Grande Guido!
Grazie per aver proposto questo classico.
Dopo una lunga assenza entro in punta di piedi giusto per prendere nuovamente confidenza.
Ho da poco iniziato la lettura e conclusa, giusto ieri. Ho letto i vostri commenti e mi trovo d'accordo con chi ritiene il romanzo non particolarmente brillante, non tanto per la storia in sé che avrebbe potuto trovare credo uno sviluppo migliore, un intreccio più ampio, quanto per la tecnica narrativa in uso.
In alcuni punti la prosa tende a trattenersi più del dovuto dando vita a spirali discorsive troppo articolate, pur se nel complesso essa appare godibile.
Ritrovo alcuni tratti che ho scorto in "giro di vite" letto non molto tempo fa. Descrizioni vaghe di luoghi, reticenza e ambiguità di alcuni personaggi, elementi tutti che resituiscono incertezze, dubbi, una certa suspance al lettore.
Ciò che risalta chiaro, quantomeno ai miei occhi, è quell'alone di doppiezza di alcuni personaggi. Il narratore, ad esempio, uomo appassionato, appare privo di scrupoli ma non nasconde una certa etica di condotta. È disposto quasi a tutto pur di ottenere i carteggi del poeta e allo stesso tempo si mostra rispettoso delle persone e dei loro sentimenti (vedi l'attenzione nei confronti di Tina).
Juliana, altro personaggio curioso, donna anziana dalle cui senili fattezze si scorgono ancora tenue tracce di una bellezza esteriore, ispiratrice dei versi del poeta, bellezza ormai sbiadita dal tempo che lascia spazio a un animo duro, avido, astuto, così si mostra nei confronti della nipote, del nuovo inquilino e dell'altro in generale.
Infine altro elemento che mi ha incuriosito è quel senso di decadenza degli ambienti architettonici e paesaggistici di Venezia che il narratore descrive e che sembra riproporre anche nella descrizione del personaggio Juliana che appare come una sorta di reliquia vivente.
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