Bene, dopo aver rotto il ghiaccio aprendo il sondaggio vi do ora qualche informazione utile e sulle motivazioni che mi hanno portato alla scelta dei libri che vi propongo.  
Thérèse Desqueyroux
Come ho già raccontato nel contest cartoline di Natale 2021 il romanzo presenta una storia davvero interessante che trae spunto da un fatto realmente accaduto al quale François Mauriac, premio nobel 1952, si è ispirato: la storia di Henriette Canaby che nel 1905 fu accusata di aver avvelenato il marito.
Ho scelto questo romanzo perché lo descrivono coinvolgente per la storia in sé per la forza della protagonista che si trova schiacciata dal peso di una società profondamente moralista che la giudica nonostante sia stata assolta dal delitto. Ha persino ispirato ben due film, uno diretto da Georges Franju nel 1962 e l'altro diretto da Claude Miller nel 2012.
Mauriac la racconta abilmente con una prosa che molti descrivono limpida ed elegante. L’autore è in qualche modo legato al personaggio perché sa di comprenderne credo il tormento che l’affligge avendo anche lui sofferto il peso di una società eccessivamente perbenista a causa delle proprie inclinazioni omosessuali, nonostante avesse un matrimonio stabile.
Il romanzo, uscito nel 1927, si inserisce in una tetralogia come primo capitolo della stessa al quale seguono altri due racconti: Thérèse dal medico e Thérèse all'albergo e un romanzo “La fine della notte” uscito nel 1935, che chiude il ciclo.  
Le Transizioni
E’ un romanzo nel quale ripongo delle attese perché sono rimasto piacevolmente colpito da questo scrittore Finlandese esordiente, di origine Kosovara, avendo di recente letto il suo terzo romanzo “gli invisibili”, un libro con cui ha saputo raccontare senza veli e con uno sguardo profondo storie del nostro tempo: sulla famiglia, l’omosessualità, la guerra, in una terra martoriata come il Kosovo.
Questo libro che propongo, “le Transizioni”, si presenta intenso, carico di una forza espressiva da non lasciarti indifferente. Così almeno quanto si dice da più parti. Sarà vero? È il secondo romanzo dell’autore e avendone già conosciuto l’impronta stilistica azzardo nel condividerne il pensiero. Ma come sappiamo, spesso non tutto ciò che si produce è interessante.
Ciò che mi colpisce in questa narrazione è il viaggio che compie il protagonista lungo tappe non solo fisiche, spostandosi da paese a paese, ma di cambiamento interiore, un viaggio introspettivo attraverso il quale raggiunge una maturazione identitaria cosmopolita, che lo porta a superare persino le barriere di genere. Un percorso di formazione che appare singolare, pur se non originale, ma forte per certi versi, e allo stesso tempo credo di denuncia aperta perché vivere l’omosessualità in una terra, l’Albania, profondamente ancorata alla tradizione non è affatto semplice e l’unica strada percorribile è forse emigrare, come Bujar e Agim progettano a un certo punto.
Ed è questa singolarità, questo nuovo modo di reinventarsi del protagonista a suscitare interesse e desiderio di sfogliarne le pagine, scoprirne il percorso e condividerne la lettura, un modo per conoscere meglio da vicino Bujar nato dalla penna di un scrittore che mi ha davvero sorpreso. Per ultimo segnalo che il romanzo ha vinto il Toisinkoinen Literature Prize nel 2016 e nel 2018 gli è stato assegnato l’Helsinki Writer of the Year Award. 
Guida il tuo carro sulle ossa dei morti
Il libro mi è stato suggerito da amici che lo hanno condiviso in un gruppo di lettura della mia città e me ne hanno parlato davvero bene. Facendo alcune ricerche mi rendo conto d'imbattermi in un libro davvero singolare. Non un semplice romanzo noir come ci si aspetterebbe, ma qualcosa di più: amore per la natura, gli animali, la poesia, il tutto poi condito da atmosfere astrali.
E’ un libro che per certi versi ha fatto anche discutere di sé. Leggendo alcune recensioni sul web ho potuto notare che i giudizi sono davvero contrastanti: c’è chi da un lato ne loda il contenuto, la costruzione narrativa, i personaggi, esprimendo elogi che testimoniano quanto spessore letterario possiede l’autrice, consacrata peraltro nello scenario internazionale con l’ambito premio nobel per la letteratura 2018; chi invece, al contrario, lo descrive come un’opera mal riuscita, inconcludente, superficiale, persino banale.
Ed è questa doppia lettura che ha suscitato il mio interesse, la mia curiosità di trovarvi qualcosa che vada oltre gli schemi tradizionali del noir classico. Forse non un romanzo pienamente godibile per chi ama il genere ma già le premesse ci mettono in guardia su questo e credo che la sua forza stia proprio nell’uso di più codici narrativi che si compenetrano favorendo lo sviluppo di più punti di vista con cui confrontarsi nel bene e nel male e restituire anche, perché no, una diversa lettura di quel rapporto uomo, ambiente e mondo animale, caro a molti, nel quale sembra guidare il lettore attraverso le pagine.
 Allora amici, spero di avervi dato informazioni utili. A questo punto non rimane che iniziare a votare!
A presto.    
     
    
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