Il ponte è completato, è il gioiello dell'Impero, porta addirittura un'epigrafe, da subito emergono leggende fantasiose e pure la magnificenza della festa inaugurativa vola di bocca in bocca fino a paesi lontani. Ma ben presto la magia svanisce, l'abitudine prende il sopravvento, i problemi della vita ci mettono il paraocchi e il prodigio non diventa altro che un mezzo, proprio come facciamo noi, che nelle nostre occupazioni passiamo ignari accanto a grandi bellezze. Poche volte le notiamo ed è davvero raro il fermarsi a contemplarle. La frenesia della vita è più forte del sentimento del bello:
Alla fine la gente ne ebbe abbastanza di meravigliarsi, ammirare, passeggiare e ascoltare i versi dell'epigrafe. Il miracolo dei primi giorni lentamente entrò a far parte della vita quotidiana: ora tutti attraversavano il ponte in fretta, preoccupati, indifferenti, disattenti, come se l'acqua che gorgogliava al di sotto fosse svanita, come se fosse uno dei tanti sentieri che, insieme al proprio bestiame, avevano creato col tempo, a forza di pestare la terra con i piedi. E la stele di marmo con l'epigrafe rimase silenziosa sul muro come ogni altra pietra.
Quasi senza accorgersene, la nuova infrastruttura ha portato un cambiamento, alcune cose sono nate, altre sono morte per sempre, altre ancora sono riuscite a sopravvivere evolvendosi:
Ormai la strada sulla riva sinistra del fiume è collegata direttamente con quella che si ferma sulla piccola altura della riva opposta. Sono spariti il traghetto mezzo marcio col suo cupo e lunatico barcaiolo. Sotto gli ultimi archi del ponte sono rimaste le rive scoscese, fatte di pietre e sabbia difficili da scendere e risalire, dove un tempo era così sgradevole aspettare e chiamare invano da una riva all'altra. Tutto questo, insieme al fiume impetuoso, è ora sovrastato, come per magia, dal ponte. In alto, al di sopra del corso delle acque, ora si viaggia come se si avessero le ali, direttamente da un'alta sponda all'altra, attraverso l'ampio e lungo ponte, solido e duraturo come i monti, che risuona sotto gli zoccoli dei cavalli quasi fosse fatto di una sola, sottile lastra di pietra.
Le vicende umane si sono susseguite per secoli, ma lui è sempre stato lì, più o meno immutato, a rendere possibile ciò che prima non lo era:
Il senso e la sostanza della sua esistenza erano nella durata. La sua sagoma chiara, integrata alla città, non mutò, come non mutava il profilo contro il cielo delle montagne vicine. Nel susseguirsi dei cambiamenti e nel rapido alternarsi delle generazioni, il ponte rimase immutato come l'acqua che scorreva sotto le sue arcate.
Invecchiò anche lui, ma secondo una scala cronologica diversa, più lenta non solo di una vita umana, ma anche del succedersi di intere generazioni, talmente lenta che era difficile percepirla a occhio nudo. La sua vita, sebbene anch'essa mortale, sembrava eterna, perché nulla poteva far presupporre la sua fine.
Che bel modo di vedere le cose e di riflettere su di esse che ha questo scrittore. Quante cose diamo per scontate e ignoriamo, quante volte non ci accorgiamo della bellezza di ciò che ci circonda, delle idee altrui, della storia passata, delle evoluzioni future.