SARA1984 ha scritto: Sono sicura che tu sia stata obbiettiva nella recensione e altrettanto sicura che tu l'abbia letto il libro ma non mi sono trovata con le tue parole prima che avevo da pico iniziato ed ora ancor di più....
Ma ci sta, ripeto, sono gusti
SARA1984 ha scritto: Nella recensione parli di numerevoli storie che potevano essere evitate messe lì giusto per far pagine ma secondo me ed è un mio parere ogni storia è proprio deve dovrebbe essere nel senso che ogni storia mette un tassello in più alla storia cardine quindi tutte fondamentali.... Non sono ancora arrivata alla fine ma appena termino scriverò la mia impressione sul finale così potremmo confrontarci
Alcune storie, non numerevoli. Più che altro, secondo me, Dicker ha abbondato di pagine per confondere le idee ma poteva usarle, sempre a mio modesto parere, per caratterizzare meglio i personaggi o, anche, decidere di "accorciare" e di "stringere" un po' perché nulla avrebbe tolto a quanto già scritto.
VFolgore72 ha scritto: Rimango invece molto perplesso dalla recensione di mulaky, tanto che mi sono domandato se abbiamo letto lo stesso libro. Ad esempio, non trovo la narrazione "spezzettata e poco dinamica", tutt'altro. Pur sbalzando nell'arco temporale, tra un capitolo e l'altro, ha il grandissimo merito di non confondere mai il lettore.
Proprio perché si cambia arco temporale a ogni capitolo (o quasi), la narrazione è spezzettata. Se prima si parla del presente, con l'idea che la narrazione di quel fatto continui, al capitolo successivo invece si parla del passato. A me non dà proprio l'idea di una narrazione unitaria.
VFolgore72 ha scritto: Il recensore scrive che il lettore non e' invogliato a simpatizzare per i personaggi del libro. Niente di piu' falso, almeno per me. Io ho adorato la esuberanza, il classico snob, il divismo del critico letterario come invece ho mal sopportato i capricci e le richieste esose di Alice.
Se avessi letto anche lo scambio che abbiamo avuto alla Marcia, avresti visto che non sono stata l'unica a non provare empatia con i personaggi e non per mancanza mia, l'empatia è una cosa che non mi manca. E' che manca, a mio parere, una caratterizzazione più profonda dei personaggi e ciò non me li fa conoscere per bene né apprezzare (e neanche disprezzare).
VFolgore72 ha scritto: Inoltre ho notato nella recensione, certe frasi troppo "tout court", senza appello e fin troppo sbrigative per liquidare in maniera quasi fallimentare il libro, oltre una palese contraddizione, cioè quando ha affermato che il lettore difficilmente troverà il colpevole, se non verso la fine del libro. Non e' gia' una grande merito da parte di Dicker, esserci riuscito?
Frasi "sbrigative" sono dovute al fatto che ho cercato di non fare spoiler o comunque di non farne troppi. Forse anche tu sei stato sbrigativo a leggere la recensione perché ho scritto, anche chiaramente, che la lettura mi aveva preso nonostante alcuni nei che avevo riscontrato, ma che poi Dicker si è perso nello spiegone finale: troppo breve, troppo sbrigativo a fronte di quasi 700 pagine. Il fatto che non si sia scoperto il colpevole o, comunque, sia difficile arrivarci da soli è un pregio? Sì, ma non cancella le cose che a mio parere non hanno funzionato.
Ad ogni modo, ricordo a VFolgore che le recensioni sono personali e che ci vengono richieste così, cioè soggettive
VFolgore72 ha scritto: Concludo, rivolgendo una domanda anch'io a Mulaky, ovverosia cosa intende per "gialli fatti a regola d'arte" e se puo' elencare qualche esplicito esempio letterario.
Mi riferisco soprattutto alla Christie con 10 piccoli indiani, L'assassinio di Roger Ackroyd, Assassinio sull'Orient Express, E' un problema; ma anche Il mastino dei Baskerville di Doyle. Oggi posso anche aggiugerci "La donna in bianco" di Collins.