Eccomi, sto leggendo anch'io ma purtroppo ultimamente non ho avuto molto tempo perciò non sono mai passata a commentare. Anche per andare avanti nella lettura, poiché il libro mi piace abbastanza, sto approfittando del momento in cui pranzo per ritagliarmi uno spazio. Mi mancano una trentina di pagine per finire la terza parte.
Leggo che alle domande di Bea ha già dato risposta Mulaky

Volevo solo spezzare una lancia a favore di Riccardo III, visto che non c'è mai stata una conferma definitiva che sia stato lui a far uccidere i due fratelli della madre di Enrico VIII nella torre: è l'ipotesi più accreditata ma c'è anche l'ipotesi che sia stata Margaret Beaufort (la nonna paterna di Enrico VIII) a dare quest'ordine.
Comunque la figura negativa di Riccardo III, a quanto ho capito, è stata costruita a partire dagli scritti di Thomas More (di cui si fa cenno anche nel libro) e da quelle idee deriva anche la tragedia di Shakespeare. A me sinceramente è una figura che affascina proprio perché descritta troppo negativamente.
Tornando al libro, ribadisco anch'io la difficoltà a capire quando stia parlando uno o l'altro e il passaggio repentino dal dialogo diretto al discorso indiretto.
Comunque solo a me Thomas More sembra descritto in modo eccessivamente negativo? Sembra un personaggio gretto descritto apposta così per metterlo a contrasto con la figura di Cromwell che invece risalta per la sua affabilità....troppa per i miei gusti. Mi piacerebbe sapere quanto ci sia di storico e quanto di visione dell'autrice in tutto questo.
Nonostante questo io continuo ad essere affascinata dalla figura di Thomas More, forse perché so che è stato un grande umanista, e anche da sua figlia Margaret che ho scoperto essere stata una grande letterata e traduttrice dell'epoca.
Nel mio libro di filosofia (che non ho mai affrontato come materia prima d'ora) c'è scritto: "con Moro, gli ideali umanistici si diffondono in Inghilterra con gli stessi caratteri che avevano avuto in Italia nel Quattrocento: gli studi letterari non devono mettere capo a un'oziosa erudizione, ma promuovere un concreto impegno nella realtà civile. Questo impegno fu testimoniato da Moro con la vita: cancelliere del regno, egli fu condannato a morte da Enrico VIII per essere rimasto fedele alla Chiesa cattolica."
Certo io non ho molta simpatia per la chiesa (sia cattolica che in generale) e certo Thomas More mi avrebbe inserita tra gli emarginati sociali nella sua opera più famosa,
Utopia, ma ammiro comunque il suo rimanere fedele a un ideale. Cosa che senz'altro non faceva Cromwell, in effetti il contrasto tra i due si potrebbe anche pensare che sia perché uno rappresentava lo spirito mentre l'altro la materia...ma questa è una mia idea.
Sicuramente More è un personaggio contradditorio, tanto male tratta la moglie (e anche nella sua Utopia le donne sono asservite agli uomini) tanto ama la figlia e vuole che abbia gli stessi diritti degli uomini.
thomasmore852632688.wordpress.com/la-famiglia/
Ho trovato interessante questo articolo dove, tra l'altro, si vede anche il dipinto di Holbein di cui si parla nel libro.
Scusate se ho parlato solo di More mentre è un libro incentrato su Cromwell, ahahah.
Anch'io mi domando il perché del titolo, Wolf Hall: Jane Seymour sarà la terza moglie di Enrico VIII e l'unica a dargli un erede maschio, che questo possa avere qualche valore? Ma credo che arriveremo fino a quel punto solo con il terzo libro quindi....boh