Lorenzo (Novel) sta probabilmente un po´ più avanti, ma non commenta con la scusa che non può andare in ufficio, da dove di solito accede al forum 
Sì, ci sono anch’io

, anche se paradossalmente – in questa situazione - più tempo ho a disposizione, meno sembra riesca a sfruttarlo. La colpa però non è del libro, di cui per ora ho letto solo un 25%.
In verità per me si tratta d'una rilettura, di cui conservo un bellissimo ricordo, pur avendo scordato più d’un dettaglio. E anche ora non sono affatto deluso. Le difficoltà iniziali, citate da altri, non le ho riscontrate: anzi, quel banchetto che a Francesca ricorda Zola, a me ha fatto venire in mente una scena descritta da Tolstoj in
Guerra e Pace, che già avevo trovato bellissima, proprio perché affollata da tanti, simpatici personaggi.
Come rilevato da Beatrice, il tema della “famiglia” è al centro del romanzo, ma nel sottotitolo compare anche il termine “decadenza”, che ha forse preminenza anche maggiore, tanto che anche lo splendore dell'incipit sembra essere comunque leggermente turbato e offuscato da alcuni segni premonitori.
Anch'io ho poi trovato molto bella la terza parte, ma anche proseguendo l'interesse e l'attenzione non hanno incontrato grandi cedimenti, anche perché le varie parti sono suddivise in capitoletti tutto sommato brevi, che aiutano a fissare nella memoria le tappe salienti di questo lungo processo di decomposizione (famigliare ma anche sociale), maneggiato dall'autore con grande delicatezza e rispetto (nonché commozione). Io leggo in italiano, nella traduzione Einaudi, che trovo ben fatta.
Credo ora con la lettura di essere giunto al vostro stesso punto, e vorrei darmi una mossa per mantenere il passo e togliermi poi la soddisfazione di ri-leggere anche
La morte a Venezia, che m'aveva ai tempi deluso ma che ora questa lettura mi ha fatto tornar voglia di riprendere in mano.
Proseguiamo …