.
Poteva calcare meno la mano, sono d'accordissimo in questo, ma era indispensabile visto il significato di fondo.

A me quello che è piaciuto è stata la metamorfosi del protagonista, che dopo aver preso coscienza di sé, tramite la figlia rinasce come uomo estremamente moderno. Dà una direzione precisa a chi appartiene alla generazione che rischia di diventare "obsoleta" visti i cambiamenti della società.
Alcune soluzioni, come tu e Francesca avete giustamente osservato, sono un po' forzate, e probabilmente se avessi letto in condivisione, quindi prestandomi a un'attenzione critica migliore di una lettura "normale", avrei visto il romanzo con occhi differenti, ma in generale non l'ho giudicato un brutto libro, anzi mi ha fatto venir voglia di conoscere meglio quest'autore.

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10/02/2021 18:47 - 10/02/2021 18:49 #50784 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic "Il colibrì" di Sandro Veronesi

Federico ha scritto: Ho letto il libro un annetto fa, quindi i ricordi iniziano a sbiadirsi ma Lorenzo mi sembri un po' troppo duro nel giudizio ...


E’ vero, Federico: ci sono andato giù duro. Ma credimi se ti dico che ritengo pure d'essermi parecchio trattenuto: Murakami l'avevo trattato assai peggio (ai tempi tu non c'eri ancora) :) .

Sicuramente è una lettura che m’ha indispettito, tanto, sicché sarebbe stato impossibile esprimere un giudizio equilibrato. Per certi versi, è stata un po’ una “vendetta” B) .

Ciò non toglie ch’io pensi davvero ciò che ho scritto, ed ho provato a spiegarne il motivo, senza limitarmi al classico “mi piace/non mi piace”. Perché pur rispettando i gusti di ognuno, non tutto per me è soggettivo.

Dici che il romanzo postmoderno (è in questa definizione che rientra Il Colibrì ?) ha assunto ormai altre caratteristiche, che non sono più quelle del Gattopardo , per restare al confronto che avevo istituito. Ma davvero il contrario di informale è ampolloso, nell'accezione negativa del termine? Davvero per rendere partecipe il lettore occorre abbassare il registro della scrittura a livello di poco superiore a quello d'una conversazione tra amici, o d'una telefonata? E quella frammentarietà che ritieni indispensabile al processo di ricostruzione dell’analisi psicologica non l’avevano già sperimentata Virginia Woolf e James Joyce con il flusso di coscienza?

Sulla necessità del dolore, sono d’accordo; ma il troppo stroppia, e moltiplicando le disgrazie (le ho elencate, e ci sono tutte) il rischio è che si scada nel grottesco, come a volte accade nella cosiddetta Tv del dolore.

Sono d’accordo poi con Greta quando dice che un’opera letteraria è normale sia "costruita". Anche Il Gattopardo, anche la Divina Commedia , lo sono. La costruzione però non può prescindere dall’ispirazione, altrimenti è manierismo. E ricordando alcune letture passate, posso dire che nel romanzo di Veronesi non ho riscontrato alcuna originalità (che non significa plagio), né nella forma, né nel contenuto (facendo appunto eccezione per la tematica della resilienza).

Ma è possibile ovviamente anche vederla in altra maniera, opposta alla mia. Sui gusti personali, poi, non si discute. Spero perciò non l'abbiate presa a male, se ho calcato un po' la mano: non ce l'avevo con voi, e neppure ce l'ho più con Veronesi, cui nella mia pagella personale ho ormai già saldato il conto rifilandogli un bel 4 :cheer:
Ultima Modifica 10/02/2021 18:49 da Novel67.
I seguenti utenti hanno detto grazie : vanna, nautilus, Margarethe, Federico

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10/02/2021 21:03 - 10/02/2021 21:11 #50790 da Federico
Risposta da Federico al topic "Il colibrì" di Sandro Veronesi

Novel67 ha scritto: Dici che il romanzo postmoderno (è in questa definizione che rientra Il Colibrì ?) ha assunto ormai altre caratteristiche, che non sono più quelle del Gattopardo , per restare al confronto che avevo istituito. Ma davvero il contrario di informale è ampolloso, nell'accezione negativa del termine? Davvero per rendere partecipe il lettore occorre abbassare il registro della scrittura a livello di poco superiore a quello d'una conversazione tra amici, o d'una telefonata? E quella frammentarietà che ritieni indispensabile al processo di ricostruzione dell’analisi psicologica non l’avevano già sperimentata Virginia Woolf e James Joyce con il flusso di coscienza?

Sulla necessità del dolore, sono d’accordo; ma il troppo stroppia, e moltiplicando le disgrazie (le ho elencate, e ci sono tutte) il rischio è che si scada nel grottesco, come a volte accade nella cosiddetta Tv del dolore.


Premetto che ovviamente sono d’accordo sulla questione del gusto personale, non sto assolutamente cercando di convincerti che il romanzo sia bello. Sto elaborando le mie ragioni anche in confronto alle tue, ben rispettando la soggettività del giudizio.

Detto questo, forse “ampolloso” non è il termine adatto, cercavo solo di rendere un’idea di artificiosità negativa. Così come, d’altro canto, informale non significa appiattito e senza bellezza.
Per farti capire l’intento dell’autore (almeno per come lo interpreto io, non ho mai parlato con Veronesi!) faccio un paragone con i film: fino a fine anni ‘80 i film erano interamente doppiati, anche in lingua originale.
Dopo decadi di sonoro registrato in presa diretta, vedere Mastroianni che parla in assoluto silenzio e con le distorsioni dei microfoni di allora, non può che apparire anacronistico.
La stessa cosa avviene in molti romanzi degli ultimi 60 anni, si è lasciata la sofisticazione per la naturalezza. Poi non tutti lo fanno, chiaro, ma l’obiettivo è arrivare al bello senza abbellire, rimuovere il trucco dai visi, i barocchismi.
Con questo non dico che Veronesi ci sia riuscito, sia ben chiaro, spiego solo le ragioni che stanno dietro allo stile.

La frammentarietà non è indispensabile, non l’ho detto. Ci sono tanti romanzi contemporanei che non sono frammentari. È stata una scelta dell’autore che semplicemente cercavo di inquadrare. Magari l’interpretazione che ho dato io è completamente sballata e figlia di quel che mi son fumato ieri sera.

Sono d’accordo sul rischio di andare oltre col dolore, e infatti nel commento precedente mi ero dichiarato tale. Io non ho avuto l’impressione che l’autore sia scaduto nel sentimentalismo, ma qui forse la memoria mi inganna.
Ultima Modifica 10/02/2021 21:11 da Federico.

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11/02/2021 11:50 #50802 da nautilus
Risposta da nautilus al topic "Il colibrì" di Sandro Veronesi
Terminata la lettura lascio il mio commento definitivo. Il giudizio è tiepido.
Cosa mi è piaciuto
La sua struttura, che personalmente ho trovato originale, fatta di lettere, messaggi whatsApp, email, poesie, ricordi, elenchi. La narrazione, scorrevole e a tratti elegante. E' un libro che si lascia leggere bene, meglio nella prima parte che nella seconda, dove l'autore diventa un po' pesante. La storia mi è piaciuta. Il protagonista è una sorta di eroe che resiste con forza ai dolorosi lutti, agli amori infelici, alla disgregazione sia della famiglia di origine che di quella che ha costruito, alla malattia. In Marco Carrera c'è sempre un atteggiamento positivo, coraggioso nell'affrontare la vita e questo è un bel messaggio. C'è sempre una ragione per andare avanti anche quando tutto sembra perduto.
Ho versato anche una lacrimuccia al termine, cosa che non è accaduta con la morte di Jean Valjean di Hugo. Segno comunque che Veronesi è riuscito a toccare le corde della mia sensibilità, ha saputo coinvolgermi e farmi sentire parte della storia.
Cosa non mi è piaciuto
A tratti ho trovato il romanzo troppo costruito (sopratutto nella seconda metà), troppe coincidenze al limite della credibilità e poi il discorso sulla nipote e l'Uomo nuovo, troppo forzato.
Non è mi è piaciuta la presunzione di Marco Carrera, va bene che è un eroe, ma per esserlo fino in fondo un briciolo di umiltà dovrebbe averla. Lui invece si accolla tutte le responsabilità e le colpe degli eventi drammatici, e non solo, che gli sono capitati, anche quando non ce n'è motivo, ma poi da ogni situazione sembra che ne esca con facilità, troppa facilità. Va bene l'atteggiamento positivo, ma l'immagine che esce fuori di Marco Carrera non è quella di un uomo normale, ma di un supereroe. L'autore forse ha messo poco in evidenza il travaglio interiore del protagonista e questo non mi ha consentito di entrare in empatia con lui. Di fronte ad ogni sua disgrazia, sapevo che Marco avrebbe trovato la soluzione, con facilità, ripeto troppa facilità. E questo non è credibile, soprattutto di fronte a ciò che gli è capitato.
Ultimo appunto. Marco è circondato prevalentemente da donne, che però non escono bene da questo racconto. Sono tutte più o meno "disturbate"... alla fine anche l'Uomo nuovo confessa di andare da uno psicoanalista.
Sono curiosa di leggere Caos Calmo, per avere un giudizio più completo sull'autore.

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27/09/2023 11:25 - 27/09/2023 11:25 #64272 da silviArki
Risposta da silviArki al topic "Il colibrì" di Sandro Veronesi
Era molto tempo che desideravo leggere questo libro, subito dopo essere uscita dal cinema in una serata nebbiosa e fredda di novembre ed aver visto il film da cui è tratto (che consiglio perché molto ben interpretato da tutti gli attori ed, in particolare, da Kasia Smutniak nella parte di Marina che mi ha sorpreso tantissimo ed ho trovato grandiosa in un personaggio assai complesso). Solitamente non vedo i film prima di aver letto il libro ma in questo caso posso dire che la visione ha aiutato lo scorrere della lettura. Ritengo che questo romanzo vada letto da tutti almeno una volta nella vita, riletto a distanza di tempo per carpirne ulteriori sfaccettature, denso di significati mi permetto di inserirlo nei classici che tutti dovremmo avere “su carta” a casa. Mi è piaciuta la suddivisione dei capitoli per anni, il salto temporale tra passato e presente mi fa pensare allo scorrere della vita. Quando non ci capita di pensare a quello che è stato?! Ritrovando un ricordo in casa, ad esempio, come Marco che fa nelle mail al fratello Giacomo ripercorre dei momenti della vita familiare mentre inventaria i plastici del padre e le foto scattate dalla madre. Alcuni lettori che conosco hanno trovato disagevole questo metodo di scrittura, io l’ho trovato perfetto per raccontare come i sentimenti si trasformano nel tempo e per capire come le sensazioni provate dai protagonisti si siano generate successivamente ai fatti accaduti. C’è tanto dolore in questo libro, non solo nei lutti prematuri di Irene e Adele che segnano il destino di tutta la famiglia Carrera, ma anche nella rottura di un’amicizia tra Marco e Duccio, in un rapporto d’amore (ma si può veramente definire tale ?!) mai realizzato ma solo idealizzato con Luisa. Ma c’è anche speranza, rinascita perché in ogni caso “si supera tutto” potrebbe dire qualcuno. Io dico che non si supera ma si cerca di vivere e “il colibrì “ lo fa grazie ad una piccola bimba dal nome giapponese che è un regalo della figlia morta, un dono verso la vita che comunque vada…..va avanti. La scelta “finale” di Marco può essere stessa un inno alla vita, secondo me, una decisione difficilissima per chi si trova ad affrontarla ma che chiude il cerchio con la morte della sorella nello stesso luogo molti anni prima; un ricongiungimento con il passato che è sempre e comunque nel presente che viviamo e che segna il nostro futuro.Vorrei concludere la mia personale recensione riportando una citazione dall’incontro, dopo quarant’anni, tra Marco e l’Innominabile che nella frase finale rappresenta, secondo me, una delle tante chiavi di lettura di questo grande romanzo. Come i lupi noi viviamo e soffriamo per diventare quello che siamo.

Poi però sono sopraggiunti i cambiamenti, all’improvviso, e ora si fanno compassione l’un l’altro. Ma l’Innominabile è solo, e vecchio, e alla fine, mentre Marco Carrera sembra suo figlio, è in forma e vede ancora il futuro, perché ha Miraijin. D’un tratto gli è chiaro il disegno che lo ha portato fin lì: l’intuizione di Carradori nel regalargli quell’amaca, la propria sfrontatezza nel farne l’uso che ne ha fatto, alla faccia del nonno amorevole che si sforza di essere e che tutti credono che sia – era tutto puntato su quel 29 febbraio, giorno che non esiste. E anche tutto l’amore che è stato sparso nel mondo, tutto il tempo che è stato sperperato e tutto il dolore che è stato provato: era forza, tutto, era potenza, era destino, e puntava lì.     – I lupi non uccidono i cervi sfortunati, Duccio – dice – Uccidono quelli deboli.

"Leggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma"

(Cesare Pavese, Il mestiere di vivere)
Ultima Modifica 27/09/2023 11:25 da silviArki.

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Avatar di Mrosaria Mrosaria - 31/12/2025 - 17:19

Ciao a tutti, mi sono iscritta per provare un'esperienza di lettura condivisa. Buon anno insieme!

Avatar di Panadia Panadia - 30/12/2025 - 23:45

Ciao a tutti,Sono una lettrice non molto assidua, mi sono appena iscritta con l' intento di farmi ispirare da voi dai vostri consigli.

Avatar di paolacelio61 paolacelio61 - 29/12/2025 - 11:31

Scusatemi ieri ho sbagliato ed addirittura confuso il giorno l'incontro era il 28 e non il 29. Quindi vorrei prepararmi per il prossimo mi dite dove posso trovare le informazioni, grazie.

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Buon Natale!

Avatar di guidocx84 guidocx84 - 21/12/2025 - 16:13

Ciao Stefania, certo che può esserle d'aiuto. Qua leggiamo e scriviamo, ci confrontiamo e col tempo ci apriamo. La lettura diventa strumento di condivisione e crescita. Vi aspettiamo ;)

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Ciao sono Stefania mamma di una 23enne booklover amante di romance e thriller Mi sono iscritta al club perché ho bisogno di capire se può essere di aiuto a mia figlia in questo periodo difficile

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Avatar di mulaky mulaky - 29/10/2025 - 10:03

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Avatar di bibbagood bibbagood - 27/10/2025 - 19:21

Ciao Cristina, in che senso? Oggi sei riuscita a scrivere sul forum :-/ scrivimi una mail (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) con l'errore che ti esce quando provi a fare cosa ;)

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