Ciao a tutti,
ho terminato il 15mo capitolo e letto tutti i vostri commenti.
Non sto apprezzando entrambi i personaggi maschili, sia Clifford, estremamente autocentrato nella sua visione classista, che Mellors, con il suo estremo pessimismo e anche una certa rozzezza nella relazione con Connie. Per fare un esempio, ma cosa centra fare a Connie un resoconto dettagliato di tutte le relazioni sessuali che ha avuto con altre donne quasi fosse un suo amico? Tutavia, mi piace ciò che Mellors, a mio avviso, rappresenta. E cioè il rifiuto della società industriale che, come ripete a mo' di mantra, porta le persona a "lavorare solo per il denaro". Lawrence approfitta di questo romanzo per denunciare una società che non ha più rispetto per la persona, trattata alla stregua di un animale, ne dell'ambiente che è possibile sacrificare al dio denaro inquinandolo e abbruttendolo. Il lavoro, invece, dovrebbe essere ciò che nobilita la persona dandogli un senso. Qualcuno di voi ha parlato di homo faber.
E il rifiuto di questa società da parte di Lawrence è tale che se ne andrà quasi in modo definitivo.
Altro sforzo dell'autore degno di nota è quello di cercare di descrivere l'animo femminile, cosa comunque non facile specie per un uomo dell'epoca. Ci sta che poi non riesca a coglierne pienamente tutte le sfaccettature, ma già il tentativo merita un certo rispetto. Sono poi d'accordo sulla lotta interiore tra un certo maschilismo frutto della cultura imperialista in cui è cresciuto e il desiderio di conoscere ed esaltare la tenerezza, specie quella femminile.
Continuo con interesse questa lettura, tanto più alla luce delle vostre interessanti riflessioni.
Buon giorno a tutti.
Sono anche io sul quindicesimo capitolo. I filoni sono diversi, come da molti di voi già evidenziato : da quello sui rapporti fra i sessi, complicato e non facile, come d'altronde appare anche dagli stessi dialoghi fra Mellors e Connie, a quello fra il mondo naturalistico e il mondo industriale, sopra tutti i riferimenti ad una umanità di "mezzi cadaveri", le cupe descrizioni dei borghi minerari e delle miniere che soppiantano i castelli ma soprattutto la profezia di Mellors sugli industrali e gli operai "..tutti freneticamente protesi a uccidere gli ultimi sentimenti umani....e gli ultimi istinti sani...". Ve ne è anche un altro, forse non esplicitato più di tanto, relativo alla guerra come generatrice di sciagure : in tal senso la paraplegia di Clifford ne è la plastica rappresentazione, ma la stessa attuale condizione sociale di Mellors ne è conseguenza essendo egli dapprima assurto fra la classe dirigente come ufficiale per poi "decadere" nuovamente in una classe inferiore al termine del conflitto.
Da approfondire altre figure, come Mrs. Bolton che si presta a fungere da "crocerossina" pur di sentirsi parte di una classe sociale solo apparentemente superiore e che però, attraverso la propria vicinanza a Clifford, riesce ad acquisire potere su di lui sino a fargli in parte cambiare l'oggetto dei suoi interessi : dalla ricerca della "dea - cagna" della popolarità letteraria al protagonismo di fare qualcosa per la miniera e per il paese di Tevershall.
Nella lettura di questo testo bisogna anche essere ben consapevoli che il materiale autobiografico è imponente perché spulciando nella biografia di Lawrence non possiamo non notare come egli sia nato da un padre minatore, come lui stesso avesse avuto una polmonite e sia poi morto di tubercolosi, come sia stato un dichiarato pacifista, come abbia sempre peregrinato cercando realtà non contaminate dall'industrializzazione ed abbia anzi sempre cercato paesi salubri e soleggiati.
Un romanzo che va sicuramente letto, ma che per ora non mi riesce di considerare un'opera imprescindibile, trovo anzi che manchi di una vera anima, di un afflato, mi viene da dire (senza volere essere irriverente) che appare un pò costruito a tavolino.
Comunque si prosegue nella lettura.