Guido:
Secondo voi, se Clifford non fosse stato menomato, la relazione tra lui e Connie sarebbe stata diversa da quella descritta?
Quanto la menomazione di Clifford può aver influito nell’allontanamento emotivo tra i due?
Forse un po' meglio, ma il problema non è il sesso, il problema che i due sono assortiti malissimo a livello intellettuale. Fintanto che lui era sano, ancora ancora poteva incantare Connie con le sue discussione filosofiche, ma ci sarebbe stato un momento in cui la stessa donna si sarebbe rotta le scatole. Connie mi fa venire in mente Madga (la moglie di Furio/Carlo Verdone, povera stella). La malattia ha acuito la pochezza interiore di Clifford, l'assoluta freddezza... ricordiamoci che si è sposato quasi per dovere, che non ribatteva al padre e che è capace di dire alla moglie di fare un figlio con un altro perché al paese serve un erede!
Sono arrivata al capitolo 9 e sì, sono d'accordissimo con Bea quando dice che a Clifford serve una platea, qualcuno che gli faccia pubblico e che possa modellare: che si chiami Connie o sig.ra Bolton poco cambia.
Robi:
E invece cosa ne pensate di quanto l'essere umano diventa egoista quando entra nella malattia? Io purtroppo lo sto sperimentando non direttamente.
Temo sia inevitabile... chi sta male è completamente focalizzato sul proprio dolore, che sia fisico o interiore. Poi, in base al tipo di malattia, si può avere tempo per accettarla e conviverci, trovare un altro modo per sentire di avere un senso a questo mondo, ma tutto dipende sempre da come si guarda al mondo... se si apprezza comunque il presente o se si pensa a ciò che non si potrà più avere, a ciò che non c'è più, ecc. Penso che la discriminante sia sempre l'approccio personale che uno ha di fronte alla malattia, certe volte c'è bisogno di parecchio tempo per farsene una ragione e non è detto che ci venga concesso questo tempo...
Tornando al libro, ho mal sopportato tutto il gossip della signora Bolton ma, quando parla dei problemi degli operai che si lamentano delle macchine e cita i telai, la mente è volata immediatamente a "Nord e Sud" della Gaskell.
Mellors capisco possa attirare Connie perché, se non altro, è diverso e pare avere qualcosa dentro invece di essere "niente" come il resto della combriccola. E, però, io due schiaffi glieli tirati... non ha fatto un ingresso trionfale, anzi.
Continua a non piacermi molto lo stile di Lawrence, mi ha dato lo stesso effetto di George Eliot in "Daniel Deronda" (che caso, due autrici da lui stesso citate nel libro!): certe volte interrompe la storia e fa, non dico dei pipponi, ma quasi. Mi lasciano molto perplessa i discorsi sul sesso e sull'amore che fanno, almeno fino a questo momento, i vari personaggi... mi manca evidentemente un passaggio storico-sociale tra fine Ottocento e il primo trentennio del Novecento, non comprendo questo inaridimento interiore. Basti vedere, tra l'altro, cosa dice Michaelis a Connie nel quinto capitolo, dopo aver fatto sesso. Che schifezza.
Alcune frasi che ho sottolineato:
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La nostra è un'epoca essenzialmente tragica, perciò ci rifiutiamo di viverla tragicamente.
Non so dire perché mi ha colpito questa frase, che poi è l'incipit del romanzo. Forse ci leggo una sorta di "vivi la vita con più leggerezza, ché già di suo è pesante", non so.
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"Siamo freddi come cretini e senza passione come idioti".
Questa mi pare l'unica frase sensata detta da uno della combriccola di Clifford!
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Il bambino, il bambino che lei avrebbe messo al mondo, non era che una cosa per lui.
Questa si commenta già da sola, che squallore Clifford!
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Il suo destino era veramente quello di lasciarsi assorbire nella vita di quell'uomo fino alla morte? nient'altro?
Legata al fattaccio precedente, è il momento in cui Connie finalmente inizia a capire che razza di vita tremenda stia facendo.
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E, vagamente, intuì una della grandi leggi dell'animo umano: che quando l'anima emotiva riceve un colpo violento, che non uccide il corpo, l'anima sembra guarire insieme al corpo. Ma è solo apparenza. Si tratta solo del meccanismo dell'abitudine, che riprendere a funzionare. Lentamente, lentamente la ferita dell'anima comincia a farsi sentire, come un'abrasione che solo con lentezza spande il suo dolore lancinante, finché non riempie tutta la psiche. E quando cominciamo a credere di essere guariti e avere dimenticato proprio allora si va incontro a terribile ripercussioni.
Questa risponde all'interrogativo di Bibi.
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"Gli uomini possono amare le donne e parlare con loro. Non riesco a capire come possano amarle senza parlare, e creare un rapporto intimo e d'amicizia. Come possono?"
Io mi ritrovo in questo pensiero di Connie, infatti come vi dicevo prima, non comprendo i discorsi degli altri... a me questa sembra la cosa più naturale del mondo. Parlare significa interagire con l'altra persona, quindi conoscerla e accettarla. E solo dopo aver fatto queste cose puoi effettivamente amarla.