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Aprile 2024 - La banalità del male

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13/04/2024 09:34 #66855 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Aprile 2024 - La banalità del male
Sono arrivata al capitolo 11, concordo con voi che è scritto bene, ma per quanto mi riguarda é scritto in alcune parti in modo anche troppo analitico, alcuni capitoli sono quasi degli elenchi di nomi e numeri, quindi molto interessante, ma devo fare delle pause e alternarlo con altre letture sennò perdo la concentrazione e mi apparirebbe più come un titolo di studio su cui preparare un esame.
Sottolineo anche io riflessioni e dettagli interessanti, provo a riportare qualcosa qua.
Nel capitolo 6 ho apprezzato gli esempi delle rare persone che non cospirarono contro Hitler bensì fin dal principio si rifiutarono di firmare per le SS; in Germania i fratelli Scholl sono molto famosi, credo in Italia di meno, ma in Germania in ogni città, anche le più piccole, c'è una strada e una scuola dedicata a loro. Sempre in questo capitolo, Arendt analizza con una finezza tra il maniacale e l'ironico l'atteggiamento di alcuni gerarchi, che fino alla fine non si rendevano conto di quel che facevano e che avevano fatto e delle conseguenze che avrebbe avuto, e in questo frangente dice: "Se Ribbentrop era certamente un idiota, Himmler, qualunque altra cosa fosse, non lo era." Ecco, l'ho segnato perchè Ribbetrop è uno dei gerarchi che più si studiano a scuola dato il ruolo chiave che ha avuto fin dall'inizio, con il patto Molotov-Ribbetrop, e da da pensare che figure così importanti fossero a quanto pare in realtà dei sempliciotti, degli idioti come li definisce Arendt, che é un po'anche la figura che fa Eichmann. Senza entrare in polemiche sulla situazione politica attuale, credo che sia inevitabile pensare a come dovrebbe essere fondamentale avere come figure di guida politica in un paese persone intelligenti, che abbiano profonda esperienza con studi e altre attività del campo in cui si occupano, e che la politica non dovrebbe essere affidata al primo che capita solo perchè è una cosa che riguarda anche lui e su cui anche lui ha diritto di prendere decisioni. Sennò ci si ritrova con persone che stanno là di fatto per caso, per rapporti di amicizia, per demagogia spicciola, perchè manipolabili, e che quindi non sono minimamente in grado di assolvere alla funzione cui sono chiamati.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
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14/04/2024 10:57 #66865 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Aprile 2024 - La banalità del male
Nel frattempo ho mandato la foto per gli scatti del mese, vediamo se qualcuno mi fa compagnia!

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16/04/2024 22:00 #66892 da vanna
Risposta da vanna al topic Re:Aprile 2024 - La banalità del male
Lettura impegnativa e pesante con una narrazione non molto accattivante,ho un' edizione con caratteri minuscoli,la prima impressione è stata quella di non avere la traduzione buona, ma visto che anche Beatrice ha sottolineato quest' aspetto, procedo con fatica e noia a passo di lumaca intervallando con altre letture più piacevoli, ho letto solo un centinaio di pagine,circa un terzo del saggio.
L' argomento è interessante ma è stato scritto tanto per cui tante cose sono note.
Io ho avuto l' occasione di fare un " pellegrinaggio" in diversi campi di concentramento con l' ausilio di alcuni superstiti che avevano trascorso del tempo in quei contesti.E' stata un' esperienza formativa che mi ha regalato conoscenze,spaccati di vita vera ma anche forti emozioni a confronto di tante letture e film.Ho visto anche " La zona di interesse" ma non mi ha particolarmente colpito anche se l'ho subito associato alla banalità del male proprio come la intendeva la Arendt, un uomo privo di pensiero,senza una dimensione etica della coscienza e quindi incapace di capire il significato del proprio agire,ma un semplice ingranaggio di una macchina di morte che si limita a mettere in pratica gli ordini ricevuti dall' alto e di eseguirli al massimo in modo da risultare il migliore.Alla fine del film quando Hoss non sta bene e scende le scale del museo di Auswitz prende coscienza che le sue azioni non gli son servite per diventare il migliore ma è declassato rispetto ai custodi che spolverano e curano il museo.Io ho dato questa interpretazione personale ma non è detto che sia giusta.
Dei pochi capitoli letti mi ha colpito la figura di Eichmann che non doveva essere un' aquila ma un semplice esecutore delle leggi dello stato totalitario impersonato da Hitler, bizzarra mi è sembrata l' idea prima della " soluzione finale", di portare parte degli ebrei in Madagascar.
Inoltre Eichmann si interessava principalmente del trasporto sui treni delle vittime e non dell' uccisione anche se aveva visto dove i convogli le portavano e che fine facevano dentro i campi.Al processo i giudici si chiedevano se E.avesse avuto una crisi di coscienza,ma ciò riguardava la questione morale e non quella giuridica .Mi sembra che il tema di fondo del saggio sia proprio l' analisi di questi due aspetti.


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17/04/2024 11:42 #66896 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Aprile 2024 - La banalità del male
Riguardo alla traduzione, sì, confermo, la mia è l'edizione più attuale ma la traduzione non è aggiornata e trovo avrebbe bisogno di una nuova versione...

interessante la tua interpretazione sul finale de La zona di interesse! Non ci avevo pensato perchè si svolge su due piani temporali diversi, quindi l'avevo interpretato di più come simbolo della continuità di come certe cose oggettivamente inumane diventano parte della quotidianeitá, senza che pensiamo neanche un momento a cosa stiamo facendo, ci si abitua e si percepisce queste cose per normali. Ma anche la tua interpretazione avrebbe un simbolismo molto azzeccato, il fatto che lui si senta male così non sapevo infatti come interpretarlo.
Consiglio comunque a tutti di recuperare il film come completamente alla lettura di questo mese!

Come ha accennato Graziella, ho trovato interessanti i capitoli, le parti in cui si analizza il "collaborazionismo" degli ebrei. Era una cosa di cui ero a conoscenza, ma non nella misura in cui viene analizzato qui! A quanto pare in alcune situazioni, in alcuni posti, l'attività nazista era imprescindibile e completamente dipendente dall'ufficio centrale ebraico, dai Consigli ebraici, ovvero "organi" dove ebrei scelti gestivano per i nazisti deportazioni, confische, ecc. Le fonti e l'analisi che porta Arendt sottolineano un aspetto centrale dell'ideologia nazista, ovvero che in realtà non era una colpa l'essere ebreo, bensì la cosa principale erano gli interessi economici e politici. Eri sì ebreo, ma potente? Allora non solo non venivi messo nella lista nera, ma potevi addirittura far parte attiva del sistema. avevi lontani parenti ebrei, ti sei convertito al cattolicesimo a tempo, ma non sei nessuno? Subito in cima alla lista dei primi da deportare. Sei un mezzo ebreo importante? la parte ebrea sparisce magicamente e diventi il braccio destro di Göring.

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17/04/2024 19:10 #66901 da lettereminute
Risposta da lettereminute al topic Aprile 2024 - La banalità del male
Anche io sto procedendo a rilento con la lettura, un capitolo o due al giorno, la mattina. Credo che sia un testo importante da leggere e quindi lo finirò sicuramente, magari anche spalmandomi su maggio! Però al momento non riesco ad andare più sostenuta (mica come con "L'erede misterioso"! :D Altro peso, altra levatura!).

Battute a parte, anche io ho molta difficoltà con lo stile asciutto della Arendt ma soprattutto con la sua grande intelligenza e cultura: me la immagino come una donna dall'intelligenza molto affilata, capace di cogliere i nessi e mettere assieme i pezzi a gran velocità. Io non le sto dietro, ma mi accontento di respirare il senso generale del libro.

Mi aspettavo una "banalizzazione" del gerarca nazista, ridotto a mero esecutore, perché ormai è un concetto che è stato sviscerato; ma devo dire non così tanto, da questo punto di vista capisco sia stato un testo spiazzante e sorprendente.

A proposito: se ho letto bene nel colophon il titolo originale non è questo, che pure è diventato così famoso da trasformarsi in aforisma... bensì "Eichmann a Gerusalemme", più asciutto, da cronaca. Che ne pensate? Chi sarà uscito fuori con questo titolo?!

Maria Chiara | Redattrice editoriale e per il Web | Social: @lettereminute
Anch'egli sarebbe invecchiato, anch'egli un giorno sarebbe dovuto morire [...]. Ma oggi egli era giovane, era un bambino, il nuovo Siddharta, ed era pieno di gioia. (Siddharta, Herman Hesse)

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23/04/2024 16:06 #66939 da vanna
Risposta da vanna al topic Re:Aprile 2024 - La banalità del male
L' algoritmo mi ha presentato questo post, io non conosco né l ' opera né l' autrice,ma durante la lettura che procede a rilento del saggio della Arendt, mi sono chiesta svariate volte se qualche altro scrittore avesse preso le distanze o confutato le affermazioni della Arendt visto che all' uscita del suo libro ci furono critiche non lusinghiere.
www.unlibrotiralaltroovveroilpassaparola...JN13ljGEj3pvGSDIsrrh

Cosa ne pensate?
Anche se dobbiamo finire la lettura l' idea centrale ormai la conosciamo....
Certo " La verità del male" è un malloppo di oltre 600 pagine,anche se ben scritto per il momento non mi sento pronta per affrontare l' ennesima lettura sull' olocausto.


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26/04/2024 15:19 #66968 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Aprile 2024 - La banalità del male

lettereminute post=66901 userid=6958
A proposito: se ho letto bene nel colophon il titolo originale non è questo, che pure è diventato così famoso da trasformarsi in aforisma... bensì "Eichmann a Gerusalemme", più asciutto, da cronaca. Che ne pensate? Chi sarà uscito fuori con questo titolo?!

Nella mia edizione non c'è scritto nulla al riguardo e io ho sempre visto il libro con il titolo "La banalità del male" e il sottotitolo "Eichmann a Gerusalemme", ma cercando su internet sembra che il resoconto fatto da Arendt all'inizio avesse le due parti invertite, ovvero: Eichmann a Gerusalemme: resoconto sulla banalità del male ("Eichmann in Jerusalem: A Report on the Banality of Evil"), ma poi Feltrinelli ha deciso di invertire le due parti:
"Dal dibattimento in aula, infatti, Arendt ricaverà l'idea che il male perpetrato da Eichmann - come dalla maggior parte dei tedeschi che si resero corresponsabili dell'Olocausto - fosse dovuto non a un'indole maligna, ben radicata nell'anima (come sostenne nel suo Le origini del totalitarismo) quanto piuttosto a una completa inconsapevolezza di cosa significassero le proprie azioni." (da wikipedia)

Non saprei quanto cambi il fatto che il titolo sia stato invertito, in effetti mi verrebbe da dire che quello attuale è più incisivo, perché Eichmann è più che altro un simbolo, un esempio della banalitá del male, nel libro viene analizza la banalità del male e il processo è forse più che altro un espediente.


@Vanna, grazie per la segnalazione, non conoscevo il libro! Per rispondere alla tua domanda, secondo me la verità sta un po'nel mezzo, ma ho una tendenza più per la teoria di Arendt, se non altro perchè purtroppo più credibile: se il genocidio nazista fosse infatti dovuto a personalità singole effettivamente malvagie, intrinsecamente assassine, credo ci sarebbe stata una resistenza maggiore da parte del resto della popolazione e dei paesi, si sarebbe dato un peso diverso alle loro azioni. Il fatto che invece sia stato possibile che si arrivasse a quel punto là, che a noi può sembrare incredibile, trova invece secondo me spiegazioni sufficienti nelle analisi che fa Arendt in questo libro, in cui dai vari episodi, anche i più quotidiani, rende chiaro come ci fosse una percezione un po' sfalzata, ovattata di quel che stava accadendo. Questo, come abbiamo detto all'inizio, potrebbe in parte forse deresponsabilizzare e ridimensionare il peso che si dà al genocidio nazista come di un evento inumano, ma in realtà la vedo più come la vede Arendt, ovvero che è proprio la semplicità di come siano andate le cose che fa sì che diventi ai nostri occhi un evento mostruoso. Se gli si dà invece un'importanza di partenza come un evento particolare, un qualcosa di eccezionale dovuto alla malvagità di pochi oligarchi che decidevano per tutti, secondo me così ne si ridimensiona, si sminuisce il significato, perchè abbiamo la percezione che ci riguarda di meno e allora sì che in quanto umani ci sentiamo deresponsabilizzati.

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Ringraziano per il messaggio: vanna

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29/04/2024 22:49 #66984 da muchentuchen
Risposta da muchentuchen al topic Aprile 2024 - La banalità del male
Qualche giorno fa ho finito anch'io di leggere il libro. Avevo già iniziato a leggerlo alla fine di febbraio, quindi prima che venisse scelto come libro del mese, cosa che mi ha spinto a finirlo. Ne ho sentito parlare per la prima volta quando, anni fa, ho visto il film Hannah Arendt del 2012, di cui una parte trattava proprio di questo processo.

L'edizione che ho letto è la prima italiana, del 1964, casa editrice Feltrinelli e traduzione di Piero Bernardini ("riveduta e corretta dall'Autrice").

Non è una lettura facile, non solo per la quantità di informazioni da immagazzinare, ma anche e soprattutto per l'argomento trattato. Leggere dell'immenso numero di persone che sono morte in modo così atroce (e in così poco tempo) come bestie da macello, fa solo male.

Il libro non è solo una cronaca del processo di Eichmann a Gerusalemme, ma un vero e proprio resoconto di quello che è stato l'Olocausto, l'intero processo burocratico, dalla concezione alla pianificazione e all'attuazione. È stato molto interessante (anche se doloroso) conoscere i retroscena di quella mostruosa operazione, paese per paese. Molte informazioni non le conoscevo e mi hanno dato un quadro più completo dell'intera vicenda.

Mi è piaciuto che Hannah Arendt nella descrizione degli eventi mantiene una distanza emotiva dai fatti, evitando di esprimere giudizi morali e personali. Non usa un linguaggio emotivo o sensazionalistico, preferendo una descrizione fattuale e dettagliata degli eventi e scegliendo con cura le parole per parlare di certi concetti.

Ciò che emerge dal suo ritratto di Eichmann è la sua inquietante normalità. Non era un mostro sadico o un fanatico ideologico, ma piuttosto un uomo grigio e mediocre, incapace di pensiero indipendente e ossessionato dall'obbedienza all'autorità. La sua principale difesa è stata quella di aver semplicemente eseguito gli ordini, di non aver mai agito per cattiveria o odio personale, di essere stato quindi solo sfortunato a trovarsi in quella situazione invece che in un'altra più "clemente". Eichmann era un ingranaggio della macchina nazista, il classico burocrate meticoloso che svolgeva i suoi compiti in modo efficiente e senza scrupoli, senza mai mettere in dubbio la legittimità degli ordini, anche se comportavano la deportazione e l'uccisione di milioni di persone. Ma era anche incredibilmente vanitoso e allo stesso tempo profondamente insicuro e desideroso di riconoscimento. Aveva bisogno di sentirsi importante e apprezzato e la sua ossessione per l'avanzamento nella gerarchia nazista lo aveva reso un collaboratore efficiente e affidabile agli occhi dei suoi superiori, ma lo aveva anche reso moralmente cieco di fronte alle atrocità che stava commettendo.

Infatti è proprio questa "la banalità del male", un male che non deriva da una malvagità innata, ma dall'incapacità di pensare criticamente e di agire con responsabilità morale.

Ho saputo che Arendt è stata accusata da alcuni di minimizzare la gravità delle azioni di Eichmann e quindi di assolverlo dalla sua responsabilità individuale. Ma a me risulta che il suo intento non fosse quello di scusare Eichmann (in effetti si evince in particolare dalle ultime frasi dell'epilogo), ma piuttosto di comprendere le condizioni che hanno permesso a un uomo così ordinario di commettere crimini così atroci.

E' un libro che disturba e fa riflettere, costringe ad affrontare (di nuovo) la mostruosa realtà dell'Olocausto e a interrogarci sulla natura del male e sul potere dell'obbedienza cieca. E' una lettura inquietante, ma necessaria per chiunque voglia capire le profondità dell'animo umano e i pericoli del totalitarismo.

Detto questo, mi ha fatto molto piacere leggere le vostre opinioni su un argomento come questo molto delicato, e non vedo l'ora di leggerne altre.
Ringraziano per il messaggio: guidocx84

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01/05/2024 14:36 #67006 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic Aprile 2024 - La banalità del male
Qualche giorno fa ho terminato anche io (l'ascolto di) questo Libro del Mese (e meno male che l'ho ascoltato perché se avessi dovuto leggerlo, conoscendomi, avrei impiegato mesi... sotto spiego perché...).

Mi dispiace di non aver trovato il tempo per venire qua a commentarlo via via. Ho letto comunque alcuni dei vostri contributi (molto interessanti) e con i quali, in linea generale, mi sono trovato d'accordo (specialmente con la sintesi finale di muchentuchen che condivido totalmente). Colgo l'occasione per aggiungere anche io un contributo in merito a ciò che abbiamo letto.

Intanto anche per me non è stata una lettura facile, sia per la forma che per il contenuto del libro che tuttavia ritengo di assoluto valore. Un contributo giornalistico importantissimo per delineare non solo la figura del protagonista sotto inchiesta ma di un intero pezzo di storia che non dobbiamo mai dimenticare.

A tal proposito, in relazione alla domanda:

Voi che ne pensate di questi musei? Tipo visitare per turismo campi di concentramento, o il museo di Hiroshima, o quello dell'11 settembre. È un voler guadagnare sulle vittime e quindi una cosa abietta o un modo giusto e necessario per onorarle e ricordarci di cosa siamo capaci noi esseri umani?


rispondo che secondo me posti come questi sono indispensabili per conservare la memoria di ciò che è avvenuto e che dovrebbe servire d'insegnamento per le generazioni future per non ricommettere gli stessi errori del passato.

Personalmente ho visitato il campo di concentramento di Mauthausen, la casa museo di Anna Frank, svariati musei in Normandia, il museo della bomba atomica di Hiroshima, oltre al museo/memoriale di Pearl Harbor. Soltanto visitando quest'ultimo, più che voler guadagnare sulle vittime, ho percepito l'intento nazionalista statunitense di far emergere la propria nazione come vittima dei giapponesi e, allo stesso tempo, salvatrice del Mondo. Negli altri casi sono state visite intense, fatte in silenzio, tra lo sbigottimento generale di chi con me visitava quei luoghi. Prima o poi vorrei visitare anche Auschwitz. Anche io come Elisa credo che vedere queste cose con i propri occhi serva perché rende l'esperienza più reale, forte, formativa e quindi più semplice da ricordare.

Come ha accennato Graziella, ho trovato interessanti i capitoli, le parti in cui si analizza il "collaborazionismo" degli ebrei. Era una cosa di cui ero a conoscenza, ma non nella misura in cui viene analizzato qui! A quanto pare in alcune situazioni, in alcuni posti, l'attività nazista era imprescindibile e completamente dipendente dall'ufficio centrale ebraico, dai Consigli ebraici, ovvero "organi" dove ebrei scelti gestivano per i nazisti deportazioni, confische, ecc. Le fonti e l'analisi che porta Arendt sottolineano un aspetto centrale dell'ideologia nazista, ovvero che in realtà non era una colpa l'essere ebreo, bensì la cosa principale erano gli interessi economici e politici. Eri sì ebreo, ma potente? Allora non solo non venivi messo nella lista nera, ma potevi addirittura far parte attiva del sistema. avevi lontani parenti ebrei, ti sei convertito al cattolicesimo a tempo, ma non sei nessuno? Subito in cima alla lista dei primi da deportare. Sei un mezzo ebreo importante? la parte ebrea sparisce magicamente e diventi il braccio destro di Göring.

Ecco, questo è stato uno degli aspetti per me più interessanti e sorprendenti emersi dalla lettura di questo libro perché a differenza vostra io NON sapevo (o non ricordavo minimamente) che alcuni ebrei avessero collaborato con i nazisti allo sterminio di altri ebrei! Né che i nazisti facessero questo tipo di distinzioni "di comodo" tra ebrei.

L'epilogo del libro è la degna conclusione del saggio. Un libro che consiglierei e che sono contento di aver letto.

«Heaven goes by favor. If it went by merit, you would stay out and your dog would go in.» Mark Twain

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02/05/2024 18:21 #67026 da Cri_cos
Risposta da Cri_cos al topic Aprile 2024 - La banalità del male
ho quasi terminato la lettura . All'inizio ero scettica , conoscevo l'autrice di fama ma non avevo letto nulla di suo ed invece la lettura mi ha appassionata anche perchè le mie reminescenze scolastiche di storia si fermano all'inizio della seconda guerra mondiale .
Ho apprezzato anche lo stile da giornalista giuridico con le diverse sfumature tecniche (es la competenza del Tribunale di Gerusalemme a giudicare Eismann ) e la distanza nel racconto che non significa non umanità ma amore per la verità . Ho apprezzato anche quello che ha detto del popolo italiano (cap10 ) gente che aiutò gli ebrei non per una questione politica ma per la "spontanea umanità di un popolo di antica civiltà".
Grazie a chi l'ha proposto
 

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Avatar di mulaky mulaky - 24/08/2025 - 14:02

Votate la foto più bella per Scatti del mese di Agosto? Tema: La pietra di Luna! Venghino siori

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Ciao Marigiò, ti linko il gruppo di Palermo: QUI :)

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Palermo a Settembre?

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Ciao Yuman, ho visto che hai già scritto nella sezione del gruppo di Torino. Speriamo di vederti anche sul forum ;)

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Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie

Avatar di mulaky mulaky - 13/07/2025 - 17:10

Ciao Ludofrog, per contattare il gruppo di Lecce, scrivi in questo TOPIC

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Ciao a tutti! Chi posso contattare per avere delle info sui prossimi incontri dei Pasticciotti Letterari? Grazie ✨

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