Martedì, 04 Novembre 2025

Marzo 2020 - Il giocatore

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05/03/2020 09:23 #43028 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Marzo 2020 - Il giocatore

Blache_Francesca ha scritto: Ho finito di leggere il primo capitolo e mi è piaciuto il Dostoievsky satirico il quale non esita ad esprimere il suo pensiero mordace in un'epoca i cui gli intellettuali russi si dividevano in due "fazioni".
La prima, a favore di uno sviluppo russo alla francese, alla tedesca (pensiero portato avanti da Turgueniev) mentre la seconda ( quella di Dostoievski) a favore di uno sviluppo di una propria cultura originale e indipendente rispetto a quella occidentale.
E così, l'autore non si risparmia e non risparmia le critiche nei confronti di una nobiltà russa che si sente inferiore a quella francese e inglese. Una nobiltà che coglie il pretesto dei lunghi soggiorni che si usavano fare a quell'epoca in Francia, in Germania e non solo per poter giocare nei casinò, poiché vietati in Russia.
Il momento del pranzo

Attenzione: Spoiler!


Esatto, oltre al tema principale del gioco, così preponderante da catturare completamente l´attenzione del lettore, il libro rappresenta anche altro, come la caricatura, la critica delle mode, della società dell´epoca: di quella russa in sé e in rapporto all´Europa, così come una critica agli occidentali. Il voler mettere in un contesto tedesco russi, francesi e inglesi dimostra probabilmente la voglia di Dostoevskij di poter dire la sua un po´ su tutti. A questo proposito trovo significativo il discorso moraleggiante di Mr Astley a Alexey nelle ultime pagine, in cui condonna la debolezza dei russi.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert

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05/03/2020 11:02 #43029 da Blache_Francesca
Risposta da Blache_Francesca al topic Marzo 2020 - Il giocatore
Non ho ancora letto il discorso moraleggiante di Mr Astley ad Alexei, ma hai espresso benissimo il concetto. Inoltre Dostoievsky rimproverava Turgueniev di dichiarare di non sentirsi russo, bensì tedesco!
Ho iniziato poche pagine del secondo capitolo e anche lì approfondisce la distinzione tra l'essere russo o di un'altra nazionalità in base al modo i cui si gioca! Wow!!! Era meglio non farlo arrabbiare il nostro Dostoievsky!!!

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05/03/2020 14:51 #43030 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Marzo 2020 - Il giocatore
Ho finito anche io il romanzo, e ho pensato le stesse cose che scrive Beatrice. Si direi che il discorso finale tra l'inglese e il russo è abbastanza divertente.
Avrei pure voglia di sottolineare alcuni passaggi ma aspetto che i lettori abbiano tutti finito.

"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)

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06/03/2020 12:37 #43034 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Marzo 2020 - Il giocatore

Blache_Francesca ha scritto: Ho iniziato poche pagine del secondo capitolo e anche lì approfondisce la distinzione tra l'essere russo o di un'altra nazionalità in base al modo i cui si gioca! Wow!!! Era meglio non farlo arrabbiare il nostro Dostoievsky!!!


Davvero :laugh: :laugh: Non risparmia nessuno :laugh:

Tornando al tema del gioco, trovo che nel finale sia ancora più chiaro come ogni dipendenza sia il riflesso di come chi vi cade in realtà non dà valore all´oggetto della dipendenza, del vizio. Dipendenze che riguardano lo stato fisico fanno sì che non si dà valore al sentirsi veramente bene, ci si illude che il momento di estasi, dello sballo, siano il raggiungimento della felicità, senza rendersi conto che così facendo ci si gioca quella felicità sperata, si sottovaluta l´accontentarsi della felicità raggiungibile senza estremi. Chi è dipendente da legami affettivi non dà valore al legame, con la dipendenza e l´ossessione porterà soltanto il legame a rovinarsi irrimediabilmente (senza accennare ovviamente a casi più gravi). Chi è preda in questo modo del gioco, non dà valore al denaro. Con questo non voglio dire che i capitalisti siano buoni, ma mi riferisco a quello che il denaro spesso rappresenta: è spesso il simbolo di quel a cui ci si è dedicati per anni, è spesso quello che permette ai propri cari di vivere in condizioni migliori. Mettendolo a rischio, si decide che il rischio di perdere tutto vale di più di quello che si è fatto finora nella vita e della sicurezza dei propri famigliari. Lo stesso Alexsey non dà valore alla vincita in sè, e perchè poi dovrebbe? In 1000 franchi accumulati in un anno o più di lavoro, ci si è messo sè stessi, in una vincita di qualche minuto dettata dalla fortuna no.
Su questo tema ho trovato leggendo varie recensioni una frase che mi è piaciuta (me l´ero segnata e ora non la trovo più) in sè, ma che secondo me rispecchia solo in parte Il giocatore, perchè descrive l´azione del gioco come un agire "temendo in ogni momento di "perdere " e perdendo in realtà sè stessi ogni momento.". In realtà a me è sembrato che Alexey, la nonna e così via sono ossessionati dal vincere, perchè E`una conferma di come abbiano giocato bene, mentre se perdono liquidano la cosa come inspiegabile e basta, non mi sembra ci sia un timore. Non so, la dipendenza da gioco d´azzardo mi sembra veramente complessa :dry:

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert

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06/03/2020 12:46 #43035 da Blache_Francesca
Risposta da Blache_Francesca al topic Marzo 2020 - Il giocatore
Nel secondo capitolo, Dostoievsky crea magistralmente un senso di
Attenzione: Spoiler!
Un grande Dostoievsky!

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06/03/2020 18:32 #43039 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic Marzo 2020 - Il giocatore
Terminato. E’ la terza volta che leggo Il giocatore, rimanendone sempre favorevolmente impressionato. Anche sotto il profilo stilistico: in questo caso, l’urgenza della composizione - a mio avviso - ha giovato, facendo sì che il romanzo ne uscisse alquanto snellito, senza però che ne risultasse inficiata la profondità dell’indagine psicologica tipica di Dostoevskij.

Quanto al tema principale, pur condividendo quanto da voi detto finora, mi sentirei di dire che al centro del romanzo v’è, ancor prima della ludo-patia, una patìa (intesa come passione e sofferenza) amorosa.

Una passione, cieca, sorda e folle: folle, negli atti e nelle parole, è infatti la passione di Aleksej per Polina; folle è la passione del Generale per Blanche; folle è la (presunta) passione di Polina per Des Grieux.

Vero è che nel protagonista la passione amorosa cede poi presto il passo a quella per il gioco: ma la seconda è conseguenza della prima, perché in Aleksej l’impulso a giocare nasce dalla necessità di innalzarsi socialmente, fino a rendersi “visibile” all’amata.

Ma poi, per i suddetti personaggi, non è comunque già l’amore stesso un gioco, un rischio, un azzardo? C’è chi, senza pensarci, si butta allo sbaraglio e chi invece fa il calcolo delle probabilità: ma in ogni caso il risultato sarà, più che imprevedibile, scontato: la perdita della propria indipendenza. Proprio come succede ad Aleksej, che già incline a rendersi schiavo di Polina, lo diventerà della roulette.

Sula differenza di vedute tra Dostoevskij e Turgenev non ho invece nulla da aggiungere, ma ringrazio Blache_Francesca per averla riportata: non ne ero a conoscenza :)
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06/03/2020 19:14 - 06/03/2020 19:16 #43040 da Anna96
Risposta da Anna96 al topic Marzo 2020 - Il giocatore
Grazie allo stop forzato di questi giorni ho letto parecchio e posso unirmi alla lettura del mese con notevole anticipo rispetto ai miei piani :laugh:

Per ora ho letto un solo capitolo, quindi è presto per dire qualcosa, però mi auguro che mi piaccia perché potrebbe segnare un mio avvicinamento alla letteratura russa!

La tematica della ludopatia mi affascina parecchio perché per me è del tutto inconcepibile che qualcuno possa rovinarsi per il gioco d'azzardo e soprattutto rispetto a quei giochi che non richiedono alcuna abilità particolare da parte del giocatore: i gratta e vinci, le slot machine e credo anche la roulette russa, se non vado errata. La dipendenza potrei capirla forse un po' di più rispetto al Poker o le scommesse, in cui comunque c'è competizione, e si può sempre pensare di fare affidamento sulle proprie (presunte) abilità per recuperare ciò che si è perso.
Ultima Modifica 06/03/2020 19:16 da Anna96.

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06/03/2020 21:15 #43041 da Blache_Francesca
Risposta da Blache_Francesca al topic Marzo 2020 - Il giocatore

Una passione, cieca, sorda e folle: folle, negli atti e nelle parole, è infatti la passione di Aleksej per Polina; folle è la passione del Generale per Blanche; folle è la (presunta) passione di Polina per Des Grieux.

Condivido pienamente e ciò fa dire al filosofo francese André Comte Sponville: "C'est un roman sur la passion. Sur les passions. "

La tematica della ludopatia mi affascina parecchio perché per me è del tutto inconcepibile che qualcuno possa rovinarsi per il gioco d'azzardo

Credo che leggere serva proprio a riconoscere l'esistenza di realtà molto diverse dalle nostre.
Buon proseguimento di lettura!

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07/03/2020 08:20 #43042 da aleinviaggio
Risposta da aleinviaggio al topic Marzo 2020 - Il giocatore
non sono sicura di essere d'accordo con Novel67 circa la forza che muove Aleksej. secondo me in lui la passione per l'azzardo - non inteso necessariamente come gioco ma anche e soprattutto come propensione al rischio immotivato - supera di molto l'amore per Polina. il precettore ama spingere ogni situazione, ogni dialogo, ogni rapporto umano al limite estremo, consapevole che in ogni momento l'equilibrio potrebbe rompersi.
la passione per Polina è del resto, come molto spesso nelle opere di Dostoevskij, un sentimento nocivo, perverso, distruttivo, difficile da catalogare puramente come amore. riporto qualche passaggio esemplificativo:

E ancora una volta, adesso, mi chiesi se l'amavo. E ancora una volta non seppi rispondere ossia, per meglio dire, per la centesima volta risposi a me stesso che l'odiavo

Molte volte mi sento invincibilmente tentato di picchiarvi, di sfregiarvi, di strangolarvi... E che credete? Che non si arriverà a questo punto? Voi mi porterete alla pazzia"

"Leggere bei libri ti toglie per sempre il piacere di leggere quelli brutti" - La società letteraria di Guernsey, Mary Ann Shaffer
I seguenti utenti hanno detto grazie : Novel67, nautilus

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08/03/2020 00:38 - 08/03/2020 00:40 #43046 da Anna96
Risposta da Anna96 al topic Marzo 2020 - Il giocatore
Ho terminato la lettura! Nel complesso mi è piaciuto, anche se non mi ha entusiasmata. La trama è piuttosto semplice e non particolarmente avvincente, come già avete detto si percepisce sia la fretta nella stesura, sia che il vero scopo del libro fosse analizzare la dipendenza.

Condivido le considerazioni di Ale: è evidente che la passione e la dipendenza dal gioco soppianta e supera di gran lunga quella da Polina. In generale mi è sembrato che il protagonista fosse un uomo molto incline agli eccessi, a portare ogni situazione all'estremo, e di conseguenza incline anche alle dipendenze. Ho apprezzato moltissimo la figura della nonna: attraverso di lei secondo me si comprende più a fondo la febbre folle che prende i giocatori: un momento prima disprezzava un giocatore che sicuramente avrebbe perso tutto se avesse continuato a giocare, il secondo dopo perde tutto il suo patrimonio e non riesce assolutamente a controllarsi.

Uno degli aspetti più interessanti secondo me è proprio questo: la perdita totale di lucidità che induce il gioco. Sembra che chi inizia a giocare diventi incapace di smettere, anche se razionalmente è certo che perderà, perché l'eccitazione della scommessa, la possibilità (anche se del tutto illusoria) di poter vincere valgono da sole il rischio. Ed è proprio questo il punto: Alexei ripete e dimostra ampiamente che i soldi in sé per lui non hanno alcun valore, non sa che farsene. Sono il rischio, l'eventualità della vincita a tenerlo inchiodato al tavolo
Ultima Modifica 08/03/2020 00:40 da Anna96.

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