Ciao a tutti e a tutte, finalmente mi sono unita anche io alla lettura! Sto andando piano piano perché c'è il conte di Montecristo che mi assorbe, ma dopo un inizio un po' faticoso ho preso il via. Ho appena letto il capitolo 9 (Dante e gli affari). Mi aggancio a un po' di punti da voi sollevati.
Magari leggere uno/due capitolo al giorno può essere utile a chi non è propenso a questa tipologia di libri.
Sì, io mi sto trovando bene con questa tecnica, sono i miei "momenti documentario" della giornata.
Ho trovato interessante non tanto la trita e ritrita distinzione tra nobiltà di sangue e nobiltà d'animo, quanto come Barbero faccia emergere le contraddizioni e l'aspetto più umano di Dante, come di tutti noi, che magari predicava bene, ma poi ci teneva a precisare che il trisavolo era nobile (o meglio gentile)
Concordo! Infatti abituata a immaginare Dante come un qualcosa di irragiungibile, identificandolo con la sua arte e le sue opere, mi sono sempre chiesta cosa ci fosse dietro lo scrittore. Per cui chi era Dante come uomo?
La discussione sulla nobiltà è stata appassionante, e piena di sottigliezze! Tutto sommato prevale anche per me il sentimento di vicinanza con le contraddizioni di Dante. Anche oggi siamo pieni di contraddizioni simili: il "luogo comune" ci fa dire che conta più la nobiltà d'animo che quella di sangue, che è un concetto che per noi contemporanei è un po' svanito, ma quel che non è svanito affatto è il fascino della ricchezza, per esempio. E quando dico "luogo comune" non lo dico in senso spregiativo: l'importanza della sostanza sulla forma è un concetto che diamo un po' tutti per acquisito e che si predica; ciononostante in tanti, tantissimi continuano a idolatrare una certa classe di persone (multimilionari, imprenditori all'avanguardia, attori del cinema) come se fosse una casta a parte, un tipo speciale di essere umano. Non so, forse ho fatto un volo pindarico?
A parte questo discorso specifico, il libro riesce bene nel restituire un Dante umano, anche e soprattutto tramite... la burocrazia! Il capitolo sugli affari che ho appena concluso restituisce l'immagine di un Dante molto terra-terra, ingrovigliato anche lui come tanti negli affari di famiglia, tra mutui, prestiti e amministrazione varia...
Mi sono immaginato Dante come una specie di nerd della letteratura capace di annichilire qualunque rivale a suon di rime, ma incapace di sostenere anche solo lo sguardo di Beatrice. Mi sono chiesto se in questa sua timidezza non ci sia anche una influenza della cultura di segregazione dei due sessi del tempo.
Il grado della segregazione del sessi nella Firenze del Due/Trecento mi ha molto colpito: non sapevo fino a che punto si spingesse. Impressionante la descrizione del funerale a "compartimenti separati", sia fisicamente che emotivamente: le donne possono (e, con ogni probabilità, sono tenute a) piangere, gli uomini no, tanto che Dante deve nascondersi per farlo...
Bellissime poi le dispute poetiche. Ho pensato immediatamente alla tradizione qui in Sardegna delle gare poetiche in lingua sarda. La gara poetica era il momento più atteso delle feste paesane e vedeva tre poeti confrontarsi su un tema (per esempio arte vs scienza vs natura).
Adoro! Niente di simile da me, quanto darei per assistere a una battaglia del genere!
In compenso ora, stando in Toscana, ne sento di "botta e risposta" fulminanti che magari non sono in rima, ma attestano comunque questo gusto per la sfida verbale. L'ingegno che hanno in questo campo si attesta anche semplicemente nelle mille e uno varianti dell'imprecazione "Maremma..." o "Madonna..." a cui seguono gli aggettivi più strampalati (spesso ingiuriosi, ma a volte semplicemente surreali).
lo studio della storia è una cosa molto più complicata di quanto si pensi. Non si tratta solo di studiare fonti, ma incrociare dati tra vari archivi, fonti contemporanee che pur assistendo di persona agli eventi avevano i loro bias e i loro motivi di distorcere la realtà, e applicare una buona dose di logica, buon senso e conoscenze pregresse.
Vero, questo saggio è un ottimo esempio del lavoro dello storico, perciò lo apprezzo molto esattamente così com'è, anche se per me in questo periodo non è una lettura semplice. Mi accontento di godermi quello che mi arriva senza scervellarmi troppo.