Mercoledì, 05 Novembre 2025

Henry James

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15/01/2020 10:59 #42470 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Henry James
Alcune volte Freud, grande amante della letteratura e grande lettore egli stesso ha voluto commentare qualche romanzo e qualche autore. Bello è il suo piccolo ma importante saggio su Dostoevskij e il parricidio, più volte da me trattato qui.
Molto carino e leggero un altro suo libretto sulla Gradiva di Jensen. ho postato qui da qualche parte sia il piccolo ma bellissimo saggio di Freud, sia il romanzo breve di Jensen.

"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)

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15/01/2020 11:36 #42471 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Henry James
Questo mio post, nella letteratura tedesca, lo riporto qui con copia e incolla per spiegarmi meglio. Si tratta di un libretto di Jensen molto fantasioso, preso in esame da Freud.

Conosciuto in Italia esclusivamente come l’autore di Gradiva, il romanzo che è servito a Sigmund Freud per elaborare il famoso saggio Il delirio e i sogni nella “Gradiva” di Wilhem Jensen sul rapporto fra i contenuti latenti dell’inconscio e l’espressione artistica, Jensen (1837 -1911, nato in –Germania del Nord) fu, in realtà, uno scrittore prolifico e molto noto ai suoi tempi anche per il successo dei suoi libri presso il largo pubblico. Questa edizione (Sugarco Edizioni) che accumuna un’opera nota – Gradiva appunto – con un’altra mai finora tradotta in Italia – La casa gotica – ha lo scopo di far conoscere questo autore non soltanto in riferimento alla teoria freudiana dell’arte, ma anche per la sua intrinseca abilità di intreccio narrativo che, nel suscitare la tensione del lettore scavando nei fantasmi, nelle paure e nel rimosso della psiche umana molto di avvicina agli esiti del moderno thriller di angoscia.

Questo racconto di 95 pagine è secondo me, un gioiello della letteratura tedesca di fine ottocento, primi novecento:
“un giovane archeologo Norbert Hanold, ha scoperto in un museo di Roma un bassorilievo. L’immagine riproduce, una giovane ragazza, la quale solleva un po’ la sua ricca veste così da lasciare scoperti i piedi nei sandali. Un piede poggia completamente sul terreno, l’altro retrostante è sollevato e tocca il terreno solo con le punte delle dita, mentre la pianta e il calcagno si alzano quasi perpendicolarmente. Questo modo di camminare insolito e particolarmente grazioso affascina lo sguardo del nostro archeologo”.
Norbert Harold è affascinato da questo bassorilievo tanto da farsene fare un calco in gesso non appena rientrato in Germania e che tiene appeso ormai da qualche anno in un punto privilegiato del suo studio.
Il viso della donna raffigurata nel bassorilievo viene così descritta dall’autore:

“Nei tratti raffigurati si esprimeva una serena indifferenza per quanto accadeva intorno, lo sguardo dritto e imperturbabile parlava di un’intatta facoltà visiva e di pensieri pacatamente racchiusi in se stessi.”

Norbert è affascinato e nello stesso tempo ossessionato da questa figura, lui così dedito al suo lavoro, frequenta raramente i salotti, non ha amici, ma soprattutto non riconosce le donne fuori dai salotti dove le ha conosciute.
Norbert vuole dare un nome alla ragazza del bassorilievo, la chiamerà Gradiva “colei che incede”, la immagina come un abitante di Pompei antica, e aiutato nella sua fantasia dalla conoscenza effettiva della Pompei archeologica, la vede camminare per quei luoghi su quelle singolari pietre sporgenti, con quella sua singolare andatura.
Infatti aveva compiuto alcune ricerche sul modo di camminare delle giovani donne sue coetanee, ma non aveva trovato nessuna donna che camminasse in quel così aggraziato.
Sempre seguendo la sua immaginazione Norbert pensa che i lineamenti del viso della donna del bassorilievo non siano di tipo romano latino, sicuramente ella doveva essere greca, ellenica.
Una mattina di primavera, Norbert, fermo alla finestra di casa sua, che da sulla piazza crede di veder passare per strada una signorina che cammina con lo stesso passo agile e spedito, della sua Gradiva: ella procede tenendo con la mano sinistra leggermente sollevato l’orlo della gonna; scende di corsa le scale così come si trova, in camicia all’inseguimento della donna che però non riesce a raggiungere.
Sempre più immerso in questi pensieri fece un sogno molto singolare e angoscioso che lo riempì di terrore. Sognò di trovarsi nell’antica Pompei proprio quel 24 agosto 79 giorno della terribile eruzione del Vesuvio.

“il cielo avvolgeva in una nera cappa di caligine la città destinata alla distruzione, solo a tratti s’intravvedeva uscire da uno squarcio un qualcosa su cui le fiamme sprigionate dal cratere gettavano una luce color sangue; sconvolta e instupidita dal terrore, la gente cercava scampo nella fuga, chi solo e chi stretto ad altri in una confusa moltitudine. Anche su Norbert si abbatteva la pioggia di cenere e lapilli e tuttavia, come paradossalmente accade nei sogni, non ne rimase colpito, così come i letali vapori sulfurei nell’aria, che pur egli avvertiva , non gli impedivano di respirare. Fu allora, mentre sostava accanto al tempio di Giove prospiciente il Foro, che all’improvviso scorse davanti a sé la Gradiva;”……

Norbert, decide di partire verso il Sud, vuole tornare a Roma e poi a Napoli, da lì si sente attratto sempre più irresistibilmente da Pompei. Prenderà il treno e arrivato lì prende dimora in uno dei due alberghi vicino agli scavi.

Spero con questa piccola introduzione, di essere riuscita ad accendere la curiosità di qualcuno che possa venire invogliato alla lettura di questa incredibile novella.

In questa fase mi pare prematuro postare il piccolo saggio di Freud (pagine 91, Edizione Bollati e Boringhieri) che rischierebbe di diventare troppo rivelatore del racconto originale.

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15/01/2020 15:18 - 15/01/2020 15:20 #42472 da Blache_Francesca
Risposta da Blache_Francesca al topic Henry James
Per Graziella e non solo...
Ho letto con molto interesse "Il perturbante secondo Freud come chiave di lettura del romanzo Giro di Vite" di M. Damasso. Se a qualcuno dovesse interessare la questione del "perturbante" o "unheimlich", posso raccomandare la lettura del libro di Danielewsky "La casa di foglie" in cui viene ampiamente trattato.
Per tornare a questo libro, ritengo coinvolgente l'affermazione di Freud e quindi di H. James per cui il "perturbante" non è solo più "l'inconsueto", inteso come generatore di angoscia, ma "il perturbante è quella sorta di spaventoso che risale a quanto ci è noto da lungo tempo, a ciò che ci è familiare". Secondo H.J. "una storia dell'orrore oggi deve essere collegata in cento modi con gli oggetti quotidiani della vita (...)".
Da lì, la sua scelta di un titolo che apparentemente non ispira niente di inquietante.
Ho finito di leggere il libro e non resisto alla voglia di rileggerlo per la grande varietà di interpretazioni a cui si presta.
Il primo capitolo consente al lettore di "prepararsi" alla storia; il narratore è l'unico a intuire che Douglas vorrebbe raccontare e glielo consente. Ma l'attesa per il gruppetto durerà tre giorni...
Il lettore è libero o meno di credere nelle apparizioni dei fantasmi, ciò che conta sono le reazioni dei personaggi di una stessa cerchia familiare o meno, di fronte alle situazioni della vita quotidiana.
L'autore dà al lettore l'opportunità di chiedersi, come avrebbe reagito fosse stato in quella stessa situazione...
Ultima Modifica 15/01/2020 15:20 da Blache_Francesca.

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17/01/2020 17:04 - 17/01/2020 17:05 #42503 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic Henry James
Sono d'accordo su tutto quanto è stato scritto qui e altrove a proposito del libro: piatto, profondo, noioso, avvincente, perturbante, inconcludente …

Penso in effetti che Giro di vite possa prestarsi a qualsiasi aggettivo: dipende da cosa cerca il lettore e da quel che vi trova. O non vi trova. E come capitato appunto a molti di voi, anch’io – la prima volta che lo lessi – rimasi alquanto deluso da una sostanziale mancanza di spiegazioni: cos’è vero, e cos’è falso?

Lo rilessi quindi una seconda volta, pensando che la soluzione fosse nascosta tra le righe e nelle pieghe dei discorsi: altra delusione. Stavolta, invece, ero già preparato al fatto che non avrei trovato nulla. Ed è stato così che ho apprezzato davvero il racconto.

Che è solo un gioco, un’opera d’arte, un esercizio letterario raffinato, ma non fine a se stesso, perché coinvolge e costringe chi vi assiste a non restare passivo, a dubitare di tutto, a chiedere chiarimenti e a farsi investigatore e interprete di segnali che - chissà perché - mettono cuore e mente in allarme.

Credo che Giro di vite scherzi con la nostra più profonda paura, che è quella di non riuscire ad avere sempre tutto sotto controllo, che la nostra mente e i nostri sensi sono limitati e che potremmo da essi anche essere tratti in inganno. E questo ci turba e spaventa tanto che persino ad una ghost story vorremmo affibbiare - una volta per tutte - una spiegazione logica ed esaustiva. Oppure, che si inseguano fantasmi laddove non ci sono.

Questa però è solo una interpretazione personale, neppure tanto originale, che va ad aggiungersi alle altre avanzate nel corso degli anni. Aspetto quindi con curiosità di leggere anche le vostre.
Ultima Modifica 17/01/2020 17:05 da Novel67.
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17/01/2020 20:50 #42507 da SARA1984
Risposta da SARA1984 al topic Henry James
Novel sono d'accordo in pieno con la ta interpretazione a chi io ho letto questo libro due volte in due momenti della vita di versi e ricordo che la prima volta ho avuto sul serio un senso di terrore nel leggerlo mentre la seconda volta cercavo cosa mi avesse spaventato tanto la prima e non ho trovato nulla questo mi ha un po' destabilizzato
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18/01/2020 12:21 #42516 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Henry James
Sottoscrivo tutto il post di Novel, effettivamente è così: questo breve romanzo è da considerarsi un virtuosismo artistica molto ben fatto, e non solo. James ha composto un racconto in linea con gli argomenti culturali del suo tempo.

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25/01/2020 09:49 #42588 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Henry James
L'ho finito già da un po', ma volevo prima recuperare le lunghe e noiose prefazione e postfazione della mia edizione sia tutti i vostri lunghi commenti.
Io lo avevo letto al liceo (credo in secondo) e ne avevo un bel ricordo, come di una lettura che mi fosse piaciuta. Stavolta invece mi ha entusiasmato meno, forse perchè appunto ho riscontrato anche io la voglia di mettere su un esercizio letterario, con un pathos che non mi ha molto coinvolto, perchè troppo forzato ad essere evocato con verbi (vedere, sentire, percepire) ed immagini ripetitivi. La lettura non mi è dispiaciuta, ma non ne sono rimasta entusiasta.
Riguardo ai contenuti, non ho trovato la narrazione cosi confusionaria come alcuni di voi, semplicemente la fine lascia un po' interdetti (senza contare che per iniziare il racconto si passa attraverso 3 narratori diversi, mentre il finale finisce semplicemente con una scena: il ciclo narrativo rimane spezzato e non si conclude come era iniziato).
Concordo con voi sulla centralità non tanto dei fantasmi quanto dell'incoscio. Anche se i fantasmi di fatto non esistono nel momento in cui l'istitutrice ne diventa ossessionata, diventano realtà, perchè agiscono sulla sua realtà presente, trasformandola. Gli stessi bambini sembrano più spaventati da lei che da possibili fantasmi.

Ultima nota personale: ho un'edizione oscar mondadori, traduzione di Alex Falzon con testo a fronte. Traduzione pessima, non tanto nello stile, quanto nella poca chiarezza a livello sintattico, con veri errori. Mah.....Inoltre la postafazione sono 20 pagine che non c'entrano niente con Giro di vite, bensi analizza nei dettagli Ritratto di signora raccontandolo cosi bene che se non l'avessi letto non troverei piu motivo per farlo. Mah, le scelte editoriali....

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Ciao a tutti!Amo i libri da sempre ma solo ora, in pensione, riesco finalmente a leggere!Mi appassionano le storie vere, le biografie ed i romanzi storici perché mi consentono di conoscere i fatti da diverse prospettive arricchendo, spero, il mio senso critico. Integro i romanzi con saggi di geopolitica e di storia. È la prima volta che mi iscrivo ad un Gruppo di Lettura e sono molto curiosa e contenta di poter condividere i miei pensieri ed emozioni con voi.Grazie

Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!

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