bibbagood post=66837 userid=1044
ziaBetty post=66765 userid=96
Bea chiede: "bisogna giudicare solo la persona in sè, non tenendo conto del contesto? Bisogna giudicare il contesto, che potrebbe quindi considerarsi un'aggravante se le azioni del singolo sono in realtà parte di un genocidio?"
Secondo me è impossibile giudicare la persona non tenendo conto del contesto - però io credo, anche alla luce del paio di brevi citazioni riportate, che il contesto potrebbe costituire non un'aggravante, ma al contrario quasi una giustificazione : "tutti lo facevano e l'ho fatto anche io". E questo ovviamente è assurdo e pericoloso.
Arendt parla a riguardo di "dubbio insolubile" ed è proprio così anche secondo me.
Sì, hai ragione, leggendo non si riesce a prendere una decisione, perchè da qualsiasi lato la guardi, é stata una situazione irreale ed è quasi impossibile a posteriori dare un peso vero e proprio a quel che è successo, l'aver partecipato a un genocidio può, come ho scritto sopra, deresponsabilizzare e quindi uccidere con la propria mano decine di persone ha un peso inferiore rispetto a una persona nella nostra società che uccide tipo la moglie o il vicino a sangue freddo e con premeditazione; dall'altro però aggrava invece il crimine, in quanto ha una base morale, etica, rimanda al concetto di essere umano, che renda la situazione degli imputati ben più grave di quella di un assassinio qualunque. Difficile, di fatto appunto insolubile.
Sicuramente più vado avanti con la lettura più rimango perplessa di quante pene leggere siano state assegnate...tra chi era condannato a morte e poi ha avuto una pena ridotta a un paio d'anni di carcere e chi manco quello...
Nel capitolo 3 appare secondo me un "indizio" di come di fatto in realtà siano stati semplicemente degli assassini, consapevoli di quel che facevano, perché Arendt riporta come Eichmann sia stato preso, ovvero la sua mania di dire cose grosse - era "stufo di essere un anonimo pellegrino" - e questa mania doveva essersi rafforzata in lui con il passare del tempo, non solo perchè non aveva nulla da fare che gli piacesse, ma anche perchè nel periodo postbellico la sua figura era diventata inaspettatamente "famosa". Che é proprio quel che accade alla maggior parte degli assassini, spessissimo vengono presi perchè non ce la fanno a non essere fieri di quel che hanno fatto.
E' cosi, Eichmann, doveva essere un individuo molto particolare, molto frustrato nella sua personalità, sicuramente come viene detto, voleva emergere in mezzo a pezzi da "novanta" lui così meschino. Nelle mie letture, ho incontrato molti di questi tedeschi che improvvisamente dal nulla sono diventati dei tipi importanti. Vedi Stangel, comandante a Venezia, e in generale nei campi in Italia.
Qui in casa, siamo in due a seguire questo strada di approfondimento: Davide, non so perché, e io, e so il perché. Ovvio che non abbiamo seguito.
Per quanto riguarda Davide credo voglia farsi uno studio "storico" sull'argomento.
Uscendo dal personale, Questa della Arendt, come ho già detto, è una mazzata, pure impegnativa.
Mi metto un poco da parte e attendo con interesse vero le vostre successive considerazioni.
Se per caso avete bisogno di qualche piccola info, che non trovate su Internet, o suoi vostri testi, chiedete, se so qualcosa vi rispondo.
Rileggendo quello che dice Bea, sul giudizio delle singole persone o sul contesto, io sono tenuta a dire che si deve giudicare su tutti e due i "fronti" tenendo con di
quel contesto, pensa al periodo storico, la repubblica di Weimar, Hitler che già impazzava da almeno dieci anni, i tedeschi che lo adoravano, pensa quando lui fu allo stadio di Norimberga con tutto il suoi uomini, dopo la vincita delle elezioni, perché furono vinte da loro.
Per puro caso, credimi, mi sono trovato nello stadio ormai abbandonato come un rudere, di Norimberga, quello ch tante volte hanno fatto vedere nei documentari, tutto per caso, giri con il camper, di fermi per caso ed eccolo lì. Io a bocca aperta.
Hitler era amato, i tedeschi avevano bisogno di un dittatore, un
CAPO, come un branco sciolto di lupi. Lo hanno trovato! Era quella l'epoca delle dittature, Stalin non è stato meglio. Hitler era imbevuto di esoterismo, di miti, cercava un nuovo
Dio, che credeva di trovare.
Forse l'unico, e non è certo per innalzarlo, è stato Mussolini, che voleva solo il potere e forse, dico forse una nazione migliore. Non sono stata in grado di approfondire l'argomento, se ne è occupato mio marito.
Bene, scusate se magari sono uscita dall'argomento, entrata e uscita.
Ci sentiamo