Visto che poi a ottobre l'avevo abbandonato, ho deciso di rileggerlo e stavolta l'ho completato.
Confermo quanto detto precedentemente e cioè che non mi è piaciuto per molti motivi: intanto i riassunti dei riassunti non fanno minimamente appassionare al ciclo arturiano che, secondo me, è piuttosto affascinante di suo e, infatti, se non lo fosse non avremmo tante produzioni anche fantasy. Altra cosa che già avevo notato è che Boulenger fa riferimento a varie fonti, forse effettivamente quelle più storiche, ma il risultato finale è un po' sconvolgente (in senso negativo) per chi conosce la storia narrata da sir Malory (che poi è quella più famosa), ma anche perché mi dà un senso di incompletezza e poca coerenza. Ho trovato alcune storie diverse, così come nomi e parentele, storie completamente nuove (tipo quella su Giulio Cesare e altre che nemmeno mi ricordo più tanto rimangono impressi questi micro riassunti), ho trovato un po' troppo cristianesimo e un po' troppo maschilismo e violenza. Di grave c'è che di Morgana (e Morgause) c'è davvero troppo poco (e qui ci sarebbe da aprire un capitolo sulla nascita di Mordred che mi fa davvero storcere il naso) e, come se non bastasse, non viene neanche menzionata Avalon. Posso accettare che di Lancilotto non si sappia praticamente niente perché Boulenger fa un testo a parte, ma il resto no.
Inoltre, tutta la storia sul Graal è riassuntata senza che si abbia un filo conduttore, a tal proposito consiglio di leggere direttamente la fonte di Boulenger e cioè "Il libro del Graal" di Robert de Boron. Comunque la storia del Graal me la ricordo simile ma Boulenger non la completa. Quello che non è stato evidenziato è il ruolo di Merlino: se questa storia è stata tramandata fino ai nostri giorni è "merito" suo perché incarica qualcuno di scriverla e poi ha aiutato il famoso eletto, Perceval, a trovare il luogo dove il Re Pescatore custodiva il Graal. Con Boulenger non si capisce una fava.
Rispondo, infine, a chi si è domandato perché Merlino alla fine si fa imprigionare: lui conosce il passato, ma anche il futuro che, nell'ottica di queste storie, è sempre già scritto (a meno che sia nebbioso ma questo è sempre specificato). Pertanto non si può andare contro la volontà del fato, di Dio, degli dei pagani perché tanto sarebbe inutile, non c'è via di scampo. Merlino è sì un essere "magico", ma è pur sempre un uomo e non ci si può sostituire a Dio (e sì, anche se lui architetta molte cose, è perché le vede e quindi è lui stesso uno strumento divino).
Per me questo libro è stato un grande no.
lettereminute post=60610 userid=6958
Nello stesso spirito, sto facendo dei sondaggi ed ecco dei titoli che ho raccolto sinora...
- Thomas Malory, Storia di re Artù e dei suoi cavalieri. Un'opera antica (XV secolo), che però rielabora molto (l'edizione italiana è più di 800 pagine!). Dicono molto avventurosa e appassionante. Se volessi mai cimentarmici penso che la "testerei" in biblioteca!

- T. H. White, Re in eterno. Reinterpretazione del XX secolo, se non sbaglio ha ispirato il famoso lungometraggio animato della Disney.
- Marion Zimmer Bradley, Le nebbie di Avalon. Un'altra riscrittura contemporanea che punta l'occhio sui personaggi femminili e su quella famosa "terra di confine" di cui abbiamo parlato, cioè del passaggio della Bretagna da terra di celti a terra romana e infine cristiana. Già citato più volte in questo topic. Io lo leggerò sicuramente prima o poi.
- René Barjavel, Il mago M. Un'altra rielaborazione del secolo scorso, frutto della penna di uno dei padri della fantascienza (che io non conosco). La libraia che me l'ha consigliato dice che è bellissimo. Mi ha incuriosita.
Se devi partire, allora vai con Malory "Storia di re Artù e dei suoi cavalieri". Si legge bene, certo alcune parti possono essere un po' più noiose, ma non è così malloppone e puoi gestirtelo nel tempo. Quello di T. H. White, che è stato ripubblicato da Mondadori con il titolo originale "Il re che fu, il re che sarà", va letto dopo quello di Malory perché in alcuni punti ne fa una parodia e in altri una reintrepretazione (e va rivisto il lungometraggio Disney che, comunque, è un po' diverso dal ciclo di White). "Le nebbie di Avalon" puoi leggerlo anche senza aver letto Malory perché la storia è molto diversa, più improntata sul fantasy, sulle donne, sullo scontro-incontro tra paganesimo e cristianesimo... tieni a mente che è un ciclo fatto di vari libri ma è solo in questo che incontriamo Morgana e Artù (che io sappia, gli altri volumi mi attendono inesorabili). Barjavel non lo conosco, ma avevo un giorno leggerò anche io quel libro.