Ho spostato il link sull'editoria a pagamento qui perché ne avevamo giá parlato diffusamente e colgo l'occasione per riaprire il dibattito
Il 2024 infatti é stato per il mercato editoriale particolarmente negativo. A fronte di una ulteriore esplosione delle pubblicazioni c'é stato un crollo particolarmente massiccio delle vendite (anche a causa dell'eliminazione del bonus cultura e delle sovvenzioni alle biblioteche, che quindi hanno dovuto decidere di non poter acquistare novità non potendosele più permettere).
Non so se avete visto la presa di posizione di
marcosymarcos
: nel 2024 hanno provato a fare l'esperimento di pubblicare di meno e concentrarsi meglio sui titoli pubblicati, ed essendo stati i risultati più positivi del previsto, hanno deciso nel 2025 di adottare questa politica in modo più strutturato, dedicando un giorno al mese unicamente alla lettura di testi invece di dedicare tutti i giorni esclusivamente alla pubblicazione di testi, come fanno la maggior parte delle case editrici, che per motivi economici non possono più leggere veramente le cose che pubblicano.
Infatti, quando un editore pubblica un libro le librerie ne acquistano varie copie e poi chiedono il rimborso all'editore quando restituiscono l'invenduto. Ma l'editore ha bisogno di questi anticipi dai librai per sostenersi, e l'unico modo per poter ripagare i librai dell'invenduto é chiedere loro gli anticipi per le nuove novità, creando un circolo vizioso in cui è necessaria la quantità, mentre la qualità non ha pratricamente alcun ruolo per sostenere il mercato.
A seguito dell'articolo di critica di
Loredana Lipperini
sono state tante le persone ad esprimersi sul tema, soprattutto hanno creato un po' di scalpore gli articoli dell'1 marzo su Tutto Libri di Mario Baudino e specialmente di Sandro Bonvissuto, che di fatto giustifica le poche vendite dando la colpa all'ignoranza totale sia nel mondo della filiera che nella società:
"La nuova barbarie del politicamente corretto, impone cliché offensivi per l'intelligenza di un piccione, i book toker, sono ragazzini e ragazzine molto graziosi, ma ignoranti come i tombini in ferro, gli editor fanno libri inseguendo il discutibile gusto del pubblico, invece che educare la gente ad elevarsi al livello dei libri, […] i critici rischiano la lapidazione, in quanto fascio-conservatori agli occhi della comunità intrisa di valori nazi-woke."
Infine, si é parlato recentemente molto anche della risposta che spesso si dá al fatto che le persone non comprano libri, ovvero che essi rappresentano un lusso, costando sempre di più a fronte di stipendi che invece non salgono; a questa critica molti rispondono che però i soldi si trovano per fare aperitivo o comprarsi il nuovo iphone e che quindi il problema é più la scarsa qualità dei libri che di conseguenza non suscitano interesse, è il fatto che non si investe nella pubblicizzazione dei libri cercando di incuriosire il pubblico, perchè il numero é troppo alto e per gli editori sarebbe impossibile fare un lavoro simile anche solo per il 10% della roba che pubblicano, e che questo elevato numero tende più che altro a scoraggiare invece che invogliare chi magari vorrebbe avvicinarsi alla lettura. Altri sostengono invece che aperitivi e iphone rispondono a esigenze diverse e a un bisogno che la lettura di un libro non potrebbe soddisfare, come il bisogno di socialità e l'accettazione sociale, e non ha quindi senso paragonare i due consumi se non per porsi la domanda del ruolo che il libro dovrebbe avere da un punto di vista sociale.
Per dare poi il punto di vista degli scrittori e delle scrittrici in questa tematica, ho trovato interessante l'articolo della scrittrice
Giuliana Zeppegno
, che secondo me risponde un po' a quello che sostiene Davide in questa discussione, ovvero che in realtà anche per gli scrittori non è che sia così bello ci siano cosí tante pubblicazioni, perché per gli editor diventa impossibile riuscire a scovare cose di qualità, a dare risposte, a dare feedback, ed é sempre piú probabile che ci siano scrittori che mandano manoscritti per pure egocentrismo senza chiedersi l'effettivo valore di quel che mandano visto che tanto lo fanno tutti, rendendo impossibile alle case editrici di dedicarsi per bene alla selezione.
Oltre a i link citati sopra, vi lascio anche una carrellata di dati sulle vendite del 2024 per confermare come veramente un piccolissima parte dei libri pubblicati venga effettivamente venduto:
www.ilpost.it/2025/01/29/quante-copie-vendono-i-libri/
Come sempre, son molto curiosa delle vostre opinioni in merito

. Io personalmente sono molto a favore della presa di posizione di marcos y marcos, ma mi rendo conto che per gruppi editoriali grandi come Mondadori non possa essere una scelta sostenibile e torno quindi a sostenere che bisognerebbe affrontare il problema alle radici.