Ieri ho abbandonato splendore.
Quasi sempre le frasi sono serrate*, cioè "breve frase, punto. Breve frase, punto.", questa tecnica viene usata di solito per descrivere una scena d'azione, o per creare suspense, ansia, eccetera.
Qui viene usata sempre, qui l'uso diventa abuso e disturba la lettura.
Lo stile è una manifestazione compiaciuta ed ostentata della tristezza, la Mazzantini non perde occasione di esibire vacuamente le sue prodezze linguistiche, tutto è descritto morbosamente come fiacco, grigio, triste, deprimente, fatale, questo non è un male in se, ma lo diventa quando non è organico a tutto il resto, come in questo libro, tutto quell'oscurità , quel pessimismo cosmico, sembra buttato lì così tanto per rimpinzare il libro ed incorniciare la storia con qualcosa da dire, per renderla una storia di "sofferenza" con la speranza ( forse ) di generare nel lettore compassione, storia che alla fine è un banale tira e molla tra due omosessuali , di cui il protagonista mi sta antipatico ( sarebbe banale anche se si parlasse di etero ).
Il mio giudizio è circoscritto a questo libro e allo stile di questo libro , non è un giudizio assoluto sulla sua persona o sulla sua qualità di scrittrice, non ho letto altro della Mazzantini, forse in futuro leggerò qualcosa. La prima impressione non è stata della migliori.
Glossario :
* 3 fig. Concitato, veloce: passo, ritmo serrato.
4 fig. Conciso, rapido: stile s.; che segue una logica stringente
I libri hanno gli stessi nemici dell'uomo: il fuoco, l'umidità, il tempo e il proprio contenuto.
Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere.
Chi brucia i libri, presto o tardi arriverà a bruciare esseri umani.
La cultura non è per tutti, ma solo per chi la vuole.