Questa volta devo staccarmi dal coro e parlare (parzialmente) male di questo libro di Mascheroni.
Partirei da una recensione trovata su Anobii e firmata  con la sigla M.G.:
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Bella storia famigliare e mi viene da dire "ma che culo!!". Per il resto non mi ha lasciato nulla."
Se qualcuno vi venisse a raccontare che in famiglia si vive di pane e musica, che si va ai concerti diretti dalle più prestigiose bacchette e che ognuno dei componenti sa suonare almeno tre strumenti musicali e che Mozart e Beethoven sono il sottofondo musicle delle loro vite, sareste magari incuriositi ma forse un po' infastiditi da tanta "meraviglia".
Se poi questa persona vi dicesse che sua madre di chiama Marietta e che è nata a Parigi città che un po' odia ma di cui sente tanta nostalgia e ve lo ripetesse 189 volte nel giro di qualche ora magari un po' di fastidio lo provereste.
Se poi il titolo dipendesse dal fatto la madre gli disse di "Non avere paura dei libri" perché a undici anni voleva leggere in classe "La Pelle" di Curzio Malaparte e che  "la maestra per poco non svenne"...be' magari questa maestra non aveva poi tutti itorti, Io lo lessi poco più che diciottenne e certo mi sconvolse non poco.
Ma poi il titolo deve avere una sua logica non peregrina (per non parlare dell'orrenda copertina) rispetto alla storia del libro! La famiglia Mascheroni non odia i libri, il padre fa il pompiere ma non alla Fahrenheit 451 lui gli incendi li spegne davvero, non ne ha paura anzi ci fanno proprio l'amore, per non parlare della madre Eva la viennese e dello stesso Christian Mascheroni.
E il piccolo Christian non è spinto solo dalla curiosità verso i libri e il loro contenuto ma vuol essere il "più meglio" di tutti, senza peraltro riuscirvi.
Anche la genesi di questo libro è curiosa come dice nell'introduzione intitolata "Un bacio sulla fronte" Chicca Gagliardo, nasce da un blog e dalla volgia di raccontare qualcosa:
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Un giorno ricevo un messaggio su Facebook. Christian mi scrive: «Sono appena rientrato da Vienna. Devastato dalla sua bellezza, la sua cultura, i miei ricordi. Andando a Vienna ho ripensato a quanti ricordi fossero legati ai libri della mia mamma. Lei era una mangiatrice di vita e di parole (in casa ho circa 2.500 volumi suoi)». L'idea di Christian era di raccontare il suo rapporto con Vienna attraverso i libri della madre viennese. E per farmi capire meglio chi fosse, aggiunge: «Era una che mi faceva leggere La pelle di Malaparte a undici anni, dicendomi: "Non avere paura dei libri"». In quel momento ho sentito un brivido, una scossa elettrica."
E come parte di un blog questi scritti li vedo benissimo, anzi sono apprezzabili. Come libro lo trovo un po' debole sebbene nella seconda parte dismesse le arie da "guardate quanto ero fico e intelligente e fortunato" lo stile diventa più accorato nel racconto dei problemi familiari (tra i quali l'alcolismo della madre) e conseguenti lutti.
Mi piacerebbe leggere qualcosa di questo autore che non fosse uno "sbrodolamento". Spesso Mascheroni dice di essersi cimentato più e più volte con la scritture, bene, sarei proprio curioso di leggere qualcosa scritto da lui piuttosto che leggere delle cose lette da lui e dalla madre Eva, la viennese. Scrivere sa scrivere non c'è dubbio!