SINOSSI
Lucy Honeychurch, una giovane inglese attenta alle convenzioni sociali della borghesia vittoriana ma costretta a fare i conti con i propri sentimenti. George Emerson, agnostico e anticonformista, capace di "vedere" attraverso le perplessità e di percepire la realtà nascosta dietro le apparenze. Raccontando la loro contrastata vicenda sentimentale, Forster affronta uno dei suoi temi preferiti: quello del "cuore non sviluppato" e della lacerazione tra perbenismo ed emotività. È l'anima stessa dell'Inghilterra a essere sotto accusa: un'anima nordica, gotica, puritana, provocatoriamente contrapposta allo spirito mediterraneo, gioioso, pagano e "rinascimentale" che i due protagonisti respirano a Firenze.
RECENSIONE
Nonostante non sia un classico che mi abbia entusiasmato, devo dire che ho sottolineato molte frasi che mi hanno colpito. Forster si concentra molto sulla società inglese perbenista dell'epoca, un po' snob, molto misurata e senza slanci. Al contrario, gli italiani sono dipinti come un po' rozzi, passionali e poco misurati nelle loro esternazioni e questa idea degli italiani è qualcosa che si riscontra anche in altri romanzi d'ambiente del tempo. Rispetto ad altri classici dell'epoca, il parere dell'autore si fa sentire molto di più, direttamente e talvolta anche con ironia. La protagonista, Lucy, è una giovinetta che non ha idee molto chiare su se stessa e sulla vita. Per lei l'Italia sarà l'occasione per aprire gli occhi sulla società che la circonda ma, alla fine, non so fino a che punto crescerà davvero. A me ha dato l'idea di seguire sempre la compagnia del momento e di esprimersi con parole altrui: prima è la famiglia, poi saranno gli Emerson in Italia, poi sarà il fidanzato Cecil e, infine, George. È interessante confrontare le personalità dei due pretendenti di Lucy, George e Cecil. Cecil è il classico dandy snob con esternazioni abbastanza esasperate tanto da risultare odioso e antipatico a chiunque, ben diverso dal dandy a cui ci ha abituati Oscar Wilde. George, invece, è uno spirito libero ma anche molto strambo e non tiene conto dell'etichetta, il che spesso risulta sconveniente perché va a danno di Lucy. Sappiamo, infatti, che la società del tempo aveva delle regole abbastanza rigide per le donne, non erano libere di poter fare come meglio credevano senza essere condanne e questo l'autore ce lo fa capire indirettamente e anche con i pensieri di Lucy. L'unico personaggio caratterizzato davvero è Cecil, ma il personaggio migliore di tutto il romanzo è Emerson senior, il padre di George. Peccato che l'autore non ci abbia detto qualcosa in più di Charlotte, la cugina di Lucy, perché è un personaggio che alla fine, nonostante tutto, si rivela interessante e il lettore si ritroverà a fare alcune ipotesi sul perché del suo comportamento. Ad un certo punto del romanzo, Forster ci invita a riflettere su come sia facile, per l'essere umano, scappare dai propri sentimenti oppure non vivere la propria vita, e di come questo incida negativamente sia su noi stessi rendendoci cinici e ipocriti, sia sugli altri che si ritrovano accanto persone che producono solo malessere. L'intreccio amoroso del romanzo mi è sembrato banalotto e poco motivante, pertanto non ho sentito nessun coinvolgimento da lettrice. Alla fine del romanzo, ci si domanderà se tutto quello che è capitato sia stato voluto dal caso o dal destino, ma sarà il lettore a dover dare la sua chiave di lettura. Per concludere, non credo sia un brutto romanzo, ma non lo trovo un capolavoro. Più che la trama, ho apprezzato molto di più il Forster che si mostra tra le pagine.
[RECENSIONE A CURA DI MULAKY]
| Autore | Edward Morgan Forster |
| Editore | Mondadori |
| Pagine | 281 |
| Anno edizione | 2005 |
| Collana | Oscar classici moderni |
| ISBN-10(13) | 9788804701002 |
| Prezzo di copertina | 13,00 € |
| Prezzo e-book | 7,99 € |
| Categoria | Classico - D'ambiente - Storico |

