L'ho finito anch'io e senz'altro la scorrevolezza è uno dei pregi. Però io ho apprezzato più la storia in sé che lo stile che mi è parso poco lineare, poco approfondito come ha già fatto presente Anna.
Tornando alla storia purtroppo io sono forse troppo scettica ma per tutto il tempo mi son chiesta quanto ci sia di reale in tutto ciò: non voglio dire che l'autrice si sia inventata ma magari ha ingigantito ciò che ha vissuto, non so.
Non parlo della storia del rapporto con Shawn e la relazione con il padre e la famiglia, quello mi sembra molto verosimile ma tutti gli incidenti avvenuti a lei e ai fratelli? E tutti risolti per la grazia del Signore?! E poi non capisco perché l'opposizione all'ospedale sia stata valida solo in alcuni casi mentre per le partorienti invece vi si sia fatto ricorso.
E poi ci sono tante piccole cose che non tornano: Erin (la ex di Shawn) che ammette la violenza ma poi nega tutto, da chi è stata minacciata e perché visto che non fa parte della famiglia?!; i ricordi degli incidenti che non combaciano mai con i ricordi altrui; Tara che appena arrivata all'università sembra sgraziata e sporca ma poi ci dice che a 15/16 anni già metteva mascara e lucidalabbra.
E poi questa ragazza che non ha mai studiato nulla fino a 16 anni tranne la Bibbia e il libro dei mormoni riesce a passare il test del college e comincia a vincere borse di studio su borse di studio...insomma un genio!
Tante piccole cose che non mi hanno convinto, nel senso che mi lasciano dubbiosa perciò non ho apprezzato il libro quanto avrei magari potuto fare.
Mi è piaciuta in modo particolare la terza parte, quando parla dei suoi studi e di come è cambiata lei grazie alla conoscenza, sicuramente per me è il punto forte del libro.
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