Mercoledì, 05 Novembre 2025

Ma il traduttore...è importante?

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15/01/2017 16:27 #28818 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic Ma il traduttore...è importante?
Io consiglierei la lettura di un interessantissimo libro sul tema "traduzioni" di Umberto Eco dal titolo "Dire quasi la stessa cosa." (ediotre Bompiani).

"Supponiamo che in un romanzo inglese un personaggio dica it’s raining cats and dogs. Sciocco sarebbe quel traduttore che, pensando di dire la stessa cosa, traducesse letteralmente piove cani e gatti. Si tradurrà piove a catinelle o piove come Dio la manda. Ma se il romanzo fosse di fantascienza, scritto da un adepto di scienze dette "fortiane", e raccontasse che davvero piovono cani e gatti? Si tradurrebbe letteralmente, d’accordo. Ma se il personaggio stesse andando dal dottor Freud per raccontargli che soffre di una curiosa ossessione verso cani e gatti, da cui si sente minacciato persino quando piove? Si tradurrebbe ancora letteralmente, ma si sarebbe perduta la sfumatura che quell’Uomo dei Gatti è ossessionato anche dalle frasi idiomatiche. E se in un romanzo italiano chi dice che stanno piovendo cani e gatti fosse uno studente della Berlitz, che non riesce a sottrarsi alla tentazione di ornare il suo discorso con anglicismi penosi? Traducendo letteralmente, l’ignaro lettore italiano non capirebbe che quello sta usando un anglicismo. E se poi quel romanzo italiano dovesse essere tradotto in inglese, come si renderebbe questo vezzo anglicizzante? Si dovrebbe cambiare nazionalità al personaggio e farlo diventare un inglese con vezzi italianizzanti, o un operaio londinese che ostenta senza successo un accento oxoniense? Sarebbe una licenza insopportabile. E se it’s raining cats and dogs lo dicesse, in inglese, un personaggio di un romanzo francese? Come si tradurrebbe in inglese? Vedete come è difficile dire quale sia la cosa che un testo vuole trasmettere, e come trasmetterla."

La discussione sul cosa significa esattamente "tradurre" sarebbe molto lunga e fuori luogo in questo post. Però leggendo le recensioni spesso si fa riferimento alla qualità della traduzione del libro che stiamo leggendo e da lì magari qualche dubbio e qualche domanda possiamo iniziare a porcerla.

A Novel67 vorrei infine dire che il buon Terrinoni non ci ha voluto restituire un "Ulisse" divertente, ma ha voluto mostrare che nei tanti registri narrativi usati dall'autore (che non si è limitato affatto o nemmeno prevalentemente al flusso di coscienza) il divertimento (qualora presente nell'originale) non ne è escluso a priori.

Poi possiamo ignorare del tutto chi ha tradotto un libro, anzi credo sia un atteggiamento del tutto comune. L'importante è sapere, essere coscienti, che la versione che stiamo leggendo e che magari ci è piaciuta moltissimo è solo una delle tanti possibili versioni di quel libro. Che ne possono esistere di migliori o di peggiori e che la cosa migliore in assoluto sarebbe poter leggere i libri in lingua originale. :)

(Su Anna Karenina) È un'opera d'arte perfetta, che arriva assai a proposito; un libro assolutamente diverso da ciò che si pubblica in Europa: la sua idea è completamente russa.Fëdor Dostoevskij
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19/01/2017 21:42 #28898 da EmilyJane
Risposta da EmilyJane al topic Ma il traduttore...è importante?
Io sono sostanzialmente d'accordo con Lorenzo B)
Importantissimo, certamente, il traduttore o la traduttrice, però penso che l'anima del tal romanzo riesca ad uscirne fuori prepotentemente in ogni caso...per esempio ho letto Cime tempestose in diverse traduzioni e mi è sempre piaciuto allo stesso modo.

"Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato" (Il signore degli anelli - Tolkien)

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20/01/2017 13:12 - 20/01/2017 13:16 #28907 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic Ma il traduttore...è importante?

EmilyJane ha scritto: Io sono sostanzialmente d'accordo con Lorenzo B)
Importantissimo, certamente, il traduttore o la traduttrice, però penso che l'anima del tal romanzo riesca ad uscirne fuori prepotentemente in ogni caso...per esempio ho letto Cime tempestose in diverse traduzioni e mi è sempre piaciuto allo stesso modo.


Se Tizio scrive una versione in lingua italiana di "Cime tempestose" in effetto il libro lo sta "riscrivendo" basandosi sulla versione inglese. Ma l'ha scritto Tizio non è stata la Bronte a scriverlo in italiano, lei al più ha scritto "Wuthering Heights", non sapremo mai come LEI l'avrebbe scritta in italiano. Sappiamo solo come l'hanno riscritta i nostri traduttori cercando di dire "la stessa cosa".

Questa cosa non è importante? Heathcliff è odioso in qualsiasi versione? La sorte di Catherine ci fa piangere comunque???

Bene, resta il fatto che non è stata la Bronte a scrivere "Cime tempestose" e vi sfido a dimostarmi il contrario. :laugh: :laugh: :laugh:

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Ultima Modifica 20/01/2017 13:16 da pierbusa.

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20/01/2017 15:09 #28910 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic Ma il traduttore...è importante?

pierbusa ha scritto: Se Tizio scrive una versione in lingua italiana di "Cime tempestose" in effetto il libro lo sta "riscrivendo" basandosi sulla versione inglese. Ma l'ha scritto Tizio non è stata la Bronte a scriverlo in italiano, lei al più ha scritto "Wuthering Heights", non sapremo mai come LEI l'avrebbe scritta in italiano. Sappiamo solo come l'hanno riscritta i nostri traduttori cercando di dire "la stessa cosa".

Questa cosa non è importante? Heathcliff è odioso in qualsiasi versione? La sorte di Catherine ci fa piangere comunque???

Bene, resta il fatto che non è stata la Bronte a scrivere "Cime tempestose" e vi sfido a dimostrarmi il contrario. :laugh: :laugh: :laugh:


Poiché stiamo evidentemente estremizzando (scusa Pier, ma te le cerchi ... :P ), potremmo anche dire a questo punto che Tolstoj non ha scritto Guerra e Pace, Follett La caduta dei giganti e Joyce Ulisse.

Se confrontiamo infatti le tre versioni dello stesso passo dell'Ulisse che compaiono nell'apposito thread, coglieremo notevoli differenze. In sostanza, scopriremo che Buck Mulligan potrebbe essere "imponente", "solenne" o "statuario" , ma anche "grassoccio", "pingue" o "paffuto" ; potrebbe poi tenere in mano una "tazza", un "bacile" o una "ciotola" e "tracciare", "disegnare" o "abbozzare" croci nell’aria ; avere infine la vestaglia "discinta", "slacciata" o "priva di cintura" . Dedalus invece potrebbe essere "sonnacchioso", "sonnolento" o "in preda al sonno" , coi gomiti appoggiati "in cima" "sul sommo" o "sulla sommità" della scala e avere una chioma "intonsa", "senza tonsura" o "non tonsurata" nonché "tinteggiata", "marezzata" o "screziata" di pallido color quercia ...

Peccato non sapere cosa avrà voluto dire Joyce ... :cheer:

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20/01/2017 20:22 - 20/01/2017 20:35 #28917 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic Ma il traduttore...è importante?

Novel67 ha scritto: Poiché stiamo evidentemente estremizzando (scusa Pier, ma te le cerchi ... :P ), potremmo anche dire a questo punto che Tolstoj non ha scritto Guerra e Pace, Follett La caduta dei giganti e Joyce Ulisse.


Finalmente caro il mio novello Lorenzo...ci siamo capiti!!! :P :P :P :P

Tolstoj non ha scritto "Guerra e Pace" che nella versione da me letta è stato scritto da Pietro Zveteremich. :P
Follett non ha scritto "La caduta dei giganti" che nell'unica versione esistente in italiano è stato scritto da Adriana Colombo, Paolo Frezza Pavese, Nicoletta Lamberti e Roberta Scarabelli. :P
Joyce non ha scritto l'"Ulisse" che nella versione che leggerò è stato scritto da Enrico Terrinoni con Carlo Bigazzi. :P

Non sto estremizzando è la sola, pura, oggettiva realtà. :)

Non hai però raccolto la mia sfida: dimostrami che ho torto. :whistle:

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Ultima Modifica 20/01/2017 20:35 da pierbusa.

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21/01/2017 10:16 #28928 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic Ma il traduttore...è importante?
Lo dimostrerò attraverso le parole di un utente a te ben noto B) :

Tolstoj di "Guerra e Pace" mi è piaciuto così tanto che non riesco più a smettere di leggerlo (Pierbusa, 23.11.15, pag. 36 della Maratona dedicata a Guerra e Pace)

Ho molto apprezzato il Follett de "I pilastri della terra" e in questo altro libro ho ritrovato tutta la sua capacità di descrivere superbe ambientazioni storiche ed entrare nella psicologia dei personaggi (Pierbusa, 17.01.17, pag. 1 della Maratona dedicata a Ken Follett)

Alla fine del romanzo troviamo invece un "Apparato critico" ... L'apparato critico fornisce gli strumenti basilari ed essenziali per leggere l'Ulisse di Joyce in maniera soddisfacente per un lettore medio che non ha altri fini se non quello di godere di quest'opera e di capirne gli aspetti fondamentali. (Pierbusa, 10.10.17, pagina 1 della Maratona dedicata all'Ulisse di Joyce, e non - si badi bene - all'Ulisse di Terrinoni ...). Tra l'altro, poco più oltre, lo stesso utente scrive: Ripeto se il traduttore dell'Ulisse dice che il libro è stato scritto per divertire chi l'avesse letto, perché non credergli? Perché??? Perché non l'ha scritto lui ... :lol:

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21/01/2017 11:06 #28931 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic Ma il traduttore...è importante?

Novel67 ha scritto: Lo dimostrerò attraverso le parole di un utente a te ben noto B) :

Tolstoj di "Guerra e Pace" mi è piaciuto così tanto che non riesco più a smettere di leggerlo (Pierbusa, 23.11.15, pag. 36 della Maratona dedicata a Guerra e Pace)

Ho molto apprezzato il Follett de "I pilastri della terra" e in questo altro libro ho ritrovato tutta la sua capacità di descrivere superbe ambientazioni storiche ed entrare nella psicologia dei personaggi (Pierbusa, 17.01.17, pag. 1 della Maratona dedicata a Ken Follett)

Alla fine del romanzo troviamo invece un "Apparato critico" ... L'apparato critico fornisce gli strumenti basilari ed essenziali per leggere l'Ulisse di Joyce in maniera soddisfacente per un lettore medio che non ha altri fini se non quello di godere di quest'opera e di capirne gli aspetti fondamentali. (Pierbusa, 10.10.17, pagina 1 della Maratona dedicata all'Ulisse di Joyce, e non - si badi bene - all'Ulisse di Terrinoni ...). Tra l'altro, poco più oltre, lo stesso utente scrive: Ripeto se il traduttore dell'Ulisse dice che il libro è stato scritto per divertire chi l'avesse letto, perché non credergli? Perché??? Perché non l'ha scritto lui ... :lol:


Ma ti sembrano argomenti questi??? :laugh: :laugh: :laugh:

La prassi la conosciamo tutti, novello Lorenzo! Un libro di Caio tradotto da Tizio viene considerato sempre e comunque un libro di Caio. Ma la verità ultima (e incontrovertibile) è che a scriverlo in italiano è stato pur sempre Tizio.

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21/01/2017 11:36 #28935 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Ma il traduttore...è importante?
Tra le due posizioni estreme che si stanno profilando, mi inserisco per sottolineare il pensiero con cui avevo aperto la discussione, e che si pone nel mezzo:

Non credo che il nome del traduttore sia importante, io non ci faccio caso e mi va benissimo che sia relegato tra le informazioni della casa editrice e dell'edizione; non credo debba meritare troppo rilievo, proprio perchè dovrebbe interferire il meno possibile con l'opera che ha tradotto, il suo prodotto dovrebbe essere tale da far sì che l'opera anche in altre lingue possa essere attribuita all'autore originario, come se ne fosse l'originale.

Ma: quello che dico è che credo sia importante però non perder di vista che sempre di una traduzione si tratta, che c'è stato il lavoro di qualcuno oltre all'autore dietro l'opera che leggiamo, un lavoro per molti versi molto più impegnativo e meno gratificante di quello svolto dall'autore, e che non penso abbia molto senso pensare che l'opera che leggiamo sia quella scritta dall'autore e quindi attribuire giudizi, sia positivi che negativi, unicamente a lui, soprattutto in fatto di stile.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert

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23/01/2017 18:04 #28962 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic Ma il traduttore...è importante?

bibbagood ha scritto: ... non penso abbia molto senso pensare che l'opera che leggiamo sia quella scritta dall'autore e quindi attribuire giudizi, sia positivi che negativi, unicamente a lui, soprattutto in fatto di stile.


Concordo con quello che hai scritto, Bibba, ma non su questa frase. E visto che l'argomento mi ha interessato, riporterò il parere "traduttologi" :) .

Si sostiene in generale che "nella traduzione di un testo letterario, sia esso poesia o narrativa, si tende a privilegiare il mantenimento della forma, dello stile o della metrica del testo originale a scapito dell'esatta trasposizione delle singole parole o delle singole frasi. Tale tipo di traduzione implica una profonda comprensione del contenuto intrinseco del testo di partenza (prototesto) e una grande capacità nella resa fedele degli aspetti semantici, stilistici e contestuali all'interno del testo d'arrivo (metatesto). Nell'ambito della letteratura, l'arte del tradurre mostra quindi tutta la sua complessità nel tentativo di restituire l'unicità e il mix unico di contenuti e di forma che ogni opera della letteratura esprime".

Da ciò deriva che "attraverso un attento procedimento di trasposizione linguistica, stilistica e contestuale sarà possibile mantenere invariato il senso profondo di un'opera letteraria, senza rischiare di travisarne il significato o di distruggerne la bellezza formale". Possiamo quindi supporre che una casa editrice affermata si avvalga di traduttori in possesso delle competenze necessarie per arrivare a tale risultato?

E’ invece concezione ormai superata quella per cui lo "stile" sarebbe intraducibile. "Come riprodurre, allora, lo stile?", si chiede Franco Buffoni, poeta, traduttore e docente universitario di letteratura italiana.

L’assunto di partenza è che "nessuno mette in dubbio la necessità di ritradurre costantemente i classici per adeguarli alle trasformazioni che la lingua continua a subire"; ma siamo sicuri che il testo cosiddetto di partenza debba essere considerato come "un monumento immobile nel tempo, marmoreo, inossidabile"? La verità, piuttosto, è che anch’esso "è in movimento nel tempo, perché in movimento nel tempo sono – semanticamente – le parole di cui è composto; in costante mutamento sono le strutture sintattiche e grammaticali, e così via".

Vengono così a cadere quelle tradizionali "coppie dicotomiche" (libertà/fedeltà, tradimento/aderenza, scorrevolezza/letteralità) ch'erano i parametri secondo cui si giudicavano le opere di traduzione letteraria, senza che questo possa lasciare adito al pensiero che si tratti di opere diverse dall’"originale" ...

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23/01/2017 19:33 #28965 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic Ma il traduttore...è importante?

Novel67 ha scritto: Vengono così a cadere quelle tradizionali "coppie dicotomiche" (libertà/fedeltà, tradimento/aderenza, scorrevolezza/letteralità) ch'erano i parametri secondo cui si giudicavano le opere di traduzione letteraria, senza che questo possa lasciare adito al pensiero che si tratti di opere diverse dall’"originale" ...


Certo lo sappiamo tutti che "Guerra e Pace" è stato scritto in russo da Tolstoj. Però in italiano l'ha scritto nella versione da me letta Pietro Zveteremich.

Quindi sono due distinte opere perché redatte da due mani diverse, in due epoche diverse e senza che i due si siano potuti parlare (ora non tirare fuori le sedute spiritiche :P ).

Per semplicità e comodita e prassi si tace l'autore della versione italiana e si dice che "Guerra e Pace" è di Tolstoj anziché nella forma corretta di Tolstoj e Zveteremich.

Non tutti seguono questa prassi errata. Ad esempio su Amazon.it il suddetto libro è riportato come:

Guerra e pace (I grandi libri)
di Lev Nikolaevič Tolstoj e Pietro Zveteremich

:)

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Avatar di mulaky mulaky - 29/10/2025 - 10:03

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Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!

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