Mercoledì, 31 Dicembre 2025

"USA coast to coast" di Mauro Buffa

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07/04/2021 22:24 #51914 da Mattia P.
Risposta da Mattia P. al topic "USA coast to coast" di Mauro Buffa
@Margarethe mi dai modo di elencare altre ragioni per la mia infatuazione americana. Come non menzionare la musica americana?! Il Jazz che nasce proprio a New Orleans, il rock, il country: tutta musica che adoro.

A tal proposito ho invidiato non poco i nostri viaggiatori che per soli 22 dollari hanno potuto visitare la Rock and Roll Hall of Fame and Museum!

Ovviamente ci sono molti aspetti dell'America che non mi piacciono. Quello che hai citato è solo uno, anche se sicuramente non trascurabile. Anche come indole, l'americano non mi piace. La mia esperienza personale è che dietro ad una estrema politeness, che manifestano per esempio nella disponibilità ad aiutarti, c'è però un confine invisibile che non và oltrepassato. Con tutte le eccezioni del caso, la tendenza predominante che ho notato è stata quella di persone chiuse, che non lasciano troppo entrare.

La lettura procede con molto interesse. Devo iniziare il capitolo intitolato central.

Sono rimasto tristemente colpito dalla realtà delle riserve dei nativi americani.

Ricordo che anch'io rimasi impressionato dal costo ridicolo della benzina, dall'enorme quantità di suv e pickup, dal livello di obesità e dalla tendenza degli americani ad accompagnarsi ai piu svariati beveroni (dal 1/2 litro in su). Mi sono chiesto anche se il coast-to-coast costi di più in autobus oppure affittando una macchina.

Mi è piaciuta la storia di Annie, anche solo per il fatto che un ideale (giusto o sbagliato che sia) possa portare a mettersi in moto, a mettersi in viaggio, per andare incontro all'altro. Poi in un viaggio, qualche cosa succede sempre.

"Bea sostiene che leggere è un'arte in via di estinzione e che i libri sono specchi in cui troviamo solo ciò che abbiamo dentro di noi, e che la lettura coinvolge mente e cuore, due merci sempre più rare"

Carlos Ruiz Zafon
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07/04/2021 22:53 - 07/04/2021 22:54 #51916 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic "USA coast to coast" di Mauro Buffa
Sono davvero tantissime le cose che, anche inconsciamente, ci attirano degli Stati Uniti.

A quelle che avete citato aggiungo il famoso “Sogno americano”, Hollywood (film e star system), la NASA (lo sbarco sulla Luna è stata una battaglia che USA e Russia hanno combattuto anche e soprattutto per accrescere la loro fama agli occhi del mondo e adesso, con Marte e SpaceX, la storia si ripete e la Cina lo ha capito e si sta attrezzando per sbarcare nel lato oscuro della Luna in un prossimo futuro), la vittoria della Seconda Guerra Mondiale (in fondo, ci hanno liberati loro dal nazi fascismo), e tante altre cose che adesso non mi vengono in mente ma che hanno contribuito a rendere gli Stati Uniti così appetibili agli occhi del Mondo.
Io ci aggiungo anche lo sport perché sono appassionato di pallacanestro e la NBA è stata una fucina di talenti incredibili che hanno impreziosito la storia mondiale di questo sport.

Sinceramente non so se vorrei viverci negli Stati Uniti (mio cognato è di San Diego e si è trasferito a Sesto Fiorentino e mi pare molto contento) :D
Però sicuramente vorrei fare tantissimi altri viaggi e scoprirla molto più a fondo di quanto ho potuto fare fino ad ora :)

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Ultima Modifica 07/04/2021 22:54 da guidocx84.

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08/04/2021 12:43 #51923 da Paulo
Risposta da Paulo al topic "USA coast to coast" di Mauro Buffa

Margarethe ha scritto:
Voi siete stati/e negli Stati Uniti? Se sì, dove?


Ci sono stato per ragioni familiari due volte, una cosa in stile Carramba che sorpresa, dopo lunghe ricerche ho trovato eredi del mio prozio emigrato nel 1909. Ma non voglio tediarvi con questa storia.

Di base stavo a Los Angeles, che giravo sui mezzi pubblici quando non mi scarrozzavano. E' vero, delle auto, sono uno status quo, muoversi su autobus e metro non è usuale per loro. Perlopiù sono mezzi usati da studenti e persone con un tenore di vita basso, e da tante persone sono considerati anche pericolosi. In alcune situazioni neanch' io mi sono sentito a mio agio.

Sono stato 5 giorni a San Francisco, una città bellissima e da vedere assolutamente. Ma le cose base costano di più rispetto a LA, come ad esempio un caffè da Starbucks o i biglietti dei mezzi pubblici, che lì sono perlopiù tram. La gente mi è sembrata più nervosa che a LA, dove ho percepito un clima più rilassato. Arrivato alle 5 di mattina in autobus ho percorso una decina di isolati di Market Street in mezzo agli homeless, uno spettacolo penoso che era stato ripreso anche in una puntata dei Griffin. Il quartiere Mission è abbastanza pericoloso di notte, girarvi da soli è sconsigliato dopo una certa ora. Assolutamente da vedere Castro, Alcatraz è costosissima, richiedeva prenotazione e ho rinunciato senza nessun rimpianto. Mi piacevano molto i saliscendi tra Chinatown e North Beach, quella che era Little Italy e nel quale si trovano la libreria di Lawrence Ferlinghetti e il museo della Beat Generation.

Los Angeles la preferisco, anche se la gente quando lo dico non ci crede. Ho avuto la fortuna di dormire a Venice Beach, e passeggiare o pedalare da lì fino a Santa Monica era sempre piacevole. Poi mi era piaciuto di brutto il Griffith Observatory, dove fanno una proiezione 3d sull' origine dell' Universo da paura e dal quale si può vedere un bellissimo panorama della città, nonchè la celeberrima e abbastanza inutile scritta di Hollywood.
Bellissimi anche i musei Lacma, il Getty, altro posto da cui si gode di un bellissimo panorama, e il Tar Pit Museum, di fianco allo stesso Lacma.
Poi mi sono entusiasmato un paio di volte a vedere giocare i Los Angeles Lakers, perchè adoro la NBA. E' comunque un' esperienza interessante perchè durante gli spettacoli sportivi si comportano in maniera molto più civile di quanto non succeda in Italia negli stadi del calcio, per esempio. Lì non esistono cori razzisti, no way.

Sono stato anche a San Josè, un paio di giorni. Una bellissima libreria di usato, una città più a dimensione d' uomo, ma perlopiù mi interessava per ragioni familiari essendo mio prozio, sua moglie, e due dei loro figli vissuti e sepolti lì. Una cosa che mi è piaciuta è l' efficienza negli uffici pubblici, dove persino io che non sono un drago con l' inglese ho potuto reperire dei documenti che riguardavano la mia famiglia. Cosa a sfavore, ma questo ovunque sono stato, si paga tutto, anche i documenti anagrafici. Monetizzano tutto, è una cosa irritante per me. In Italia, e ho potuto constatare anche in Francia, non è così.

Di New York ne parlo un' altra volta.

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08/04/2021 19:26 #51931 da Paulo
Risposta da Paulo al topic "USA coast to coast" di Mauro Buffa

guidocx84 ha scritto: la vittoria della Seconda Guerra Mondiale (in fondo, ci hanno liberati loro dal nazi fascismo)


E' una cosa curiosa, nessuno sà che il più alto numero di vittime durante la seconda guerra mondiale era di nazionalità sovietica. Senza contare le vittime civili, dei 5.700.000 soldati dell' Armata Rossa fatti prigionieri dai nazisti, 3.300.000 morirono. (Fonte Frediano Sessi, Auschwitz 1940-1945 BUR, pag. 162, citando lo storico Christian Streit). In ogni caso basta digitare "numero di vittime seconda guerra mondiale nel browser" e potrete convenire anche voi.

Ma dopo la spartizione dell' Europa in zone di influenza, conseguenza della fine della guerra, il lavaggio del cervello che abbiamo subito è talmente profondo che non ce ne rendiamo conto.

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08/04/2021 21:56 #51937 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic "USA coast to coast" di Mauro Buffa

Paulo ha scritto: il lavaggio del cervello che abbiamo subito è talmente profondo che non ce ne rendiamo conto.


Sono d’accordo! Anche questo è sicuramente uno dei fattori di cui tenere conto.
E ci aggiungo una considerazione sempre a proposito degli americani e della seconda guerra mondiale.

Qualcuno dice che la storia la scrivono i vincitori e questo può essere un caso lampante.
Pensate a cosa hanno fatto gli Stati Uniti per porre fine alla seconda guerra mondiale. Quelle due bombe atomiche sganciate sulla testa di civili giapponesi come dimostrazione di forza.
Centinaia di migliaia di Giapponesi morti sul colpo ma anche a distanza di mesi e anni a causa delle radiazioni.
Eppure ci viene spesso immediato ricordare le immagini dei soldati americani che portavano la cioccolata agli italiani e che liberavano le nostre città dai tedeschi, talvolta dimenticando il duro lavoro dei partigiani della nostra resistenza.

Come dicemmo qualche tempo fa in un’interessante discussione qua sul Forum, forse uno dei motivi per i quali inconsciamente ragioniamo così è che tendiamo ad essere colpiti meno dagli eventi che si verificano lontano da noi e maggiormente da quelli che ci riguardano da vicino (es. terremoto in Indonesia vs terremoto del centro Italia).
Però se ci fermiamo a riflettere, non possiamo non rimanere colpiti da scelte del genere.

Nel 2017 sono stato alle Hawaii e ho visitato Pearl Harbour.
Ci hanno fatto vedere un filmato che raccontava la storia del conflitto tra americani e giapponesi e vi assicuro che la sensazione guardandolo era proprio quella dello spiccato senso di patriottismo americano di cui parlavo nel mio post precedente. Si respirava nel filmato e tra le persone intorno a noi che lo stavano guardando.
Non voglio arrivare a dire che erano entusiasti di aver raso al suolo Hiroshima e Nagasaki (o almeno spero) ma quello che ho percepito da quel filmato, più che il dispiacere per come sono andate le cose, è stato il senso di potenza, valore, supremazia mostrato al mondo, grazie al quale la guerra è finita. Nel documentario hanno dato maggiore risalto alla distruzione delle navi americane ad opera dei giapponesi e molto meno alle bombe che hanno utilizzato come risposta agli attacchi da parte dei giapponesi.
In quel contesto vi giuro che ci sono stati minuti in cui non mi sono sentito completamente a mio agio...

L’anno dopo invece ho visitato il Giappone e in particolare, giunti ad Hiroshima, abbiamo visitato il museo ed il memoriale della bomba atomica.
Ragazzi, vi assicuro emozioni diametralmente opposte.
Personalmente mi è stato più facile entrare in empatia con ciò che vedevo e con chi con me stava visitando il museo e il memoriale.
Ed il raffronto è stato facile perché ho visitato i due luoghi a distanza di un solo anno l’uno dall’altro, quando il ricordo del primo era ancora fresco.

Questo per dire che è vero che non è tutto oro quello che luccica e gli americani sono i numeri uno nel far luccicare le cose ;)

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09/04/2021 14:41 #51946 da Paulo
Risposta da Paulo al topic "USA coast to coast" di Mauro Buffa

guidocx84 ha scritto: Qualcuno dice che la storia la scrivono i vincitori e questo può essere un caso lampante.
Pensate a cosa hanno fatto gli Stati Uniti per porre fine alla seconda guerra mondiale. Quelle due bombe atomiche sganciate sulla testa di civili giapponesi come dimostrazione di forza.
Centinaia di migliaia di Giapponesi morti sul colpo ma anche a distanza di mesi e anni a causa delle radiazioni.


Ho incominciato a pormi certe domande preparandomi ad un viaggio ad Auschwitz nel gennaio del 2009.
Prima anch' io vedevo i coraggiosi e disinteressati americani come salvatori della vecchia e malandata Europa, poi però ho capito che la verità non è sempre quella raccontata dai libri di storia sui cui studiavamo a scuola.
O che perlomeno quella non è tutta la verità.

Un' altra pagina vergognosa, relativa ad un' inutile bombardamento, fu quella di Dresda .

Ne parla uno dei libri che ho scelto per il gioco delle sorprese letterarie, Mattatoio N°5 di Kurt Vonnegut.

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09/04/2021 14:52 - 09/04/2021 15:06 #51947 da Federico
Risposta da Federico al topic "USA coast to coast" di Mauro Buffa

guidocx84 ha scritto:

Paulo ha scritto: il lavaggio del cervello che abbiamo subito è talmente profondo che non ce ne rendiamo conto.


Sono d’accordo! Anche questo è sicuramente uno dei fattori di cui tenere conto.
E ci aggiungo una considerazione sempre a proposito degli americani e della seconda guerra mondiale.

Qualcuno dice che la storia la scrivono i vincitori e questo può essere un caso lampante.
Pensate a cosa hanno fatto gli Stati Uniti per porre fine alla seconda guerra mondiale. Quelle due bombe atomiche sganciate sulla testa di civili giapponesi come dimostrazione di forza.
Centinaia di migliaia di Giapponesi morti sul colpo ma anche a distanza di mesi e anni a causa delle radiazioni.
Eppure ci viene spesso immediato ricordare le immagini dei soldati americani che portavano la cioccolata agli italiani e che liberavano le nostre città dai tedeschi, talvolta dimenticando il duro lavoro dei partigiani della nostra resistenza.

Come dicemmo qualche tempo fa in un’interessante discussione qua sul Forum, forse uno dei motivi per i quali inconsciamente ragioniamo così è che tendiamo ad essere colpiti meno dagli eventi che si verificano lontano da noi e maggiormente da quelli che ci riguardano da vicino (es. terremoto in Indonesia vs terremoto del centro Italia).
Però se ci fermiamo a riflettere, non possiamo non rimanere colpiti da scelte del genere.

Nel 2017 sono stato alle Hawaii e ho visitato Pearl Harbour.
Ci hanno fatto vedere un filmato che raccontava la storia del conflitto tra americani e giapponesi e vi assicuro che la sensazione guardandolo era proprio quella dello spiccato senso di patriottismo americano di cui parlavo nel mio post precedente. Si respirava nel filmato e tra le persone intorno a noi che lo stavano guardando.
Non voglio arrivare a dire che erano entusiasti di aver raso al suolo Hiroshima e Nagasaki (o almeno spero) ma quello che ho percepito da quel filmato, più che il dispiacere per come sono andate le cose, è stato il senso di potenza, valore, supremazia mostrato al mondo, grazie al quale la guerra è finita. Nel documentario hanno dato maggiore risalto alla distruzione delle navi americane ad opera dei giapponesi e molto meno alle bombe che hanno utilizzato come risposta agli attacchi da parte dei giapponesi.
In quel contesto vi giuro che ci sono stati minuti in cui non mi sono sentito completamente a mio agio...

L’anno dopo invece ho visitato il Giappone e in particolare, giunti ad Hiroshima, abbiamo visitato il museo ed il memoriale della bomba atomica.
Ragazzi, vi assicuro emozioni diametralmente opposte.
Personalmente mi è stato più facile entrare in empatia con ciò che vedevo e con chi con me stava visitando il museo e il memoriale.
Ed il raffronto è stato facile perché ho visitato i due luoghi a distanza di un solo anno l’uno dall’altro, quando il ricordo del primo era ancora fresco.

Questo per dire che è vero che non è tutto oro quello che luccica e gli americani sono i numeri uno nel far luccicare le cose ;)


A riguardo consiglio la visione di due film di Clint Eastwood: Flags of our fathers e Lettere da Iwo Jima. Entrambi raccontano la battaglia svoltasi nell'isola di Iwo Jima, il primo dal punto di vista degli americani, il secondo dal punto di vista dei giapponesi (tratto dalle lettere che i soldati scrivevano in quei giorni). E' un interessantissimo raffronto sulle prospettive differenti delle due fazioni combattenti, di come una stessa battaglia sia interpretata e intrapresa con motivazioni e spiriti a volte simili e spesso opposti.

Sulle atrocità: è stata la guerra più disumana della storia dell'umanità, se fossero stati i nazi-fascisti a scoprire l'atomica per primi non avrebbero esitato ad usarla. Così i russi e così gli inglesi. Le atrocità in quella guerra non si contano, da Marzabotto, ai bombardamenti delle varie città, alla battaglia di Stalingrado, anche solo farne un elenco è impossibile.
Pensate a che punto, addirittura, arrivarono gli inglesi: per non far capire ai nazisti che avevano scoperto il modo di decrittare i messaggi tedeschi (grazie ad Alan Turing), lasciarono bombardare Coventry, nonostante sapessero che l'avrebbero attaccata. La città venne così distrutta che persino nel vocabolario italiano esiste la parola "coventrizzare", che significa "radere al suolo".

Non si possono dare giudizi morali sulla seconda guerra mondiale. Lì l'Uomo ha mostrato il peggio di sè.
Ultima Modifica 09/04/2021 15:06 da Federico.

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09/04/2021 15:14 #51948 da Paulo
Risposta da Paulo al topic "USA coast to coast" di Mauro Buffa
Capisco che il tuo sia un punto di vista comprensibile. La guerra tira fuori il peggio delle persone, ci sono stati ebrei che denunciavano altri ebrei per aver salva la pelle, come scrive anche Hannah Arendt ne La Banalità del Male.

Ma non sono completamente d' accordo, quello che hanno fatto i tedeschi nei campi di concentramento non è giustificabile neanche in un contesto come la seconda guerra mondiale. E non lo sono neanche le stragi di civili come Dresda, Marzabotto, le Fosse Ardeatine, Hiroshima e Nagasaki...un conto è attacare una postazione militare, un conto è prendersela con gente inerme.

Grazie per i titoli comunque :)

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09/04/2021 17:45 #51951 da Giami23
Risposta da Giami23 al topic "USA coast to coast" di Mauro Buffa
Ciao a tutti! Termino "ai confini dell'Asia" e vi raggiungo !

Scusate ultimamente sono sempre in ritardo ma ho tante letture tra le mani XD

“Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la
consolazione nel cuore. Altri mi insegnano a conoscere me stesso.”

(Francesco Petrarca)

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09/04/2021 18:15 #51956 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic "USA coast to coast" di Mauro Buffa
Tornando sul tema del topic, questa notte complice l'insonnia (pensieri, vecchiaia, ecc. :laugh: ) ad un certo punto ho pensato che non fosse il caso di passare la notte a rigirarmi nel letto e così mi sono alzato, mi sono fatto una bella camomilla calda con miele e mi sono sparato svariati capitoli di questo bel libro! :laugh:

Ho completato il viaggio in treno da Chicago a New Orleans e mi sono vissuto anche tutta New Orleans!

Attenzione: Spoiler!


Ho apprezzato molto le descrizioni del quartiere francese di New Orleans e anche le chiacchierate che l'autore ha avuto modo di fare sul treno con i passeggeri che ha incontrato e con i rangers volontari.

E che spettacolo dev'essere la carrozza panoramica dell'Amtrak! Qua ho trovato un resoconto del medesimo viaggio ma al contrario se vi interessa dargli una rapida occhiata.



In certi momenti mi è sembrato quasi di essere lì con Buffa. Questo stile di scrittura semplice, sobrio, non ricercato, lo trovo molto efficace per un libro di letteratura di viaggio. Pochi fronzoli stilistici e tanta concretezza.

Buffa crea un mix perfetto tra ciò che vede (e che anche noi potremmo vedere se visitassimo i luoghi che ha visitato) e l'esperienza di viaggio che vive in prima persona. Non annoia mai.

Sono arrivato al 50% della lettura e mi accingo ad iniziare la parte del libro denominata Mountain.

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