Martedì, 04 Novembre 2025

Dicembre 2017 - Un sogno di Natale, e come si avverò

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09/12/2017 19:47 #33570 da vanna

bibbagood ha scritto:

Bibi ha scritto: :woohoo: :woohoo: :woohoo: :woohoo:
È arrivato il momento di ripassare e migliorare il mio inglese. Grazie Bea!


Prego :)

Io ho letto per adesso il primo e l'ultimo e....mamma mia che melensità. Entrambi i racconti li ho trovati addirittura stucchevoli.
Sono d'accordo con Vanna ed Ariel e sui discorsi fatti l'altro con Canto di Natale riguardo alla mancanza di valori nella nostra società, del significato consumistico assunto dal Natale e dal fatto che solo a Natale ci si ricordi che bisogna essere più buoni. Però le descrizioni di questi racconti, come anche in Dickens, sono troppo buoniste, moraliste, sdolcinate. Credo sarebbe più realistico, ed incontrerebbe di più il mio interesse, se venissero descritte persone consapevoli delle proprie mancanze e che provano ad apportare qualche cambiamento nel modo di vivere la loro vita per poter stare meglio con se stessi. Ma personaggi da cuori puri che trabbocano sentimenti pii e di generosità da tutti i pori mi risultano cosi stereotipati da annoiarmi solamente :dry:

Ho finito di leggere " Un Natale in campagna" e concordo con Bibbagood sul sentimentalismo mieloso che trasuda ovunque, è un' opera datata in cui la donna dell' 800 si sottomette all' uomo, alla fine del racconto Sophie dice" Sono arruolata adesso, e non oso disobbedire al mio superiore.............si era appena arruolata nel grande esercito delle donne devote.."
Certo a quell' epoca la condizione della donna era quella e ancora oggi in certi paesi permane ma nei paesi più sviluppati per fortuna le cose sono cambiate anche se mancano altre conquiste per raggiungere la parità. All' inizio ho pensato che questo libro si potesse catalogare nella letteratura per l' infanzia ma mi sembrerebbe antiquato anche per una ragazzina di 10 o 12 anni vista l' emancipazione raggiunta.
Non voglio criticare la scelta un po' di leggerezza a metà di un libro noioso mi ha ridato slancio!






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09/12/2017 20:47 #33571 da Ariel
Sicuramente questi racconti come anche il Canto di Natale esasperano molto il "buonismo", la carità, insomma aspetti da ammirare in una persona, ma poco veritieri, credo che nell'epoca in cui sono stati scritti questi racconti avessero proprio l'obiettivo di educare ad una certa moralità e nel farlo si esagerasse di proposito.
Non so voi, ma io quando leggo qualcosa di Dickens o della Alcott, so cosa aspettarmi e secondo me i modelli morali che propongono sono esagerati di proposito con lo scopo di spingere il lettore a migliorare anche solo un pochino.

"...Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di castighi la vita,
io sono il padrone del mio destino:
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09/12/2017 20:57 #33572 da Ariel
Mi sono espressa male nel post precedente, ma il senso era che autori come la Alcott e Dickens scrivessero con l'obiettivo di trasmettere una certa moralità, giusta, buona e caritatevole e nel farlo costruissero dei personaggi che fossero poi un modello da seguire. Entrambi questi scrittori hanno vissuto sulla propria pelle difficoltà economiche e questo sicuramente lo si ritrova nei loro racconti! Io personalmente amo questo genere, perchè anche se tutto sembra essere troppo buono, mi piace la spinta che mi trasmette a migliorarmi. Inoltre sono racconti in cui tutto è ben delineato buono e cattivo, generoso e avaro, si parte da situazioni di svantaggio o difficoltà (mancanza di soldi o cibo,noia) e poi il lieto fine, tutto questo per me è piacevole da ritrovare in una lettura.

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09/12/2017 22:38 #33573 da EmilyJane
Ho appena finito di leggere anch'io Un natale in campagna (l'unico che ho perché presente in un'altra raccolta). In parte mi ha ricordato un altro racconto della Alcott di una raccolta che ho appena terminato di leggere: Alloro di montagna e Capel venere contenuto in Una ghirlanda per ragazze (e c'è pure una corrispondenza di nomi, due Emily entrambe ragazze frivole di città e di qua una Ruth e di là una Rebecca con i nomi dai richiami biblici a impersonificare due ragazze di campagna, semplici e di buon cuore).
A me questo racconto è parso molto meno stucchevole di altri della Alcott, ha avuto anche momenti tragici con protagonista sempre Saul e momenti veramente allegri culminati nella festa in costume.
Sono d'accordo con Ariel e forse siamo due ingenue in un mondo di cinici ma leggere di storie che spingono a essere persone più semplici, più buone, persone che non hanno paura di sporcarsi le mani e di darsi da fare anche e soprattutto per gli altri invece che pensare solo alle cose frivole mi fa sentire che c'è sempre speranza, non lo trovo banale.
Inoltre qui non ci sono buoni o cattivi, ci sono persone che a contatto con l'esperienza altrui e con un mondo di vivere diverso si rendono conto dell'inutilità della loro vita e ne preferiscono una più reale e concreta (questo è il caso di Sophie).
E ci sono altre persone che pur non cambiando di molto, come Emily e Randal diventano consapevoli però dei sentimenti dentro loro e magari cominceranno a cambiare alcune piccole cose senza stravolgere le loro vite. Ruth poi è semplice e innocente ma non troppo ingenua visto come vanno le cose.

Non lo considero affatto un romanzo per bambine, la scena della guerra con gli uomini che gridano dal dolore con gli arti strappati o rotti, il freddo che penetra le ossa e l'interminabile attesa è straziante.
Inoltre non mi soffermerei troppo sulla frase finale di Sophie, quella dell'esercito di donne devote che per un millesimo di secondo ha infastidito anche me, ma contestualizziamo la frase e vediamo anche il rovescio della medaglia ovvero che l'uomo che si è scelto sarà devoto a sua volta, è un amore reciproco che vedo svilupparsi paritario. Non fermiamoci alla superficie di questi racconti semplici ma cerchiamo di andare al cuore delle cose. :)

E poi, tanto per farci una risata, Sophie non è per nulla stolta, si è scelta il vichingo biondo e muscoloso dal cuore d'oro, direi che ha vinto la lotteria. :D :D :D

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10/12/2017 00:15 #33575 da bibbagood

Ariel ha scritto: Mi sono espressa male nel post precedente, ma il senso era che autori come la Alcott e Dickens scrivessero con l'obiettivo di trasmettere una certa moralità, giusta, buona e caritatevole e nel farlo costruissero dei personaggi che fossero poi un modello da seguire. Entrambi questi scrittori hanno vissuto sulla propria pelle difficoltà economiche e questo sicuramente lo si ritrova nei loro racconti! Io personalmente amo questo genere, perchè anche se tutto sembra essere troppo buono, mi piace la spinta che mi trasmette a migliorarmi. Inoltre sono racconti in cui tutto è ben delineato buono e cattivo, generoso e avaro, si parte da situazioni di svantaggio o difficoltà (mancanza di soldi o cibo,noia) e poi il lieto fine, tutto questo per me è piacevole da ritrovare in una lettura.


Sì, è un pensiero condivisibile e che comprendo, ma le mie sensazioni si discostano un po'. Ad esempio, a me Dickens di base piace, è sempre molto moraleggiante, in Oliver Twist non ho sopportato Oliver perchè era troppo sterotipato e anche in Copperfield spesso la narrazione prendeva per me una piega troppo "i buoni sono i poveri da compiangere, le loro pene saranno ricompensate da un lieto fine", però come l'auotre tratta personaggi e trama mi piace e i va bene quindi questa carratteristica del suo stile (buoni vs. cattivi ecc). Ma in questi due racconti della Alcott mi sembra la bontà delle protagoniste sia troppo forzata, non riesco a pensare ad un mondo migliore leggendoli perchè è semplicemente troppo stucchevole.

Ho iniziato a leggere Un natale in campagna ed è sicuramente più complesso rispetto agli altri due quindi potrei ricredermi nei riguardi di questa raccolta!

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10/12/2017 05:59 #33579 da aleinviaggio
Risposta da aleinviaggio al topic Dicembre 2017 - Un sogno di Natale, e come si avverò
ho finito di leggere il libro un paio di giorni fa. devo dire che il racconto che mi è piaciuto di più è sicuramente Un Natale in campagna, in cui l'ambientazione e i personaggi mi hanno ricordato un po' anche le opere della Austen. Interessante la tematica della contrapposizione città (vizio e frivolezza)-campagna (purezza e bontà), l'esaltazione dei valori morali (simboleggiati un po' da tutta la famiglia di Sophie ma che indubbiamente trovano la personificazione massima in Saul) e anche una piccola critica agli intellettuali del tempo, operata attraverso il personaggio di Ranfal, vanesio, insoddisfatto e sempre alla ricerca di ispirazione, o meglio di storie da poter rubare. Temi già letti sicuramente, e piuttosto ricorrenti nella letteratura del periodo, ma che in questo racconto vengono trattati in maniera fresca e delicata. E poi ovviamente, da campagnola pentita quale sono, l'ambientazione nelle colline innevate e la descrizione dei lavori domestici tra slitte, maiali e prelibatezze culinarie hanno sempre il loro fascino :)

per quanto riguarda alcuni commenti sulla rappresentazione della donna come subordinata al volere dell'uomo, credo che, al netto della contestualizzazione nel periodo storico di riferimento, in questo racconto in realtà le cose siano piuttosto equilibrate. pensate a come Ruth raggira Randal, o a come non solo le donne ma anche Saul stesso trascorrano le loro giornate intenti in attività domestiche, solo di tipo diverso. E il fatto che Sophie alla fine si dica "arruolata", altro non è che la scelta di preferire a un matrimonio di comodo per soldi (quello che avrebbe avuto in città) uno per amore: piuttosto rivoluzionario per l'epoca, no?

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10/12/2017 18:24 #33589 da bibbagood
Finito anche io Un Natale in campagna, che è decisamente a un altro livello rispetto agli altri due.

Neanche io credo che qui il ruolo della donna sia sottomesso a quello dell'uomo, ma la seguente frase la dice lunga sulla mentalità con cui la Alcott scriveva o dell'epoca in cui viveva, e credo è quello cui si riferisse in parte anche Vanna:

"I'm under orders now, and dare not disobey my superior officer," answered Sophie, handing her Major his driving gloves, with a look which plainly showed that she had joined the great army of devoted women who enlist for life and ask no pay but love.

Se trovassimo una frase simile in un libro moderno, credo la criticheremmo senza pensarci due volte o la riterremo in ogni caso esagerata ed anacronistica. No?

Ma le donne non sembrano neanche a me delle bamboline, Sophie dimostra di aver preso una decisione imponendo il suo instinto e la sua volontà invece di sottomettersi alle convinzioni.
I vaori morali qua, ad esempio, non mi hanno per niente disturbato, perchè mi sembrano più realistici e servono a dimostrare la genuità della vita in campagna, della serenità che essa può comportare, mentre negli altri due racconti sono troppo estremizzati.
Concordo anche io nella ben riuscita caricatura dell'intellettuale dell'epoca, senza dilungarsi in descrizioni la Alcott esprime l'essenza di questi personaggi semplicemente tramite le sue parole e le reazioni che egli ha nel sentire i giudizi degli altri.

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11/12/2017 11:06 #33594 da SARA1984
ho finito di leggere il primo racconto e mi è sembrata una bella favola della buona notte per bambini ....nulla di più...mi ha fatto venir voglia di leggere canto di natale che ho nella mia libreria e non ho ancora letto penso che appena finisco inizio con quello .....
per chiunque possa servire metto a disposizione la mi copia del libro fatemi sapere e ve la spedisco in un lampo

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11/12/2017 18:48 #33596 da guidocx84
Eccolo finalmente!!


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12/12/2017 12:37 #33613 da SARA1984
ho finito il secondo racconto e mi è sembrata una storia di altri tempi dolce,soft e sinceramente non ho visto una sottomissione della donna...ma solo donne che fanno scelte che gioco un pò con latro sesso come fa Ruth donne di polso come Plumy e comunque tante donne innamorate insomma un racconto gradevole e con un bel lieto fine

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