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Aprile 2024 - La banalità del male

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31/03/2024 00:29 #66678 da guidocx84
Aprile 2024 - La banalità del male è stato creato da guidocx84
Sono aperte le discussioni sul Libro del Mese di Aprile 2024: "La banalità del male" di Hannah Arendt.

Modera la discussione Michael (michael.h04).

Buona lettura e buona discussione a tutti! ;)

«Heaven goes by favor. If it went by merit, you would stay out and your dog would go in.» Mark Twain

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01/04/2024 20:02 #66693 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic Aprile 2024 - La banalità del male
Audiolibro scaricato! Da domani si inizia! :)

Per me sarà una rilettura. Lessi questo libro alle superiori ma devo ammettere che non ricordo praticamente nulla. Forse durante la lettura riemergerà qualche ricordo.

Ci leggiamo qua nei prossimi giorni ;)

«Heaven goes by favor. If it went by merit, you would stay out and your dog would go in.» Mark Twain

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02/04/2024 15:47 #66715 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Aprile 2024 - La banalità del male
Ah meno male. Ero preoccupata. ora mi viene in mente come funzionava.

"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)

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03/04/2024 19:08 #66738 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Aprile 2024 - La banalità del male
Risposta da  Graziella  al topic  Scelta del Libro del Mese di Aprile 2024 Ho riletto il Primo Capitolo:"La corte" pagine 11/28, "La banalità del male", Hannah Arendt, Ed. Universale Feltrinelli.
Come al solito durante  la rilettura di accorgi della bellezza di quello che stai leggendo. Qui la Arendt si sofferma a descrivere i giudici della corte, molto solenni, non nasconde il suo disappunto per i metodi poco "urbani" degli Israeliani per via del rapimento di Eichmann in Argentina, e della strumentalizzazione politica che intende farne Ben Gurion, allora primo ministro di Israele.Con tutte le  motivazioni, dopo l'orrore della Shoah. Il termine olocausto, è improprio, perché  "indica  la più retta forma di sacrificio prevista dal giudaismo":   non mi sembra  che sei milioni di ebrei di siano consegnati volontariamente ai nazisti per farmi gasare e bruciare.
Interessante ancora , sono le implicazioni che il "fatto" ebbe sulla politica tedesca di Adenauer, e la cattura di nuovi criminali che vivevano indisturbati in Germania con il  nome e cognome.. 
 La  Arendt così scrive:Così, i giornali di Damasco e di Beirut, del Cairo e della Giordania, non nascosero la loro simpatia per Eichmann o il loro rammarico per il fatto che egli non aveva potuto "finire il lavoro"; e il giorno in cui si aprì il processo, radio Cairo, dando notizia dell'avvenimento, inserì nel suo commento addirittura una nota leggermente antitedesca." 

"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)

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04/04/2024 10:05 - 04/04/2024 19:54 #66741 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Aprile 2024 - La banalità del male
Ho letto l'introduzione di Ezio Mauro che mette già in luce alcuni temi cardine.

Innanzitutto c'è il tema della memoria, diventato sempre più attuale negli ultimi anni, mano mano che la gente che ha vissuto il nazismo non c'è più  (la giornata della memoria è stata istituita solo nel 2005). Nella prefazione si dice: "La memoria è questo raccordo del tempo, ma è soprattutto un sistema di misura delle esperienze vissute, dunque un atto politico nel senso più ampio e più alto del termine: non solo perché consente di conoscere, comprendere e giudicare, ma perché permette l'esercizio della coscienza." È secondo me un argomento molto attuale, sotto vari punti di vista, perché perdiamo sempre di più la capacità critica di approcciarci al nostro passato ed elaborare una coscienza con cui affrontare in modo critico eventi del presente, prendendo una posizione ragionata.
Nel film premio Oscar "La zona di interesse", uscito da poco, viene mostrato alla fine il museo di Auschwitz, probabilmente come critica ad utilizzare Auschwitz come un museo normale; io sinceramente quella critica non la condivido troppo, perché se non ci fosse un museo, forse ci sarebbero ancora meno occasioni per tenere viva la memoria. Voi che ne pensate di questi musei? Tipo visitare per turismo campi di concentramento, o il museo di Hiroshima, o quello dell'11 settembre. È un voler guadagnare sulle vittime e quindi una cosa abietta o un modo giusto e necessario per onorarle e ricordarci di cosa siamo capaci noi esseri umani?
 

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
Ultima Modifica 04/04/2024 19:54 da bibbagood.
Ringraziano per il messaggio: ziaBetty

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04/04/2024 20:10 #66745 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Aprile 2024 - La banalità del male
Altri punti della prefazione che ho trovato interessati sono le considerazioni sul cambiamento di prospettiva nel momento in cui la verità, la realtà viene rivelata a chi non vuole vederla, e si dimostra "la disponibilità a farsi carico della responsabilità che nasce dal disvelamento." Penso sia una frase piuttosto forte, perchè in poche parole dichiara senza mezzi termini quanto sia difficile decidere di vedere la realtà, perchè nel momento in cui la ammetti te ne assumi la responsabilità (e questo vale per tantissime situazioni, non solo quella estrema raccontata in queste pagine).

Ovviamente un altro tema importante sempre legato alla responsabilità è il confine tra responsabilità individuale e circostanziale, ovvero una responsabilità condivisa dovuta alle circostanze, all'obbedire a degli ordini, e in questo modo alcune cose sembrano molto più semplici da fare perchè non ci sentiamo direttamente responsabili, è quello che ha preso la decisione per noi:
"Quella norma però, scopriamo, è anche possibile ignorarla riparandosi nell'ottusità del compito assegnato dal comando, senza mai alzare lo sguardo sulle conseguenze, anzi limitando la visione alle proprie azioni ridotte a tecnica, impedendo a sé stessi di pensare che fanno parte di un progetto di distruzione umana."

Tutta la differenza la fanno tre parole, "La tragedia di tre parole: "Ma ero lì...". Quindi ci si può appellare al fatto che non si sapeva quel che si faceva, che si eseguivano solo ordini, ma nel momento in cui si prende consapevolezza che eravamo in quel luogo, che guardavamo passivamente o eravamo parte di quel che accadeva, non è più possibile appellarsi a qualche giustificazione, viene meno tutto.

Un'ultima riflessione mi riguarda anche direttamente perchè era il tema della mia tesi della laurea triennale, ovvero il ruolo fondamentale che il linguaggio ha avuto nella propaganda nazista; per la mia tesi ho studiato dettagliatamente il libro di Victor Klemperer Lingua Tertii Imperii che consiglio a tutti, interessantissimo da una parte e da brividi dall'altra (in teoria è un saggio ma molto divulgativo, sono quasi dei racconti su alcuni casi linguistici), spiega benissimo quanto il linguaggio sia di fatto quasi l'unica cosa che conta se si vuole fare propaganda e demagogia, spiegando, come accenna Ezio Mauro qui, quanto la scelta delle parole è in grado di fare tutta la differenza possibile.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
Ringraziano per il messaggio: ziaBetty, gianpio.lovino

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04/04/2024 22:52 #66747 da michael.h04
Risposta da michael.h04 al topic Aprile 2024 - La banalità del male
Purtroppo ho preparato fino a ieri un esame e non ho avuto modo di iniziare a leggere, ma a brevissimo inizio. Buona lettura a tutti! 

"Ogni lettore, quando legge, legge se stesso." (Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto)

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05/04/2024 14:48 - 05/04/2024 14:49 #66756 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Aprile 2024 - La banalità del male
Ho letto i primi due capitoli, che ci introducono sì la figura di Eichmann, ma soprattutto il contesto del processo, cosa é successo fino a quel momento e qual era la situazione.
Il linguaggio lo trovo piuttosto difficile, molto tecnico, e secondo me anche la traduzione è piuttosto vecchia....ho un'edizione nuovissima, però la traduzione secondo me non è attuale, viene persino tradotto Versailles...Questo fa sì che nonostante riesca a tenere attiva la concentrazione, a volte ho difficoltà a capire di cosa si sta parlando, perchè Arendt fa confronti continui tra le varie prese di posizione, criticando di base tutti, e quando argomenta le sue motivazioni mi perdo un po', non capisco se una cosa dovrebbe confermare una teoria o meno.
Sicuramente si percepisce quanto fosse arrabbiata e informata, apprezzo molto il suo spirito critico verso tutti, sarebbe stato facile cadere nell'opinione comune di difendere a priori gli ebrei oppure viceversa di cercare di contenere il più possibile la cosa evitando di prendere posizioni di accusa. Invece lei critica tutti senza distinzione.
Ho letto molto riguardo questo periodo e visto molti film, anche per questo non ho apprezzato particolarmente La zona d'interesse, perchè semplicemente per il mio caso specifico non ha aggiunto niente che non avessi già visto o letto (ma questo non toglie che trovo comunque importante continuare a fare film e libri su questo tema), ma in queste pagine ho già trovato qualche dettaglio che non conoscevo o più che altro su cui di solito non ci si sofferma. Nella sua critica nei confronti dell'estremismo ebraico (tra l'altro posizione decisamente originale per una ebrea sfuggita al nazismo in un libro che parla dei crimini di guerra nazisti) racconta ad esempio dei parallelismi tra le leggi razziali di Norimberga del 1935 e la ancora vigente legge rabbinica, la quale ad esempio anche non permette matrimoni con non-ebrei, attuando quindi un "razzismo" essa stessa.

L'approccio al processo trovo sia molto interessante e solleva una questione piuttosto difficile: bisogna giudicare solo la persona in sè, non tenendo conto del contesto? Bisogna giudicare il contesto, che potrebbe quindi considerarsi un'aggravante se le azioni del singolo sono in realtà parte di un genocidio? "la giustizia vuole che l'imputato sia processato, difeso e giudicato, e che tutte le altre questioni, anche se più importanti ("come è potuto accadere?", "perchè è accaduto?", "perchè gli ebrei?", "perchè i tedeschi?", "qual è stato il ruolo delle altre nazioni?", "fino a che punto gli Alleati sono da considerarsi corresponsabili?", "come hanno potuto i capi ebraici contribuire allo sterminio degli ebrei?", "perchè gli ebrei andavano a morte come agnelli al macello?"), siano lasciate da parte."
Che ne pensate? È possibile veramente giudicare in queste circostante le azioni del singolo individuo?

Comunque, fa un po'strano leggere queste cose adesso. Questi processi, come anche quello di Norimberga, sembrano una cosa eccezionale, perchè era la prima volta che succedeva una cosa del genere, di cui tutto il mondo era testimone. Adesso questo tipo di processi non avrebbe più senso, perchè i genocidi sono una cosa ormai normale e accettata dalla maggior parte delle nazioni, e il libro di Hannah Arendt racconta un mondo molto pù lontano di quello che effettivamente è, in cui é difficile ritrovarsi. Non penso ci siano ancora degli Eichmann, tutti al giorno d'oggi sono più che consapevoli di quello che fanno.

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Ultima Modifica 05/04/2024 14:49 da bibbagood.

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06/04/2024 17:34 #66765 da ziaBetty
Risposta da ziaBetty al topic Aprile 2024 - La banalità del male
Intanto grazie a Bea per aver riassunto i punti salienti della prefazione, che non ho nella mia edizione. 
Io personalmente visito, quando so essercene nelle vicinanze durante i miei viaggi, campi di concentramento. Non che sia solo questa la Memoria, ma credo che vedere con i propri occhi sia altro rispetto a libri, film, documentari ecc. - molto più intenso e devastante e perciò importante e necessario. 

Ho letto i primi due capitoli. Mi sembra che fin qui Arendt insista molto nel ricordare da un lato il tentativo di politicizzazione del processo da parte di Ben Gurion, dall'altra la mancata denazificazione della Germania Ovest nel Dopoguerra... assurdo che uno dei più stretti consiglieri di Adenauer fosse colui che durante il nazismo aveva ideato il progetto di affibbiare agli ebrei il secondo nome Israele e Sara! 

Anche a me piace molto il piglio della Arendt e il modo il cui circostanzia ogni affermazione. Sto imparando tantissimo, oltre a sottolineare e riflettere molto:
"in base al sistema giuridico del periodo nazista egli non aveva fatto niente di male; perché le cose di cui era accusato non erano crimini ma azioni di Stato"; "sotto il Terzo Reich soltanto le eccezioni potevano comportarsi in maniera normale". 

Bea chiede: "bisogna giudicare solo la persona in sè, non tenendo conto del contesto? Bisogna giudicare il contesto, che potrebbe quindi considerarsi un'aggravante se le azioni del singolo sono in realtà parte di un genocidio?" 
Secondo me è impossibile giudicare la persona non tenendo conto del contesto - però io credo, anche alla luce del paio di brevi citazioni riportate, che il contesto potrebbe costituire non un'aggravante, ma al contrario quasi una giustificazione : "tutti lo facevano e l'ho fatto anche io". E questo ovviamente è assurdo e pericoloso. 
Arendt parla a riguardo di "dubbio insolubile" ed è proprio così anche secondo me. 

"Che te ne fai di tutti quei libri?"

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06/04/2024 19:57 #66773 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Aprile 2024 - La banalità del male
@Bibbagood: 
come ben sai io sono del 1939, ma tutto sommato ha poca importanza, rispetto all'argomento.
Tu ti chiedi se qualcuno di noi ha visitato il campo di Auschwitz. Si ho visitato nel tempo tutti i campi polacchi. Chi si è interessato della questione,può dirti che quel campo su estendeva ad altri campi limitrofi, e retti dallo stessi Direttore che hai avuto modo doi seguire nel film che io peraltro non ho potuto vedere. Mia figlia, e mio figlio lo hanno visto.
Hos quello lì rapprentato come un buon padre e marito chiuso, è stato impiccato in Polonia, c' in giro una specie di suo "memoriale" o se preferisci quella che lui chiama autobiografia, che secondo noi è piena di fandonie, atte a salvarsi la pelle.
L"ho letto alcuni mesi fa quando appunto usciva il film.
Io ho un po la mania della storia e mi piace collocare le cose al loro posto
 Oggi con estrema fatica ho finito il libro della Arendt, pesantuccio anche se interessante. 
Vorrei postare alcune considerazioni, su fatti che riguardano la nostra storia passata, l'Italia del Duce viene consirata dalla Arent, molto passabile, come un posto nel quale pare che Mussolini abbia preso in giro gli allora alleati e poi dopo l'8 settembre non abbia consegnato ebrei ai tedeschi.
Può essere, però di fatto a Roma i componenti della Comunita ebraica sono tornati in pochissimi. Primo Levi è stato preso alla fine del 1943 e portato nel 1944 direttamente a Birchenaw, dive alcuni mesi dopo dopo purtroppo è arrivata, tredicenne la Serena, nostra Senatrice.
Scusate la apparente pedanteria, ma non si può, 
secondo me prima di entrare nel vivo del saggio della Hannah, non mettere in chiaro alcune cose essenziali.

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Ciao Yuman, ho visto che hai già scritto nella sezione del gruppo di Torino. Speriamo di vederti anche sul forum ;)

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Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie

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