Martedì, 04 Novembre 2025

In Italia si pubblicano troppi libri?

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28/12/2022 10:57 - 28/12/2022 10:59 #61564 da bibbagood
In Italia si pubblicano troppi libri? è stato creato da bibbagood
Oggi vi allieto con un'altra riflessione che mi ha suscitato un articolo che ho letto, ovvero che la pubblicazione sfrenata di titoli, di novità editoriali, sta contribuendo alla morte di questo settore. L'articolo è di qualche anno fa, ma non credo sia molto diverso dalla situazione attuale. Io mi son sempre ritenuta a favore dell'importanza della varietà, anche di generi e titoli che non leggerei mai, ed è per questo che trovo così importante sostenere le librerie indipendenti, proprio perché è grazie a loro se questa varietà puó esser preservata. Tuttavia sono anche una ferma sostenitrice della critica che in Italia si scrive di più di quanto si legge, una cosa secondo me contradditoria,che da una parte abbassa molto la qualità delle novità editoriali e dall'altra anche quella del dibattito culturale, dal momento che questa tendenza rende palese come la maggior parte delle persone pensi che la propria storia sia particolarmente importante e non è interessata però a leggere quelle degli altri.
vi lascio qui l'articolo che riporta vari dati, visto che qui siamo lettori differenti mi interesserebbe sapere voi che ne pensate e se magari avete opinioni su come cambiare o migliorare queste tendenze :-) :

www.ilfattoquotidiano.it/2019/03/06/in-i...Mdpb7hZ6YXAvIfLSsxHs

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
Ultima Modifica 28/12/2022 10:59 da bibbagood.
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28/12/2022 13:38 #61567 da Cate_chan
Risposta da Cate_chan al topic In Italia si pubblicano troppi libri?
Mi verrebbe di rispondere alla tua domanda con un secco "si".
A parte la desolazione delle statistiche pubblicate dal Fatto Quotidiano, credo sia una constatazione ormai alla portata di tutti.
Da grande amante dei cataloghi   spesso mi soffermo su riviste tipo "il libraio" e rimango davvero scioccata rispetto non solo al numero di libri nuovi che escono in continuazione ma soprattutto riguardo alla quasi assenza (salvi i titoli di autori celebri) di qualsivoglia attività di promozione!
E allora mi viene da chiedermi: perché si stampano così tanti libri se già in partenza si è consapevoli che moltissimi rimarranno invenduti?
Tralasciando la tematica ambientale che comunque ha una sua importanza, non trovo ci sia alcuna correlazione tra il mercato e la sua costante espansione ed il pubblico di consumatori di riferimento che invece rimane sempre più o meno uguale e mi sembra che nemmeno si faccia qualcosa per espanderlo.
Peraltro è anche triste vedere come si faccia sempre meno una attività accurata di "selezione" dei titoli da parte delle case editrici.
E' pur vero che il consumatore medio non ha quasi mai idea di chi sta andando a finanziare con il suo acquisto, ma io trovo la cura della fase editoriale (tra  stile della stampa/copertina, coerenza e cura del catalogo delle proposte) un valore aggiunto che, di questo passo, è destinato a perdersi per potere rimanere competitivi nel mercato.
Paradossalmente credo che un'operazione più coerente venga fatta nel settore fumettistico (probabilmente anche a causa dell'investimento iniziale più ingente che queste pubblicazioni richiedono), un mercato più chiuso ma decisamente più curato (anche per forza di cose) e che è anche ricco di attività promozionali che hanno notevolmente ampliato il pubblico di riferimento.
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29/12/2022 08:33 #61572 da Giami23
Risposta da Giami23 al topic In Italia si pubblicano troppi libri?
Io sono d'accordo e trovo molto interessante questo articolo e le sue osservazioni.
L'editoria ha perso molto del suo valore e ha scelto come strategia ( sempre più comune nella produzione di beni e servizi) di puntare sul fatturato incrementando la quantità a discapito della qualità.
Ormai è la vastità di scelta a fare la differenza. 
Produrre, produrre e produrre .
Ma vale per i libri, come per la musica, la tecnologia, la moda e non solo.
Ogni cosa si adegua al passo dell'uomo e quello moderno probabilmente è costantemente insoddisfatto e in attesa dell'ultima novità. Facilmente condizionabile dalle tecniche di marketing si lascia guidare dalle promozioni scegliendo un titolo che magari diversamente neanche avrebbe voluto acquistare. L'economia questo lo ha capito. Ha capito che bramiamo opzioni in quantità che ci sommergano probabilmente per colmare un qualche vuoto o per la mera illusione di farci sentire liberi di decidere tra tante proposte. Ma l'uomo in queste cose non è bravo quindi è molto più frequente che siano, media, social e giornali con le loro classifiche a guidarlo.
Così la carta si spreca e le parole anche. È un diritto la libera parola, poterla esprimere a qualunque livello certo. Ma sarebbe bello a volte anche scegliere di non farlo. 
D'altronde ora si lucra su tutto per cui queste sono solo le conseguenze di tali mutamenti e tocca a noi lettori la fatica più grande, quella di saper discernere selezionando libri di "valore".
Ad ogni modo anche io apprezzo la vastità di proposte ma in un numero tale da poterle vagliare. I livelli raggiunti sono impensabili e quindi quando sono in libreria vado nel panico in confusione e spesso esco a mani vuote o con un libro che non mi soddisfa a sufficienza e quindi  menomale che c'è il CdL!

“Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la
consolazione nel cuore. Altri mi insegnano a conoscere me stesso.”

(Francesco Petrarca)
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29/12/2022 12:02 #61574 da davpal3
Risposta da davpal3 al topic In Italia si pubblicano troppi libri?
Io non ci vedo grossi problemi. Si pubblicano tanti libri, e quindi? Ognuno ha la libertà di scegliere quelli che preferisce. Si abbassa la qualità? Mah, finché saranno disponibili Dostoevskij, Hugo, Pirandello ecc. la qualità ci sarà sempre.
Il problema è eventualmente più generale, come dice Miriam, cioè un sistema economico e culturale che si basa sulla produzione e sul consumo crescenti. Ma quello vale per i libri come per tantissimi altri settori.
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30/12/2022 00:28 #61580 da Cate_chan
Risposta da Cate_chan al topic In Italia si pubblicano troppi libri?
A me sembra si sia arrivati ad un controsenso invece: i libri si pubblicano non affinché vengano letti ma per pubblicarli tout court, in quanto anche questo è spesso diventato una forma di investimento (visto che chi scrive paga per essere mandato in stampa).
Oltre allo spreco di carta, che non è poca cosa, ci vedo un cortocircuito del sistema.
Gli sforzi, quantomeno, dovrebbero essere anche volti ad ampliare il bacino di lettori o a fare effettivamente conoscere le nuove proposte ed invece su questo punto non c'è interesse o non vi sono fondi residui da investire.
Cosa dovrebbe spingere, allora, un lettore a "fidarsi" di un nome casualmente presente su uno scaffale e mai sentito prima rispetto ad un autore già consigliatogli o comunque più o meno noto ed essendo venuta anche meno il fattore "sicurezza" relativamente al valore del catalogo di un editore?
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30/12/2022 12:16 #61585 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic In Italia si pubblicano troppi libri?
Grazie per il tanti spunti interessanti! Strano che Davide faccia il bastian contrario   Caterina, io lo farei partire da solo per Capodanno....

Ma rispondo prima proprio a Davide, perchè secondo me proprio la sua risposta indica come non sia poi così buono pubblicare di tutto: visto che abbiamo avuto un Pirandello e un Dostoevskij allora non ce ne servono di altri? Perchè concorderai che il problema è proprio questo, ovvero trovare tra le milioni di nuove pubblicazioni cosa è che veramente meriterebbe. Se 100 anni fa ci fosse stato questo ritmo di pubblicazione, magari Pirandello non lo avrebbe notato nessuno. La nostra "critica" è proprio questa: non si dà più molto peso al valore dell'opera che si pubblica (e questo lo si vede anche nella sempre più frequente mancanza di editing, che fa sì che opere di case editrici più che consolidate siano piene di refusi o di veri e propri errori, proprio perchè i soldi vengono investiti per pubblicare tutto, invece che puntare su opere di qualità).

Mi spiace dirlo ma io sono anche contraria all'autopubblicazione, proprio perchè è un altro sintomo di quanto ognuno è interessato solo a far sentire la propria voce, è convinto che la propria sia una storia interessante da raccontare, e non si è poi interessati a quelle delle altre, e secondo me questo è veramente il problema di fondo di perchè si pubblicano così tanti libri.

Riguardo alle riflessioni di Miriam e soprattutto Caterina, proprio ieri ci ho pensato a causa di una situazione in cui mi son trovate. La mattina ero stata in una libreria indipendente e come sempre i libri erano divisi per casa editrice. Il pomeriggio sono stata a una Feltrinelli (sì, nelle vacanze occupo un gran tempo a girare per librerie   e ovviamente sono entrata in Feltrinelli solo perchè ci era stato regalato un buono) e sono rimasta un po' spaesata perchè i libri di narrativa erano tutti in ordine alfabetico per autore. Mi ha reso spaesata perchè è un tipo di collocazione dei libri che presuppone di conoscere il nome dell'autore, è molto più difficile secondo me trovare un nuovo titolo che ti ispira se trovi Fabio Volo vicino a Kurt Vonnegut. Mentre se i libri sono ordinati per case editrici, spesso ci si può lasciare guidare dalla linea editoriale della casa editrice e trovare in quelle sezioni titoli nuovi interessanti. Questo per dire che secondo me le case editrici hanno una loro linea e una loro identità (ovviamente non tutte, soprattutto quelle medie-piccole la devono avere), investono sui singoli titoli. Però poi raramente questi titoli diventano best-seller, proprio perchè non hanno soldi per il marketing o magari sarebbero soldi buttati, visto che i titoli restano in scaffale così poco prima che esca la prossima novità con cui sostituirli. 
Se sulla questione librerie indipendenti-di catena ho un'opinione molto precisa, riguardo alle case editrici medio-piccole rispetto a quelle grandi non sono bene cosa pensare, proprio perchè bisogna essere abbastanza informati per costruirsi un'opinione sulle tante realtà editoriali che ci sono e mi rendo conto che io do fiducia a una casa editrice solo se già mi è capitato di leggere qualcosa che mi è piaciuto o se le presentazioni che ne fanno librai o persone che conosco mi incuriosiscono. Quindi non direttamente per il marketing che ne fa la casa editrice, anche se so per certo che molte case editrici investono molto nel rapporto con le librerie indipendenti proprio perchè queste fanno loro quasi "da marketing", e secondo me è una cosa positiva.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
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30/12/2022 12:42 #61588 da davpal3
Risposta da davpal3 al topic In Italia si pubblicano troppi libri?

Grazie per il tanti spunti interessanti! Strano che Davide faccia il bastian contrario   Caterina, io lo farei partire da solo per Capodanno....

Ma rispondo prima proprio a Davide, perchè secondo me proprio la sua risposta indica come non sia poi così buono pubblicare di tutto: visto che abbiamo avuto un Pirandello e un Dostoevskij allora non ce ne servono di altri? Perchè concorderai che il problema è proprio questo, ovvero trovare tra le milioni di nuove pubblicazioni cosa è che veramente meriterebbe. Se 100 anni fa ci fosse stato questo ritmo di pubblicazione, magari Pirandello non lo avrebbe notato nessuno. La nostra "critica" è proprio questa: non si dà più molto peso al valore dell'opera che si pubblica (e questo lo si vede anche nella sempre più frequente mancanza di editing, che fa sì che opere di case editrici più che consolidate siano piene di refusi o di veri e propri errori, proprio perchè i soldi vengono investiti per pubblicare tutto, invece che puntare su opere di qualità).

Mi spiace dirlo ma io sono anche contraria all'autopubblicazione, proprio perchè è un altro sintomo di quanto ognuno è interessato solo a far sentire la propria voce, è convinto che la propria sia una storia interessante da raccontare, e non si è poi interessati a quelle delle altre, e secondo me questo è veramente il problema di fondo di perchè si pubblicano così tanti libri.

Si può fare anche il ragionamento contrario: quanti autori bravi o perfino geniali ci siamo persi nei secoli passati per il fatto che non avevano la possibilità di pubblicare qualcosa?
Io capirei il problema della moltiplicazione se parlassimo di notizie, informazioni. Lì è evidente che la qualità dei giornali tende a scendere, che siamo inondati di informazioni spesso inutili o sbagliate, ecc. e questo può essere un danno enorme per la società, la democrazia e così via.
Ma se si pubblicano tanti libri di poca qualità, qual è il problema? Io personalmente li ignoro. D'altra parte, credo che gli autori geniali, in un modo o nell'altro, si faranno notare.

Anche riguardo all'autopubblicazione non sono d'accordo (strano :D). Non credo ci sia un collegamento diretto tra: non leggere - scrivere. Se uno non legge, verosimilmente non scrive o non scrive bene. Ma non è che se gli impediamo di scrivere, allora improvvisamente inzierà a leggere.

Attendo con ansia ulteriori commenti :D
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30/12/2022 16:16 #61592 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic In Italia si pubblicano troppi libri?
Ho seguito la discussione e trovo che ogni vostra osservazione sia assolutamente pertinente e condivisibile. Meno convincente mi è parsa invece l'esortazione dell'articolista de Il Fatto Quotidiano a scrivere di meno e a leggere di più e a lasciare in circolazione solo quei libri che davvero hanno qualcosa "da dire al mondo". Ma questo chi lo stabilisce? Chi è in grado di discernere, sarebbe la risposta. Ma questo compito spetta secondo me tanto all'editore quanto al lettore. E se è vero (come credo anch'io) che la quantità finisce spesso per offuscare la qualità, è vero anche che un lettore impara presto ad affinare i propri gusti.

Il senso di "spaesamento" (per riprendere l'esempio riportato da Beatrice) che un lettore può provare all'interno di una libreria non può che essere momentaneo e di breve durata, come quello che un normale acquirente potrebbe provare all'interno d'un nuovo supermercato o centro commerciale. Ma è improbabile che - sulla base delle rispettive conoscenze ed esperienze - entrambi non sappiano poi trovare qualcosa che sia in grado di togliere loro la fame: valutando, scegliendo e, di conseguenza, anche scartando (con buona pace dei "consigli per gli acquisti" con cui veniamo ogni giorno bombardati). 

L'idea che un lettore sia un soggetto onnivoro e passivo è assolutamente fuorviante: non è che sia disposto a leggere tutto ciò che venga stampato e propinato. E se pure lo fosse, non potrebbe comunque farlo. E' questo che scrittori ed editori dovrebbero sempre tenere a mente; ma siamo forse anche noi, che dovremmo imparare ad averne maggior consapevolezza. 
 
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31/12/2022 13:07 #61599 da Graziella
Risposta da Graziella al topic In Italia si pubblicano troppi libri?
Ultimamente mi sono dedicata alla lettura di romanzi appena usciti, certo ho fatto una scelta, avendo prima avuto modo di leggerne la recensione. Infatti è così che scelgo le mie nuove letture, leggo le recensioni e di quelle che trovo per me interessanti, compro il libro. in generale mi va bene, altre volte meno, ma ho imparato a entrare negli scrittori/scrittrici contemporanei e spesso mi sono detta di aver fatto bene. 
Non mi risulta che in Italia escano troppi libri, eravamo considerati all'ultimo posto dei lettori europei, soprattutto considerando la classe sociale, si evidenziava, che nei paesi di lingua germanica, leggono molto anche i camionisti. 
Sulla qualità degli scrittori, e delle scelte letterarie, non si può pretendere che a tutti piaccia la musica classica, anche di musica si "pubblica troppo" eppure tutti ne parlano. 

"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)

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08/01/2023 11:05 - 08/01/2023 11:05 #61763 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic In Italia si pubblicano troppi libri?

Si può fare anche il ragionamento contrario: quanti autori bravi o perfino geniali ci siamo persi nei secoli passati per il fatto che non avevano la possibilità di pubblicare qualcosa?
..
Ma se si pubblicano tanti libri di poca qualità, qual è il problema? Io personalmente li ignoro. D'altra parte, credo che gli autori geniali, in un modo o nell'altro, si faranno notare.

Anche riguardo all'autopubblicazione non sono d'accordo (strano :D). Non credo ci sia un collegamento diretto tra: non leggere - scrivere. Se uno non legge, verosimilmente non scrive o non scrive bene. Ma non è che se gli impediamo di scrivere, allora improvvisamente inzierà a leggere.


 
Ma che c'entra, è ovvio che sicuramente ci possiamo esser persi dei geni perchè non potevano pubblicare, ma adesso questo problema non c'è, chiunque può pubblicare, quindi mi chiedevo se così invece non avremo il problema opposto, ovvero il svalutare l'attività di scrivere, visto che non c´é differenza tra pubblicare opere di qualità e opere amatoriali/per marketing/perchè-chiunque-crede-di-avere-qualcosa-interessante-da-dire.

Secondo me invece c'è un legame tra il fatto che si scriva di più di quanto si legga, rimarresti stupito a vedere quanti autori affermino di legger a dire tanto un libro all´ anno.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
Ultima Modifica 08/01/2023 11:05 da bibbagood.

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Ciao! Ma mi sono persa il resoconto dell'ultimo raduno di Bologna?? Mi piacerebbe molto leggere il seguito della "saga" !! Dove posso trovarlo??

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Avatar di Nonna Iaia Nonna Iaia - 10/10/2025 - 10:14

Ciao a tutti!Amo i libri da sempre ma solo ora, in pensione, riesco finalmente a leggere!Mi appassionano le storie vere, le biografie ed i romanzi storici perché mi consentono di conoscere i fatti da diverse prospettive arricchendo, spero, il mio senso critico. Integro i romanzi con saggi di geopolitica e di storia. È la prima volta che mi iscrivo ad un Gruppo di Lettura e sono molto curiosa e contenta di poter condividere i miei pensieri ed emozioni con voi.Grazie

Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!

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