Finito. Effettivamente SOLO alla fine i miei dubbi si sono rischiarati un po' per quanto riguarda la storia di Erik.
Le mie idee verso il protagonista sono alquanto discordanti: non lo vedo come un "cattivo", ma neanche come la vittima della società, o meglio, potrebbe anche essere stato inteso così dallo scrittore, ma Leroux non lo descrive approfoditamente e nel lettore non credo rimanga impressa questa imamgine.
Anch'io concordo con la maggior parte di voi: le descrizioni dei vari personaggi sono troppo superficiali; forse questo è un po' il bello e il brutto di uno scritto giornalistico, particolare e unico nel suo genere ma un po' poco approfondito.
Non lo so, non lo so... Non riesco a vederci odio in Erik, anche perché piano piano (soprattutto alla fine) scopriamo che tutte le "tragedie" avvenute nel romanzo non sono state opera sua; alla fine gli erano state attribuite colpe ingiustamente... questo forse è stato fatto per "ammorbidire" il cuore del lettore, svelando alla fin fine un uomo pazzo (sì bibba, decisamente fuori!!!) ma non cattivo, semplicemente tanto innamorato.
Anche la velocità degli eventi del romanzo mi ha lasciato un po' di stucco. All'inizio il libro scorre che è un piacere (perlomeno per me) poi invece si blocca, soprattutto dalla discesa del Persiano e del ragazzo sotto il teatro. Ecco lì mi sono persa... insieme al mio interesse. Il climax e lo scioglimento invece decisamente troppo veloci! Io sarei stata di più sulle descrizioni in generale, sui luoghi in cui ha vissuto, i personaggi importanti per la sua vita... Forse magari senza aspettare proprio la fine per rivelare tutte queste informazioni.
Insomma, voto generale: 6 (alza molto la media l'idea della storia, alla quale darei un bel 10).
Sono comunque molto contenta di averlo letto!
Grazie a chi ha scelto questo libro del mese!