Martedì, 04 Novembre 2025

Marzo 2023 - Il verdetto

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19/03/2023 13:57 #62794 da Silvia75
Risposta da Silvia75 al topic Marzo 2023 - Il verdetto
Ho finito oggi di leggere "Il verdetto". Mi è piaciuto, oltre ad essere un buon passatempo, fa riflettere su alcuni aspetti importanti della vita. 

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19/03/2023 20:01 - 19/03/2023 20:21 #62802 da elis_
Risposta da elis_ al topic Marzo 2023 - Il verdetto
Finalmente ho terminato anch'io la lettura! Ero partita molto bene, poi mi sono arenata poco dopo la metà perchè l'ho trovata più noiosetta, per fortuna poi ha ripreso alla grande, non immaginavo così la conclusione della storia quindi sono rimasta piacevolmente sorpresa, anche se onestamente avrei snellito un po' da qualche evento secondario. Ho apprezzato l'alternarsi dei capitoli ambientati nel 2009 con il punto di vista degli altri membri della giuria, mi ha reso la lettura più completa e più piacevole. A proposito della giuria, alla fine la cosa che più mi ha colpita (oltre alla storia di Bobby) è stato il rapporto tra giurati, incredibile che un evento del genere li abbia legati in maniera così profonda, anche a distanza di 10 anni, un rapporto decisamente malato azzarderei ad aggiungere, che mi ha fatto venire i brividi. Alla fine è stata una lettura che mi ha lasciato diversi spunti di riflessione, primo tra tutti come il confine tra cos'è considerato giusto e cosa sbagliato sia piuttosto nebuloso, e di come non sempre, anzi talvolta quasi mai, la verità combaci con la giustizia. Anche sul tema della giuria popolare, di cui si parlava all'inizio, ho riflettuto in particolare su due frasi: una di Kathy che, citando il marito, sostiene a proposito del verdetto che "è una decisione troppo grande per metterla nelle mie mani" e una di Maya che, cercando di convincere Trisha, dice "Io non so come qualcuno possa analizzare questa causa, o come qualcuno possa analizzare qualsiasi cosa.. se non filtrandola attraverso la propria esperienza. Questo è quello che voglio dire. Che nessuno qui è imparziale" , sono quindi tornata a domandarmi su quanto possa essere una scelta azzeccata lasciare il verdetto finale di un processo in mano a delle persone comuni, sicuramente la frase di Maya è il motivo per cui vengono scelte persone di diversa età, etnia e contesto sociale e quindi si pensa di coprire una fascia abbastanza omogenea di popolazione, ma restano comunque persone senza una cultura giuridica, che, alla fine della fiera, decidono se una persona debba andare o meno in prigione in base alla loro etica ed esperienza personale, è assurdo. I giurati sicuramente hanno compromesso la loro vita prendendo parte a quel processo, fanno a gara a chi sta peggio quando in realtà l'unica persona la cui vita è stata seriamente danneggiata, l'unica vera vittima di tutta la storia, è Bobby, fortissima la frase che rivolge a Maya mentre raccoglie i suoi pochi effetti personali: "ricordati che un tempo ero anch'io un essere umano" , non era uno stinco di santo ma non meritava nemmeno la metà di quanto gli è successo. 
Attenzione: Spoiler!


EDIT: ho letto i vostri commenti, aggiungo un'opinione sul finale, dato che in effetti non ho tirato le somme della mia esperienza di lettura 
concordo con Giorgia che ha trovato alcuni aspetti troppo delle "americanate", molti eventi hanno fatto storcere il naso anche a me (motivo principale per cui ho rallentato la lettura intorno alla metà), mi sono sembrati inutili e artificiosi. Sul finale in sé 
Attenzione: Spoiler!
Ultima Modifica 19/03/2023 20:21 da elis_.

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20/03/2023 12:18 #62821 da Mattia P.
Risposta da Mattia P. al topic Marzo 2023 - Il verdetto

mulaky post=62620 userid=3998

bea ha scritto: Riguardo sempre ai casi di cronaca e delle varie facce del concetto di giustizia, alla fine del capitolo 1 Maya è arrabbiata per come il mondo faccia passare lei per la cattiva, mentre lei avrebbe voluto urlare a tutti che non era stata lei a uccidere Jessica Silver e quindi non potevano trattarla così. Anche questo mi ha fatto riflettere, perchè credo sia solo in parte vero. Se ti uccidono la figlia e non si trova il colpevole, o ancor peggio, il colpevole che tu come genitore pensi sia stato viene rilasciato, tua figlia è come se venisse uccisa due volte, perchè la sua morte non ha ricevuto giustizia, chi vi ha posto fine continua a vivere ogni giorno come se la sua morte non gli avesse cambiato niente. Quindi far parte di una giuria ti farà pure assolvere un dovere civico, ma devi anche prenderti le responsabilità della decisione che decidi di prendere. O sono troppo drastica?


 

Da genitore/parente la penserei così, tuttavia è anche vero che la giuria americana deve decidere in base a quello che viene dibattuto in aula, con le prove ammesse... loro (la giuria con Maya) conoscevano solo un quarto di quello che tutto il mondo sapeva perché erano segregati e non potevano vedere tg, leggere notizie, non avevano neanche cellulari ecc. Insomma, completamente fuori dal mondo, per cui bisogna anche mettersi nei loro panni: se hai un certo materiale, ti puoi basare solo su quello e questo vale sia per giuria (per i motivi già spiegati) sia per la stampa/gente a casa. La stessa stampa non stava dentro l'aula, quindi riportava ciò che gli avvocati volevano far trapelare (sicuramente a propria convenienza) e quindi neanche i giornalisti potevano avere un quadro completo, inoltre non è detto che riportassero ogni virgola... insomma, secondo me è comunque difficile prendere una decisione quando non c'è una certezza assoluta ma solo prove, per così dire, circostanziali.

bea ha scritto: Vi prego, qualcuno mi spieghi perchè far parte della giuria dovrebbe permettere di assolvere al proprio senso civico

il fatto che io mi immolo in modo tale che qualcuno possa essere giudicato da me come sua pari non mi farebbe sentire minimamente altruista, anzi, povero lui/lei



 

E' semplicemente una questione culturale. Gli Stati Uniti hanno un concetto di patria molto diverso dal nostro, lo hanno sempre avuto e penso che lo avranno per sempre perché è una colonna portante della loro identità. Noi, invece, l'abbiamo perduto o forse non l'abbiamo mai avuto e oggi non ce ne potrebbe fregare di meno della "patria" (o quasi). Penso sia comunque una questione storica perché l'Unità degli Stati Uniti è stata ben diversa dall'Unità di Italia e da noi ancora permangono elementi regionali che mal accettano tale unione.
L'alto concetto di patriottismo americano lo vediamo anche nei fumetti, insomma c'è Capitan America, il patriota perfetto! Ci sta difendere la patria o fare in modo di contribuire al miglioramento del tuo paese... il problema, se mi posso permettere, è che lì spesso si sfocia nella tossicità di questo concetto: la guerra a tutti i costi (rigorosamente fuori dagli States) per difendere gli interessi americani, l'uso molto libero delle armi per "autodifesa", il razzismo che c'è verso le minoranze etniche o verso i neri (come se gli americani fossero solo bianchi), ecc. Puntano parecchio sul patriottismo, tanto che poi non sono pochi gli esaltati che danno una interpretazione esagerata a quel concetto... per carità, i pazzi sono ovunque, ma a me pare che i fanatici statunitensi facciano le cose con l'idea tossica dell' "amor patrio".
 

Molto interessante questa riflessione che mi trova abbastanza d'accordo. Oltre al modo in cui storicamente gli Stati Uniti si sono costituiti, pensiamo anche solo alla loro vastità che necessità probabilmente di un più forte senso patriottico a fare da collante identitario.
Per rispondere a bibbagood, personalmente penso che, anche se mi metterebbe certamente molto a disagio, se venissi chiamato a svolgere il jury duty farei di tutto per assolverlo. Ne faccio una questione di rigore statitistico che teoricamente dovrebbe ridurre "l'errore" (il bias) legato alla selezione del campione e quindi in ultima analisi favorire la giustizia. In altre parole, la casualità del campione dovrebbe fare in modo che io che ho una tendenza al buonismo (solo a titolo di esempio) possa essere bilanciato da Tizio che invece tende ad essere un pò forcarolo. Se si comincia a defettare per le ragioni più svariate, fosse solo pigrizia, si potrebbe avere una giuria troppo buonista o troppo forcarola. Poi è chiaro che un verdetto può prendere le vie più disparate in virtù de fattori più diversi...

"Bea sostiene che leggere è un'arte in via di estinzione e che i libri sono specchi in cui troviamo solo ciò che abbiamo dentro di noi, e che la lettura coinvolge mente e cuore, due merci sempre più rare"

Carlos Ruiz Zafon
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22/03/2023 05:59 #62852 da Francis
Risposta da Francis al topic Marzo 2023 - Il verdetto
Ho provato anch'io a leggere questo libro, ma davvero non ce l'ho fatta a resistere dopo una settantina di pagine...
Coinvolgimento zero. Alla fine l'ho abbandonato...

...in medio stat virtus...

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22/03/2023 23:02 #62863 da Cinzi@
Risposta da Cinzi@ al topic Marzo 2023 - Il verdetto
Ciao a tutti. Ho finito il romanzo quache giorno fa. È un genere che mi piace, per cui ho apprezzato molto. L'ho trovato coinvolgente, tanto che l'ho divorato. 
Attenzione: Spoiler!
Lo stile è quello classico dei Legal drama / thriller americani, in cui c'è la corsa al  colpo di scena esorbitante (come nei film di Hollywood) al punto da risultare poco veritiero... ma del resto è uno stile così, che può piacere proprio per questo, oppure no.
Sul discorso delle giurie popolari, mi vien da dire che almeno il destino di una persona è nelle mani di più persone, alcune sue pari, e non nelle mani di un solo giudice. Viste alcune sentenze nel nostro paese, non mi sbilancio sul merito di un sistema piuttosto che dell'altro. 

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25/03/2023 09:51 #62896 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Marzo 2023 - Il verdetto

SilviaM post=62647 userid=7969 E poi i dialoghi....che ansia le parolacce, ma tutti devono davvero parlare con gli intercalari volgari in America? Non ci credo, è solo un'impressione di realismo che vuol dare l'autore, ma per fortuna non è così. 

Ciao! mi ha colpito questo tuo commento perchè qui sul forum son sempre quella che si lamenta del linguaggio in alcuni libri, della volgarità gratuita e ho la nomina di principessina per questo   Ma invece in questo romanzo non ho trovato il linguaggio particolarmente volgare, anzi, non ci ho fatto per niente caso, quindi trovo interessante che invece ad alcune lettrici possa aver colpito questo aspetto! A me spesso più delle parolacce danno fastidio le descrizioni volgari in ambito sessuale e qui le uniche parti sono quelle riferite al giurato "maniaco", ma dato il tipo mi sembra l'autore si sia abbastanza trattenuto e la parte è comunque piuttosto breve. 

Son contenta della partecipazione a questa lettura e dei giudizi molto differenti!
Vorrei riportare ancora due ultimi aspetti che mi ero segnata.
Gli appunti: ho trovato interessante che i giurati non possano prenderne! E che la cosa venga giustificata con il fatto che ognuno si annoterebbe le cose che lui/lei reputa più rilevanti, che hanno una rilevanza maggiore per la propria storia personale, o quelli che hanno catturato di più l'attenzione, e che son quindi cose altamente soggettive. Se poi i giurati confrontassero gli appunti, sarebbe ancora più difficile ricostruire i fatti perchè si renderebbero conto di come abbiamo avuto percezioni completamente diverse nel sentire le deposizioni e le prove! Trovo però che senza annotarsi le proprie impressioni, persino queste con il passare del tempo non sono per noi stessi più affidabili, quindi non solo sono soggettive e inutili nel confronto con gli altri per trovare una verità, ma sono soggettive anche rispetto al momento in cui le abbiamo, dopo due giorni possiamo avere un ricordo falsato di cosa effettivamente abbiamo sentito e percepito.

Mi son chiesta poi come sia possibile che Mata e Rick si siano sbagliati così tanto sul conto reciproco e che entrambi erano sicuri del risultato della votazione e rimangono sconvolti di vedere come l' altro/a sia di opinione opposta. Va bene che non potevano parlare del processo, ma al di là di quello vuol dire che in realtà in quei mesi non si erano conosciuti per niente, perchè non c'entra cosa si sarebbe votato per il verdetto, bensì che tipo di persona è e che tipo di valori ha la persona con cui ho intrapreso una relazione, e questo vuol dire che entrambi avevano costruito nel loro immaginario una persona che non esisteva.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert

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29/03/2023 12:55 #62932 da lorenzob
Risposta da lorenzob al topic Marzo 2023 - Il verdetto
Finito appena in tempo! Iniziato una settimana fa, a causa di un libraccio che dovevo terminare e mi ha congestionato tutto marzo.

Che dire... Mi è piaciuto moltissimo! La storia mi ha catturato dall'inizio e mi è piaciuta molto l'idea di alternare i capitoli tra presente e passato, così da accompagnare il lettore alla scoperta degli "antefatti" senza appesantire il racconto.

Ho trovato i temi affrontati nel libro molto interessanti. Speravo, visto la continua incertezza sulla verità, che l'autore ci lasciasse il mistero fino alle ultime pagine del libro, lasciandoci il dubbio fino alla fine. Ho trovato comunque ben narrata la relazione tra avvocato e cliente, pronti a costruire una finta narrazione ma più conveniente al fine processuale. 
Si può davvero rischiare di mettere in galera un possibile innocente? È meglio lasciare libero un possibile colpevole?

Unica nota stonata, il tema del razzismo. Compare un po' a caso nel libro, non ha uno sviluppo forte e io l'ho trovato un "di più" non necessario al racconto, c'era già carne al fuoco molto interessante da sviluppare senza aggiungerci altro.

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30/03/2023 08:15 #62941 da Camillo
Risposta da Camillo al topic Marzo 2023 - Il verdetto
Salve, ho finito il libro solo ieri (la mia iscrizione è recente);  in altra epoca si sarebbe detto :  "sette più".
Se è vero che molti libri sono frutto di storie più  o meno fantastiche,  lo si può senz'altro affermare per questo legal thriller.
Alla  fantasia non sono stati messi limiti e l'impianto narrativo è particolarmente arzigogolato; a ciò si aggiunga che grandissima parte del romanzo è oggetto di continui rimandi, alternati fra il presente ed il passato, con notevole impegno per il lettore che deve di volta in volta riallacciare i fili. Per carità alla fine chi legge vuole arrivare alla fine e vuol sapere come finisce la storia :  il finale in tal caso è senz'altro una sorpresa.
Ovviamente, trattandosi di un legal thriller, veniamo trasportati all'interno del  sistema processuale penale americano, con le sue giurie popolari e il gioco accusa-difesa da cui dovrebbe scaturire la verità che però è molto spesso solo verità processuale, come in tutti i sistemi giuridici d'altronde, anche quelli in vigore nelle diverse democrazie.  Vorrei però  rassicurare alcuni partecipanti al forum : anche nel nostro sistema processuale penale, per alcuni reati più gravi, esistono le giurie popolari che affiancano i giudici togati in Corte di Assise e in Corte di Assise d'Appello,  ma ci sono appunto i togati che possono chiarire ai giudici popolari gli aspetti tecnici delle vicende processuali, non esistono giurie di soli giudici popolari lasciati in balia di se stessi, e non esiste la necessità di raggiungere un verdetto unanime. 
Il libro  in una cosa  ha un merito : più e più volte rappresenta al lettore la necessità di non farsi ingannare da apparenti verità ché la realtà è quasi sempre più ampia, sfaccettata e complessa di quello che può sembrare.
Insomma si può consigliarne la lettura, ma senza indurre grandi aspettative (molto meglio Grisham ).
I seguenti utenti hanno detto grazie : Mattia P.

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30/03/2023 11:49 #62949 da SARA1984
Risposta da SARA1984 al topic Marzo 2023 - Il verdetto
ho iniziato un pò in ritardo questo mese ma è talmente coinovlgente che credo che finirò presto 

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31/03/2023 11:21 #62969 da Mattia P.
Risposta da Mattia P. al topic Marzo 2023 - Il verdetto
Terminato anch'io questo romanzo che, in accordo con Mulaky, ho trovato troppo artificioso nel finale. Peccato perche secondo me aveva un ottimo ritmo. Mi è piaciuta l'alternanza tra passato e presente e l'idea di come una certa esperienza possa creare legami (nel bene e nel male) cosi forti e persino condizionare la vita di una persona. Penso che nel nostro piccolo abbiamo avuto tutti eventi di questo tipo.
Altro motivo per cui ho apprezzato la lettura e che personalmente a me piacciono tutti i libri che mi insegnano qualcosa in più sulla cultura americana che penso sia una sorta di cultura occidentale portata all'eccesso. E quindi mi aiuta a comprendere meglio anche la nostra cultura. Interessanti anche le riflessioni e le conoscenze sul sistema giudiziario americano e sulla giustizia in genere.
Avete parlato dell'esistenza di Miracle che in effetti è abbastanza inquietante (forse un altro eccesso in stile americano); io invece ho scoperto che anche East Jesus esiste e su google trovate numerose foto di opere d'arte di questo luogo. Vale la pena dargli uno sguardo per apprezzarne il livello di psichedelia.

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Carlos Ruiz Zafon

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Avatar di mulaky mulaky - 29/10/2025 - 10:03

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Avatar di bibbagood bibbagood - 27/10/2025 - 19:21

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Avatar di Nonna Iaia Nonna Iaia - 10/10/2025 - 10:14

Ciao a tutti!Amo i libri da sempre ma solo ora, in pensione, riesco finalmente a leggere!Mi appassionano le storie vere, le biografie ed i romanzi storici perché mi consentono di conoscere i fatti da diverse prospettive arricchendo, spero, il mio senso critico. Integro i romanzi con saggi di geopolitica e di storia. È la prima volta che mi iscrivo ad un Gruppo di Lettura e sono molto curiosa e contenta di poter condividere i miei pensieri ed emozioni con voi.Grazie

Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!

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