SINOSSI
Stanco della mondanità e delle ipocrisie dell’ambiente nobiliare e mosso da un confuso desiderio di felicità, il giovane Olenin lascia Mosca in cerca di una nuova vita. Nel villaggio caucasico dove trova rifugio è affascinato dalla fierezza dei cosacchi: l’intrepido Lukaška dal fucile infallibile, il possente zio Eroška, gran cacciatore, la bella e altera Mar’janka di cui si innamora. Nei loro costumi semplici e primitivi scopre un’autenticità che lo tocca nel profondo e a poco a poco ne comprende la ragione: questo popolo nasce, ama, combatte e muore seguendo le leggi immutabili della natura. Nel lungo racconto giovanile, pubblicato nel 1863, Tolstoj rivisita il mito ottocentesco dell’eroe romantico in fuga dalla civiltà, e ne decreta il definitivo tramonto: rinnegare le proprie origini per cercare di vivere come i cosacchi si rivela un sogno impossibile e a Olenin, inerte spettatore di un’esistenza che non gli appartiene, non resta che ripartire portando nel cuore l’amarezza di un’illusione infranta. Il volume comprende i racconti: I cosacchi, Due ussari, Polikuška, Cholstomer, Memorie di un pazzo, Tre morti.
RECENSIONE
Dal 1851 al 1854 conobbe da vicino questo mondo in fermento un Tolstoj poco più che ventenne, venuto a combattere i separatisti ceceni con l'intento di dare un nuovo inizio ad una esistenza che non lo appagava. Fortemente influenzato dai costumi e dallo stile di vita del popolo cosacco, il giovane Lev meditò di ricavarne un'opera letteraria la cui stesura tuttavia risultò piuttosto tormentata, protraendosi negli anni con varie interruzioni e riprese. Finalmente ciò che, all'inizio era stato concepito come un trattato etnografico e poi come un poemetto, prese nel 1863 la forma attuale di una narrazione in gran parte autobiografica. I Cosacchi e altri racconti è un volume composto da sei racconti. In ognuno di essi Tolstoj mette molto della sua vita e del suo pensiero. Iniziando da I cosacchi, è davvero riduttivo definirlo un racconto visto che conta ben 180 pagine, lo potremmo considerare un romanzo breve. Qui viene raccontata la vita dei Cosacchi. "Un buon cosacco sfoggia la conoscenza della lingua tatara e, se fa baldoria, parla in tataro anche con suo fratello. Ciononostante, questo piccolo popolo cristiano, ficcato in un angolo della terra, circondato da stirpi maomettane semiselvagge e da soldati, si considera ad un alto grado di sviluppo e ritiene uomo solo un cosacco; guarda tutti gli altri con disprezzo" e di Olènin "Più Olènin si allontanava dal centro della Russia, più sembravano lontani da lui tutti i suoi ricordi, e più si avvicinava al Caucaso, più la sua anima si rallegrava". Il protagonista Olènin (alter ego del conte Tolstoj), rampollo di una nobile famiglia pieno di idealità, generoso, ingenuo e impaziente di far valere il suo coraggio, lasciatasi alle spalle la mondanità moscovita, va ad arruolarsi in qualità di allievo ufficiale in un villaggio di frontiera dal quale si scorgono le alte cime innevate del Caucaso, roccaforte delle bellicose popolazioni circasse e cecene. Gradualmente, tra avventure di guerra e di caccia, Olènin viene attratto dalla vita semplice, sana e operosa degli abitanti, in netto contrasto con quella frivola e scioperata che era stata la sua. Inevitabile l'innamoramento con la bella Mar'janka che, benché promessa al giovane Lukaška, quando il giovane ufficiale le si dichiara, sembra accettare la sua proposta di matrimonio. Durante uno scontro a fuoco tra cosacchi e ceceni al quale egli partecipa come semplice spettatore, il rivale Lukaška viene gravemente ferito. Ritornato al villaggio, Olènin rivede Mar’janka, dalla quale però viene respinto. Purtroppo, nonostante i suoi tentativi, non è riuscito a integrarsi in quel popolo primitivo e istintivo: per tutti è rimasto l'aristocratico che non si capisce bene cosa ci stia a fare lì. Egli porta con sè inevitabilmente tutti i "difetti" dell'uomo e del mondo aristocratico da cui proviene. Durante la sua permanenza nel Caucaso, avvia delle riflessioni molto interessanti sul concetto di vivere: è meglio sacrificarsi solo per se stessi o anche per gli altri? Infine trovo davvero spettacolari i passaggi in cui Olenin ammira la bellezza della natura, che trova perfetta e al contempo irraggiungibile come la stessa Mar'janka. Non gli resta che farsi trasferire alla fortezza dov'è lo stato maggiore da cui dipende, il che equivale a lasciarsi riassorbire nella falsità del suo mondo di provenienza. Al momento di accomiatarsi, l'unico a salutarlo con vero rimpianto è il vecchio cacciatore Jeròška, che gli si era sinceramente affezionato. Tolstoj ci immerge in questo universo cosacco, comunicandoci il proprio entusiasmo sia per le espressioni vitali della gente, sia per le bellezze naturali della steppa. I cosacchi palpita delle tematiche più care allo scrittore, come quando contrappone città e natura e ravvisa nell'abbraccio con la seconda la possibilità per l'uomo di sublimarsi e aver placata la ricerca febbrile di uno scopo per cui vivere. Senonché l’amaro finale attesta l’impossibilità di raggiungere tale meta: almeno per un inquieto come lui, perennemente diviso tra pesantezze carnali e tensione spirituale. Le tradizioni popolari si possono ritrovare anche in altri due racconti, per la precisione in Polikuska e Cholstomer. Nel primo si evidenziano le dure condizioni di vita del popolo russo e della diffidenza nei confronti dello stato durante il reclutamento. Nel secondo, primeggia l'amore per i cavalli e la facilità con cui l'autore ne racconta ogni minimo dettaglio rende comprensibile il fatto che abbia davvero passato tanto tempo ad osservarli. Con Memorie di un pazzo, Tolstoj gioca con la coscienza del suo protagonista e come questa possa risvegliarsi. "Mi sentii un infame. Dissi che non potevo comprare quel fondo, perché la nostra convenienza sarebbe stata basata sulla povertà e il dolore di altre persone. Lo dissi, e improvvisamente mi illuminò la verità di ciò che avevo detto". Infine in Tre morti, in una manciata di pagine l'autore riproduce una parabola della vita che non può lasciare indifferenti.
[RECENSIONE A CURA DI SILVIARKI]
| Autore | Lev Nikolaevic Tolstoj |
| Editore | Garzanti Libri |
| Pagine | 448 |
| Anno edizione | 2019 |
| Collana | I grandi libri |
| ISBN-10(13) | 9788811609612 |
| Prezzo di copertina | 11,00 € |
| Categoria | Classico - D'ambiente - Storico |

