Buongiorno a tutti!
Ho finito il libro qualche giorno fa, ma avevo bisogno di riflettere su quanto letto, specialmente sulla figura di Franca Viola.
Conoscevo la sua storia nella versione che penso tutti conoscessero: questa giovane ragazza che si oppone al matrimonio riparatore, che è lei a pronunciare il fatidico NO.
Nel libro, invece, viene ritratta come una pedina nella mani degli uomini, buoni o cattivi che siano (con questo non voglio dipingere il padre di Franca come un padre padrone, ma anzi come un uomo coraggioso che sfida le regole del suo tempo e i mafiosetti locali con il suo comportamento), e questo mi dispiace parecchio, soprattutto perchè l'autrice è una donna ed è siciliana, per cui la ritengo doppiamente colpevole. E' come se questo libro, che inizialmente mi è piaciuto parecchio per l'originalità della sua struttura con l'accostamento del rapimento di Franca a quello di altri famosi e mitologici rapimenti, avesse poi perso di vista il fulcro principale della storia, ovvero Franca e il suo coraggio. Ho avuto l'impressione, avvalorata poi dal racconto finale, che l'autrice abbia dipinto le donne come bisognose dell'avere accanto un uomo che scelga per loro e addirittura capaci di spingersi alla perdizione di se stesse qualora non dovessero trovarlo. E' questa la sensazione che ho avuto leggendo la storia di Rosetta: lei che si dispera e si lascia morire, metaforicamente parlando, perchè Canuzzo non la cerca più dopo il suo abbandono, e ho trovato ancora più triste il fatto che quando lui la trova morta, non provi nemmeno un briciolo di pietà e compassione per quella ragazzina che diceva di amare, ma semplicemente si volta e va via come se non avesse visto nulla. Forse l'ho interpretata male, magari lui va via perchè non riesce ad affrontare il dolore, quindi mi piacerebbe che qualcun altro mi dicesse come l'ha interpretata. (oltre al fatto che ricalca palesemente la Bella e la bestia).
Detto ciò, non boccio del tutto il libro, ma mi aspettavo qualcosa in più. Va comunque riconosciuto il merito che abbia fatto conoscere la vicenda di Franca Viola e di altri siciliani onesti ad un pubblico di persone che magari non ne aveva mai sentito parlare.
Per quanto riguarda il divario tra nord e sud, esiste purtroppo, ma sono sempre meno le persone razziste nei nostri confronti e io, da catanese emigrata 9 mesi fa in provincia di Bergamo, causa lavoro, lo posso affermare con certezza. Ho trovato delle persone splendide qui, che mi hanno accolta come non mi sarei mai aspettata, elogiando le bellezze della Sicilia e prendendomi per pazza per aver lasciato un posto del genere "solo" per trovare lavoro.