Questo mio post, nella letteratura tedesca, lo riporto qui con copia e incolla per spiegarmi meglio. Si tratta di un libretto di Jensen molto fantasioso, preso in esame da Freud.
Conosciuto in Italia esclusivamente come l’autore di Gradiva, il romanzo che è servito a Sigmund Freud per elaborare il famoso saggio Il delirio e i sogni nella “Gradiva” di Wilhem Jensen sul rapporto fra i contenuti latenti dell’inconscio e l’espressione artistica, Jensen (1837 -1911, nato in –Germania del Nord) fu, in realtà, uno scrittore prolifico e molto noto ai suoi tempi anche per il successo dei suoi libri presso il largo pubblico. Questa edizione (Sugarco Edizioni) che accumuna un’opera nota – Gradiva appunto – con un’altra mai finora tradotta in Italia – La casa gotica – ha lo scopo di far conoscere questo autore non soltanto in riferimento alla teoria freudiana dell’arte, ma anche per la sua intrinseca abilità di intreccio narrativo che, nel suscitare la tensione del lettore scavando nei fantasmi, nelle paure e nel rimosso della psiche umana molto di avvicina agli esiti del moderno thriller di angoscia.
Questo racconto di 95 pagine è secondo me, un gioiello della letteratura tedesca di fine ottocento, primi novecento:
“un giovane archeologo Norbert Hanold, ha scoperto in un museo di Roma un bassorilievo. L’immagine riproduce, una giovane ragazza, la quale solleva un po’ la sua ricca veste così da lasciare scoperti i piedi nei sandali. Un piede poggia completamente sul terreno, l’altro retrostante è sollevato e tocca il terreno solo con le punte delle dita, mentre la pianta e il calcagno si alzano quasi perpendicolarmente. Questo modo di camminare insolito e particolarmente grazioso affascina lo sguardo del nostro archeologo”.
Norbert Harold è affascinato da questo bassorilievo tanto da farsene fare un calco in gesso non appena rientrato in Germania e che tiene appeso ormai da qualche anno in un punto privilegiato del suo studio.
Il viso della donna raffigurata nel bassorilievo viene così descritta dall’autore:
“Nei tratti raffigurati si esprimeva una serena indifferenza per quanto accadeva intorno, lo sguardo dritto e imperturbabile parlava di un’intatta facoltà visiva e di pensieri pacatamente racchiusi in se stessi.”
Norbert è affascinato e nello stesso tempo ossessionato da questa figura, lui così dedito al suo lavoro, frequenta raramente i salotti, non ha amici, ma soprattutto non riconosce le donne fuori dai salotti dove le ha conosciute.
Norbert vuole dare un nome alla ragazza del bassorilievo, la chiamerà Gradiva “colei che incede”, la immagina come un abitante di Pompei antica, e aiutato nella sua fantasia dalla conoscenza effettiva della Pompei archeologica, la vede camminare per quei luoghi su quelle singolari pietre sporgenti, con quella sua singolare andatura.
Infatti aveva compiuto alcune ricerche sul modo di camminare delle giovani donne sue coetanee, ma non aveva trovato nessuna donna che camminasse in quel così aggraziato.
Sempre seguendo la sua immaginazione Norbert pensa che i lineamenti del viso della donna del bassorilievo non siano di tipo romano latino, sicuramente ella doveva essere greca, ellenica.
Una mattina di primavera, Norbert, fermo alla finestra di casa sua, che da sulla piazza crede di veder passare per strada una signorina che cammina con lo stesso passo agile e spedito, della sua Gradiva: ella procede tenendo con la mano sinistra leggermente sollevato l’orlo della gonna; scende di corsa le scale così come si trova, in camicia all’inseguimento della donna che però non riesce a raggiungere.
Sempre più immerso in questi pensieri fece un sogno molto singolare e angoscioso che lo riempì di terrore. Sognò di trovarsi nell’antica Pompei proprio quel 24 agosto 79 giorno della terribile eruzione del Vesuvio.
“il cielo avvolgeva in una nera cappa di caligine la città destinata alla distruzione, solo a tratti s’intravvedeva uscire da uno squarcio un qualcosa su cui le fiamme sprigionate dal cratere gettavano una luce color sangue; sconvolta e instupidita dal terrore, la gente cercava scampo nella fuga, chi solo e chi stretto ad altri in una confusa moltitudine. Anche su Norbert si abbatteva la pioggia di cenere e lapilli e tuttavia, come paradossalmente accade nei sogni, non ne rimase colpito, così come i letali vapori sulfurei nell’aria, che pur egli avvertiva , non gli impedivano di respirare. Fu allora, mentre sostava accanto al tempio di Giove prospiciente il Foro, che all’improvviso scorse davanti a sé la Gradiva;”……
Norbert, decide di partire verso il Sud, vuole tornare a Roma e poi a Napoli, da lì si sente attratto sempre più irresistibilmente da Pompei. Prenderà il treno e arrivato lì prende dimora in uno dei due alberghi vicino agli scavi.
Spero con questa piccola introduzione, di essere riuscita ad accendere la curiosità di qualcuno che possa venire invogliato alla lettura di questa incredibile novella.
In questa fase mi pare prematuro postare il piccolo saggio di Freud (pagine 91, Edizione Bollati e Boringhieri) che rischierebbe di diventare troppo rivelatore del racconto originale.
"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)