Salve a tutti! 
Ho iniziato ieri a leggere e ho terminato la prima parte. Mi trovo con tutti i commenti che ho letto, e noto che tutti ci siamo sentiti disturbati per le medesime scene. 
Per quanto orrendi, certi ragionamenti purtroppo fanno parte della cultura coreana, una cultura collettivista in cui il bene del singolo non conta niente rispetto all'adesione al bene di massa. La figlia deve quindi obbedire al padre; il marito sottomette la moglie in quanto legittimo capofamiglia; la preoccupazione principale della madre è che la figlia non getti i soldi, il tempo e gli sforzi dei genitori, senza indagarsi tanto sulle motivazioni retrostanti. 
Posso dire che l'ospedale è vergognoso? 

Ho un'idea sulla situazione psichica della moglie, ma aspetto di leggere altro per sbilanciarmi. Sono importantissimi gli spezzoni di dialogo interno della moglie, e apprezzo molto che ci siano perché ci danno contezza di come viva internamente questa donna. 
 

Grazie Serena per aver accennato ai sogni, voi come li interpretate? Perché sicuramente hanno tutti come filo conduttore un forte disagio che deve essere sfogato, però le immagini sono molto diverse. In alcune sembra che l'essere carnivori corrisponda a sentirsi degli assassini predatori, altri invece fanno pensare che il sangue e la carne siano parte della nostra natura, altri ancora si soffermano più su un senso di straniamento per la vita che vive, quasi il pensiero precursore di un possibile atto suicida.


Secondo me l'ospedale riflette la cultura (purtroppo non solo coreana) in cui dei problemi psichici bisogna vergognarsi e quindi meglio non parlarne, devono essere tenuti tra le mura domestiche, rispetto a malattie più "evidenti" nel senso di fisiche nei disturbi psichici si dà spesso la colpa alla persona malata, perché è colpa sua, ha fatto sicuramente qualcosa di sbagliato, non è in grado di controllarsi quando potrebbe semplicemente sforzarsi di più. Anche il marito afferma arrabbiato che è lui la vittima, come se qualcuno lo avesse fregato dandogli in moglie una persona che non riesce a controllare. 
e la famiglia si vergogna di questo, quindi è "normale " che in una cultura così I medici preferiscano non mettere bocca in queste questioni.
 

Secondo me i sogni sono qualcosa che dovrebbero aiutarci a capire di più la psiche della protagonista, sono qualcosa che lavorano dentro di lei, le fanno del male e lei è la prima a voler trovare un modo per metterli a tacere. E' disposta a tutto per questo.
Quello che non ho ancora capito è perché in quel momento e non prima: credo che debba essere avvenuto qualcosa che abbia fatto scattare la comparsa dei sogni, spero lo capiremo più avanti.

Nel frattempo ho concluso anche la seconda parte e sono sempre più confusa e a corto di parole. 

fiorediloto ha scritto:

Nel frattempo ho concluso anche la seconda parte e sono sempre più confusa e a corto di parole. 

Mi rispecchio in pieno nel tuo stato d'animo...ho completato la lettura non senza indispensabili interruzioni dinanzi a scene raccapriccianti in ospedale... attendo di far decantare le emozioni per commentare la seconda la terza parte...

bibbagood post=68886 userid=1044Grazie Serena per aver accennato ai sogni, voi come li interpretate? Perché sicuramente hanno tutti come filo conduttore un forte disagio che deve essere sfogato, però le immagini sono molto diverse. In alcune sembra che l'essere carnivori corrisponda a sentirsi degli assassini predatori, altri invece fanno pensare che il sangue e la carne siano parte della nostra natura, altri ancora si soffermano più su un senso di straniamento per la vita che vive, quasi il pensiero precursore di un possibile atto suicida.

Io nei sogni ci vedo un parallelismo tra la moglie e gli animali negli allevamenti intensivi: entrambi vivono in cattività, seviziati, picchiati, maltrattati e infine mattati, senza rispetto e senza possibilità di ribellione.
Questo rifiuto della carne mi sembra un rifiuto della violenza, che però, esattamente come un animale in cattività, la moglie sente crescere forte in lei. 
Non mi sbilancio oltre perché se la mia ipotesi è corretta spoilero   io personalmente sto seguendo questa linea interpretativa.
Ho ancora due parti davanti, chissà come si evolverà la storia 
​​

bibbagood post=68886 userid=1044Secondo me l'ospedale riflette la cultura (purtroppo non solo coreana) in cui dei problemi psichici bisogna vergognarsi e quindi meglio non parlarne, devono essere tenuti tra le mura domestiche, rispetto a malattie più "evidenti" nel senso di fisiche nei disturbi psichici si dà spesso la colpa alla persona malata, perché è colpa sua, ha fatto sicuramente qualcosa di sbagliato, non è in grado di controllarsi quando potrebbe semplicemente sforzarsi di più. Anche il marito afferma arrabbiato che è lui la vittima, come se qualcuno lo avesse fregato dandogli in moglie una persona che non riesce a controllare. 
e la famiglia si vergogna di questo, quindi è "normale " che in una cultura così I medici preferiscano non mettere bocca in queste questioni.

Ti ringrazio per questa tua riflessione, mi hai aperto un nuovo punto di vista! 

Visto che il resto del Libro sembra prendere forse e in parte un'altra direzione, torno a commentare alcune parti del primo capitolo.

A ristorante, durante la cena di lavoro di lui, si sprecano i luoghi comuni sul vegetarianesimo e in particolare io non sopporto quando anche ai giorni nostri e nel nostro contesto culturale la gente dice ancora: l'uomo è sempre stato un cacciatore, gli scheletri ritrovati confermano che abbiamo sempre mangiato carne, "mangiare carne è un istinto basilare dell'uomo, il che vuol dire che essere vegetariani è contrario alla natura umana [..]. È semplicemente innaturale."

Se questa è la tesi contro il vegetarianesimo, allora dovremmo mangiare carne cruda, non trattata, come faceva l'uomo migliaia d'anni fa, visto che non è neanche naturale far cuocere e condire la carne in mille modi diversi e allevare animali in modo che la carne conservi un determinato sapore. Se a questo si ribadisce che ci siamo evoluti e ora sappiamo come cuocere e conservare la carne in modo tale che sia migliore per la nostra salute, bè allora visto che ci siamo evoluti possiamo anche non mangiare carne se ci siamo accorti che l'uomo di millenni fa forse non aveva le conoscenze che abbiamo noi adesso. Inoltre è il solito discorso che lascia il tempo che trova: 50.000 anni fa (come l'esempio del libro) c'era il consumo spropositato di carne, gli allevamenti intensivi, disboscamenti e via dicendo di adesso? Non credo, per fare paragoni simili bisognerebbe prendere in considerazione tutti i fattori e non solo "l' uomo di natura è non solo onnivoro ma anche un predatore".

Onde evitare fraintendimenti, non sono vegetariana e non voglio dimostrare assolutamente che uno stile di vita sia migliore di un altro, penso però il libro riproponga conversazioni che molti di noi hanno già vissuto e su cui magari è interessante fermare a riflettere

Io sono alla seconda parte, ma vorrei anche io tornare sulla prima.
È evidente che le relazioni coniugali e familiari descritte riflettono un sistema ampiamente patriarcale. La donna è chiaramente subordinata all'uomo e il suo ruolo è soddisfarne le esigenze di ogni tipo. Anche il matrimonio mi sembra combinato.
Mi chiedo perciò in che anni il libro sia ambientato. Non conosco la società sudcoreana, ma fatico a pensare che l'autrice descriva la realtà del momento in cui ha pubblicato il libro (2007).
Anche il dibattito sul vegetarianesimo durante la cena sembra molto retrogrado e attualmente poco realistico. Sebbene molti siano attualmente a favore della carne, nessuno o quasi si spinge a imporre agli altri di mangiarla; semmai è in alcuni ambienti del vegetarianesimo che si ritrova la pretesa opposta, cioè di vietare di mangiare carne in generale. 
Specifico che non sto dicendo che essere carnivori o vegetariani sia giusto o sbagliato. Il mio quesito attiene solo alla ambientazione del romanzo. 

Sempre durante quella cena, il marito cerca di trovare una giustificazione al comportamento della moglie dicendo che non mangia carne a causa di una gastrite (premettendo che è ovvio che il vegetarianesimo non ha niente a che fare con disturbi mentali, questo espediente del marito è un esempio di quello che intendevo ieri: è difficile spiegare comportamenti che riteniamo strani, cerchiamo di ridurre la questione a un problema fisico, che per noi è più facile da accettare e di cui non ci sentiamo a disagio a parlare). A quel punto i commensali tirano un sospiro di sollievo e affermano che menomale che non devono mangiare con una vera vegetariana, visto che sarebbe pesante "condividere un pasto con qualcuno che pensa che mangiare carne sia una cosa disgustosa, solo perché lo fa sentire personalmente così." Penso sia anche un'affermazione interessante e vera: penso sia molto più facile capire chi ha uno stile di vita diverso dal nostro, tipo chi è vegetariano o vegano, se ci sentissimo tutti liberi di avere lo stile di vita che vogliamo, senza essere giudicati. È sì importante che uno faccia la sua scelta (ad esempio rimanendo onnivario, o mangiando carne tutti i giorni, ecc) consapevolmente e non perché "è sempre stato cosí e quindi è giusto così" ma una volta che uno ha deciso che cosa vuole fare, è giusto che la sua scelta venga rispettata. Non vuol dire che bisogna provocare, come mi è purtroppo successo di vedere, e quindi ordinare apposta un sacco di carne e dire quanto è gustosa ecc, semplicemente ognuno mangia quello che gli pare e rispetta l'altro e quello che mangia, si può sensibilizzare su alcuni temi anche senza rompere le scatole alla gente, perché così è improbabile che la gente ti prenda seriamente, ma assocerà il tuo stile di vita con un qualcosa di fastidioso e agirà quindi nel modo opposto.

voi che ne pensate? Se sì è ad esempio vegetariani è invece giusto essere coerenti e cercare di argomentare la propria scelta in ogni occasione e non farsi andare bene di stare in compagnia di qualcuno che sapendo che siano vegetariani, ordina comunque carne in nostra compagnia?

@davide, anche io mi sono chiesta quando è ambientato e secondo me inizio anni 2000 invece ci sta, sia per l'accenno ai cellulari, sia perché credo che prima il vegetarianesimo non potesse essere considerato "una moda" come invece si afferma nel libro...ma non conoscendo la società coreana, non saprei proprio.