Salve a tutti. Questo è il primo libro che leggo con voi del Club e mi piacerebbe condividere i miei pensieri.
La prima considerazione è che, non fosse stato per voi, non lo avrei mai letto questo racconto... Quindi ottimo risultato!

Venendo a libro in sé, in realtà non mi è piaciuto molto e credo che la ragione sia la profonda differenza culturale tra me, donna occidentale, e il protagonista Eguchi, "vecchio" uomo di cultura orientale.
L'autore è stato veramente eccellente a ritrarre i sentimenti e i pensieri di quest'uomo... su questo niente da ridire, anzi, tanto di cappello. Il problema è che io non li condivido per nulla e li ho trovati maschilisti a dir poco.
Mi è sembrato che il rapporto di Eguchi con qualsiasi donna -dalle belle addormentate, alle amanti, alla moglie - fosse un rapporto a metà, che si concentrava solo sull'aspetto fisico e tralasciava completamente la sfera della relazione emotiva e intellettuale. Se questo è comprensibile rispetto alle donne della casa che sono addormentate, lo è molto meno rispetto alla moglie (praticamente ignorata), le figlie (tra le quali spicca l'ultima, ma solo perché è stata violentata e quindi si torna al tema della corpo della donna vergine/non vergine) e alle amanti, di cui Eguchi ricorda soprattutto particolari fisici.
Il fatto che questo romanzo sia classificato come "erotico" a mio parere non vale come scusa, perché per me la mente è fonte di erotismo quanto e più del corpo.
Addirittura, fino alla fine del libro, sembra quasi che a Eguchi andrebbe bene anche giacere con una morta! Cosa che fortunatamente viene smentita... E questa è l'unica flebile fiammella di speranza che in realtà per Eguchi una ragazza NON valga l'altra e che la voglia viva, nonostante tutti quei pensieri omicidi... brrr! Ma certo, quanto cara è costata questa consapevolezza! È dovuta morire la giovane ragazza bruna perché lui, forse, lo capisse.
Infine, riguardo al tema gioventù/vecchiaia, l'ossessione di Euguchi per i corpi delle giovani donne mi è sembrata da una parte una riconferma del suo maschilismo, dall'altra la dimostrazione che la vecchiaia non gli ha insegnato niente. Per come la vedo io, ogni stagione ha i suoi frutti, ma Euguchi si ostina a voler mangiare fragole a dicembre! Dovrebbe invece riflettere che la stessa natura che lo sta privando della sua virilità, in compenso in teoria dovrebbe avergli donato la capacità di creare relazioni con le donne fondate su presupposti diversi (e forse più intensi) che il sesso. Ma niente: in questo libro le relazioni sono del tutto assenti.
In conclusione, sono contenta di aver letto questo libro perché mi ha suscitato delle reazioni forti (per quanto negative) e mi ha dato la possibilità di scoprire quella che suppongo fosse la mentalità del giapponese medio negli anni '60. Con un amaro spiraglio di speranza nelle ultimissime pagine.