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Febbraio 2023 - L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello

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12/02/2023 18:13 #62302 da guidocx84
In settimana ho iniziato l'ascolto dell'audiolibro di questo Libro del Mese (letto dal nostro "Aragorn" nazionale  ) e sono giunto circa a metà. Ho letto tutti i vostri commenti.

Anche io, come Maria Luisa, sono lievemente ipocondriaco o comunque, leggere certe cose, mi mette un po' di ansia/angoscia.
Pertanto il formato dell'audiolibro in questo caso mi è congeniale perché scorre rapidamente e mi dà modo di passare attraverso le varie storie raccontate da Sacks come se stessi attraversando il corridoio di un ospedale molto particolare affacciandomi con discrezione nelle varie stanze via via che le incontro senza però soffermarmi troppo ad "osservare". Credo che la lettura mi avrebbe naturalmente indotto ad una maggiore attenzione e credo che l'audiolibro forse non sia il migliore dei formati per la saggistica... ma in questo caso è perfetto per il me ipocondriaco! 

Come altri hanno notato, piace anche a me il fatto che il libro sia potenzialmente alla portata di tutti: l'enfasi non è posta sui tecnicismi bensì sulle storie dei pazienti. Ho anche pensato che questo materiale sarebbe perfetto per una serie TV alla Dottor House ma basata unicamente su patologie neurologiche come quelle descritte da Sacks. Se non altro, portarle sullo schermo servirebbe per creare consapevolezza su certi temi. Anche questa sarebbe una forma di "medicina narrativa".

Relativamente alle osservazioni di Bea e Miriam (che potrei riassumere in "Esistono malattie di serie A e malattie di serie B"?), mi sento di dire che idealmente dovrebbero tutte essere trattate in egual misura ma siccome non lavoriamo a risorse infinite (dove con risorse parlo principalmente di strutture, strumenti, medici e fondi), credo sia normale che la ricerca medica si concentri maggiormente laddove le statistiche indicano una maggior incidenza della specifica patologia. Non ci voglio vedere per forza un aspetto puramente economico legato ad i maggiori guadagni.
Seppur tutte le patologie siano degne idealmente della stessa attenzione, la ricerca medica deve necessariamente operare una scelta.
L'importante sarebbe che comunque, seppur più lentamente, certe patologie molto particolari, quasi uniche nel loro genere come alcune di quelle descritte nel libro, siano comunque attenzionate, seppur comprensibilmente con minori fondi e maggiore lentezza. Approccio molto brutto ma realistico.

Sul sapere/non sapere, sono allineato al pensiero di Maria Chiara e Beatrice.

lettereminute post=62226 userid=6958In merito al dibattito "conoscenza o ignoranza" io sono un po' della parrocchia di Bea. Secondo me non sempre la conoscenza rende liberi, e lo dico da appassionata di (e lavoratrice della) conoscenza: non smetto mai di leggere né di studiare e credo fortemente nel suo potere. Ma bisogna vedere se sei emotivamente preparato per questa conoscenza, e se questa ti libera o ti paralizza. La conoscenza è il primo passo, e senza non vai da nessuna parte, fin qui sono d'accordo: ma senza azione, la conoscenza è solo conoscenza. Conoscere e non essere in grado di agire può essere molto frustrante e generare un'enorme quantità di infelicità e sofferenza. Penso che dipenda da caso a caso.


«Heaven goes by favor. If it went by merit, you would stay out and your dog would go in.» Mark Twain

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12/02/2023 18:17 #62304 da MaRyMaRy
Mi è sempre piaciuto questo libro e sono stata felicissima che sia stato scelto come libro del mese.
lo lessi tempo fa al liceo su suggerimento della Prof. di Biologia per il tema che tratta che ben si incastrava con le lezioni in corso e, bisogna ammettere che è così assurdamente interessante da tenerti concentrato e lascia riflettere, seppur in un modo diverso dal solito.

Credo davvero dovrebbe essere diffuso maggiormente perchè le storie che racconta, con le loro particolarità, sono più comuni di quanto non si pensi.

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12/02/2023 18:28 #62306 da bibbagood

silviArki post=62248 userid=6944 L’unica pecca è che alcune storie mi sono sembrate troppo simili tra loro e qualche volta mi sembrava di rileggere lo stesso capitolo. Il titolo del libro mi faceva pensare a qualcos’altro, in realtà è solo una piccola parte di tutto il saggio. In totale dunque l’ho trovato interessante su alcune parti, un po' ripetitivo in altre. Lo stile e la scrittura invece li ho apprezzati molto.

Sì, è quello che sto notando anche io. Ho quasi finito la terza parte e faccio veramente confusione tra i casi di cui parla, quando fa riferimenti a capitoli passati non so più chi era chi che aveva cosa, un po per la ripetitività (io tutta sta differenza tra mancanze ed eccessi non l ho percepita, purtroppo, mi sembravano le stesse cose) un po' perchè le storie non mi rimangono minimamente impresse, e le dimentico appena iniziato il nuovo capitolo. Sicuramente la parte terza, con il concetto di memoria, ha introdotto qualche elemento nuovo, vediamo come digerisco queste ultime 70 pagine.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert

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12/02/2023 20:14 #62310 da nx-01

Come altri hanno notato, piace anche a me il fatto che il libro sia potenzialmente alla portata di tutti: l'enfasi non è posta sui tecnicismi bensì sulle storie dei pazienti. Ho anche pensato che questo materiale sarebbe perfetto per una serie TV alla Dottor House ma basata unicamente su patologie neurologiche come quelle descritte da Sacks. Se non altro, portarle sullo schermo servirebbe per creare consapevolezza su certi temi. Anche questa sarebbe una forma di "medicina narrativa".



 

Ciao,
sperando di non aver fatto casini con la citazione, sono nuovo ed i forum non sono il mio forte. Recentemente e soprattutto casualmente ho visto la serie tv "the percption" e, nelle prima puntate, vengono proprio citate e rappresentati alcuni "spezzoni" dei primi capitoli di Sacks.

Anche per me questa lettura e' stata una piacevole sorpresa, anche se ammetto che durante lettura ero preso da un senso di inquietudine e a volte di angoscia. Sono entrato un un mondo dove tutto quello che e' scontato come ad esempio il riconoscere i volti o semplicemente lo stare seduti, di colpo non lo e' più. 
 

"L'amore che ti dà un solitario è il più attento che possa essere. Lui ti ama per scelta, non per compagnia." (Charles Bukowski)
Ringraziano per il messaggio: guidocx84, lettereminute

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14/02/2023 09:45 #62327 da SARA1984
finalmente mi accingo ad iniziarlo anche io e sono troppo curiosa sbirciando tra i vostri commenti ho notato che questo libro ha colpito praticamente tutti ...vi farò sapere

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15/02/2023 09:33 #62346 da SARA1984
ho iniziato con i primi due racconti e mi ha veramente sconvolto non per ciò che è scritto o per come è scritto ,maniera impeccabile scorrevole e a tratti ironico, ma nonostante questo si sente la complessità della diagnosi e dello stato del paziente e sono rimasta sconvolta perchè queste cose succedono continuamente e possono succedere anche ad una mente molto allenata come quella del Dott. P.

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18/02/2023 09:37 - 18/02/2023 10:35 #62399 da bibbagood
Trovo i capitoli delle ultime due parti sicuramente i più interessanti, sempre angosciosi e deprimenti, però riesco a seguirli meglio.
Un concetto che ho trovato ripetersi nelle varie parti è quello di "anima" e mi ha lasciato un po' confusa. In un paio di occasioni ci si chiede se il paziente abbia ancora un'anima, vista la sua quasi inesistente percezione di ciò che lo circonda. La riflessione non è in un contesto religioso, quindi mi son chiesta cosa dovrebbe significare avere o non avere un'anima, se l'anima è la nostra personalità, la nostra identità, e quindi queste malattie ce la fanno perdere, oppure se riguarda più un concetto di umanità, quindi ce la fanno perdere le malattie con conseguenze ad esempio aggressive. Voi come l'avete interpretato? E siete d'accordo?
 

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
Ultima Modifica 18/02/2023 10:35 da bibbagood.

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18/02/2023 12:00 #62400 da lettereminute
Anche io sono rimasta confusa sul concetto di "anima" come interpretato da Sacks. Non mi sembra che si possa riferire alla personalità o all'identità, sono due cose veramente diverse. Va detto che il concetto di anima di per sé è un po' sfuggente... io tendo a interpretarla come "parte di sé che anela al di là", cioè a qualche cosa che è superiore, non in senso gerarchico, nel senso proprio di ordine di grandezza diverso (valori universali, dimensione spirituale ecc.). Se io e Sacks siamo d'accordo (e non è affatto detto), forse si può interpretare la sua domanda come una questione di questo tipo, cioè se chi viene colpito da neurodegenerazioni gravi possegga ancora questa capacità o tensione, oppure si riduca a un copione recitato, intrappolato nei soliti circuiti (mi viene da pensare a Jimmy, il primo che gli suscita questa riflessione).

Maria Chiara | Redattrice editoriale e per il Web | Social: @lettereminute
Anch'egli sarebbe invecchiato, anch'egli un giorno sarebbe dovuto morire [...]. Ma oggi egli era giovane, era un bambino, il nuovo Siddharta, ed era pieno di gioia. (Siddharta, Herman Hesse)

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18/02/2023 15:13 #62409 da nx-01
Parlando di anima, sono chiedere un vostro aiuto.
Forse ho capito male io ma, ho trovato delle incongruenze quando dice che senza memoria non siamo siamo più' nessuno ( una cosa simile vado a memoria) pero' poi in altre citazioni c’è' una altra definizione che contraddice il suo pensiero definendo la persona non come una serie di ricordi, quindi memoria, ma come tutto un insieme che va oltre i ricordi.

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19/02/2023 10:28 #62411 da guidocx84
Ho terminato l'ascolto del libro. Gli ultimi capitoli mi sono risultati più confusionari e ostici dei primi. Mi pare che la modalità di narrazione delle storie dei suoi pazienti cambi verso la fine del libro, divenendo meno scorrevole. Non so se è soltanto la mia impressione, magari dovuta al fatto che come Bea ho sentito un senso di angoscia e depressione crescente e non vedevo l'ora che finisse. Non riesco a sentir parlare di queste cose senza immedesimarmi per niente... non avrei mai potuto fare il medico 

La storia del ragazzo autistico alla fine del libro è davvero struggente 

Attenzione: Spoiler!


Non so se consiglierei a qualcuno questa lettura. Sono contento di averla affrontata con voi... da solo non lo avrei mai letto.
 

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