Rieccomi, io sono al capitolo 18, praticamente al 75% della lettura secondo il Kindle e, come avevo immaginato, l'autore intervalla un capitolo del presente con uno di flashback riguardo al passato... la cosa non mi fa impazzire e ormai me ne sono fatta una ragione, però devo dire che il tutto risulta alla fine più gradevole di quanto mi aspettassi inizialmente perché il capitolo di flashback riguarda, di volta in volta, uno dei giurati (del processo della ragazza) e quindi scopriamo un po' la sua vita e il suo punto di vista. Tutto è comunque legato per cui sì, sento che la narrazione viene interrotta di volta in volta, ma sto patendo meno di come avevo inizialmente ipotizzato. Mi è piaciuta la scelta stilistica dell'autore di scrivere i capitoli che riguardano la storia passata usando il tempo presente, è come se si stessero verificando nel momento in cui leggiamo e credo che tale scelta sia voluta per creare "continuità" tra il vecchio processo e la nuova storia di Maya.
Nonostante abbia visto qualche film legal thriller e sicuramente molti telefilm legal, devo dire che ci sono parti in questo romanzo che mi sembrano davvero poco verosimili pur volendo dare le attenuanti del caso (cioè "le solite americanate" 
). Di seguito le motivazioni, 
dovete aver già letto i primi 17 capitoli perché vi spoilerò abbastanza:
    
Vi lascio alcune frasi che mi hanno colpito:
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 se c’era una verità che Maya aveva interiorizzato dall’alone di incertezza che circondava la morte di Jessica Silver, era che nessuno è al sicuro dai suoi concittadini. Chiunque può essere ucciso; chiunque può essere sospettato. Chiunque può trovarsi al termine di una lunga serie di decisioni sbagliate e sentirsi costretto a fare qualcosa di terribile.
Questa frase mi ha creato un po' di angoscia perché effettivamente nessuno può essere sicuro di fare sempre il bene nella propria vita, ma anche di essere al sicuro da ogni male.
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Maya avrebbe voluto dire a XXXXX che il suo desiderio l’avrebbe tormentatX per il resto della vita. Il destino con cui tutti loro dovevano venire a patti era il più duro da accettare: non avrebbero mai saputo con certezza la verità. La loro punizione, in quanto persone che pretendevano risposte, era dover convivere per sempre con i loro dubbi.
Perdonate la censura, ma non volevo vi concentrasse su chi ma sulla frase in sé. Forse è banale, ma quanto è vera? Quante volte vi è capitato di cercare la verità, anche in un litigio tra (ex) innamorati, in una faccenda del passato, avendo a che fare con un'altra persone... e non ottenere nessuna risposta o spiegazione? E quanto è difficile dover poi convivere con le proprie domande e i propri dubbi perché non si qual è la verità? Ci si sente a metà, incompleti perché manca un tassello per chiudere un capitolo che rimane in qualche modo sempre aperto... "se solo sapessi...".
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Ma i verdetti non avevano nulla a che vedere con la verità. Nessun verdetto aveva mai fatto cambiare idea a qualcuno. Le giurie non erano divinità. 
Questa l'ho sottolineata per continuare la discussione sulla "giustizia" che avevamo fatto qualche post indietro. In tutto il libro ci sono frasi che ci fanno capire un po' il ruolo dei giurati (cosa ci si aspetta da loro e cosa invece è reale), cosa è la "giustizia" e cosa è la "verità", il ruolo dell'avvocato.
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Quanto doveva essere brutto il crimine di una persona perché agli altri fosse permesso di abbandonare ogni solidarietà? Qual era il punto oltre il quale non ci si poteva aspettare alcun appoggio?
Questa mi pare interessante, soprattutto collegati con alcuni temi dei capitoli 11, 15 e 17.
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 Doveva davvero interessarti una persona se ci litigavi così duramente. Doveva sul serio interessarti l’opinione di una persona se ti sentivi tanto offeso dal fatto che avesse completamente torto.
Cambiando completamente argomento, siete di questa opinione? Ammetto che tendo a inalberarmi molto quando c'è dall'altra parte una persona che in un qualche modo mi interessa davvero (amico, famiglia, ecc.) e siamo su due fazioni completamente opposte, mentre ormai tendo a lasciar correre se dell'altra persona non mi importa più di tanto. Tuttavia, se l'argomento di discussione è una cosa che mi interessa molto perché tocca un mio valore, un nervo scoperto o qualcosa che etichetto come importante/serio, allora è facile che mi possa prendere la questione pure con uno sconosciuto... 
Altri temi di confronto:
1) 
capitolo 11 "Miracle" 
    
2) 
capitolo 15 "East Jesus"