Clifford Donald Simak (03.02.1904 - 27.04.1988) fu un giornalista americano e scrittore di fantascienza. Nacque nel nord-est degli Stati Uniti (Wisconsin) da padre ceco e madre americana. Iniziò a studiare giornalismo dagli anni '30, iscrivendosi all'Università del Wisconsin. Tra gli anni '30 e '70, collaborò come giornalista con il Minneapolis Star and Tribune occupandosi di divulgazione scientifica e dal '37 al '50 divenne collaboratore della prestigiosa rivista di fantascienza Astounding Stories.
Clifford D. Simak diventò presto uno dei protagonisti della cosiddetta "Età dell'oro" (Golden Age) della fantascienza e sviluppò rapidamente un proprio stile personale.
Il suo primo romanzo Oltre l'invisibile fu pubblicato nel '51 e le sue restanti opere maggiori furono: Anni senza fine (City, '51), L'anello al sole o Mondi senza fine ('52), All'ombra di Tycho ('61), e La casa dalle finestre nere ('63).
Fatta eccezione per il suo primo romanzo, Clifford D. Simak appartiene alla corrente "fantascienza umanistica" (soft science fiction, in contrapposizione con la fantascienza tecnologica o hard science fiction), un genere che gli consentì di concentrarsi maggiormente sui sentimenti umani. Cercò inoltre di esprimere attraverso uno stile poetico, filosofico e sentimentale le preoccupazioni e i dubbi morali che assillano l'essere umano in un mondo in trasformazione. Si tratta di una scrittura "gentile", "pastorale" e secondo il noto scrittore Asimov "semplice e immediata, assolutamente limpida."
Per convincersene, sarà sufficiente accostarsi al suo secondo romanzo Anni senza fine (City, '52), vincitore nel '53 del prestigioso premio International Fantasy Award. Il romanzo è una raccolta di otto racconti pubblicati in anni diversi sulla rivista di fantascienza Astounding Science Fiction. I primi quattro furono pubblicati nel '44, il quinto e il sesto nel '46, il settimo nel '47 e l'ottavo nel '51.
In seguito alla morte di John W. Campbell, caporedattore della rivista Astounding Stories, Clifford D. Simak, insieme ad altri scrittori di fantascienza, decise di scrivere un racconto per onorarne la carriera; il nostro romanziere redasse un epilogo che aggiunse ad Anni senza fine.
A collegare e unire tra loro gli otto racconti fiabeschi ambientati in una civiltà Canina sono le note di un editore-commentatore (esegeta). Ci spiega sin dalle prime righe che i Cani narrano queste storie di sera ai propri cuccioli "quando il fuoco arde nel camino e il vento soffia da nord."
Attraverso queste fiabe che si dilatano nel tempo, Clifford D. Simak ci trasporta da una civiltà Umana a una civiltà Canina. Lo fa trattando - in un periodo dominato dalla Guerra Fredda - temi a lui cari, come la religione, la robotizzazione, la vita in società, l'individualismo e, non ultimo, il raggiungimento della pace nella società. A questo proposito, farà dire a uno dei suoi protagonisti, il robot Jenkins: "I Cani non devono mai conoscere l'esistenza dell'uomo."
Infine, egli stesso rivelò alcuni anni dopo: "Ho scritto questa serie perchè provavo disgusto per i massacri e per protestare contro la guerra [...] Desideravo creare il mondo così come, secondo me, avrebbe dovuto essere: intriso di gentilezza, di dolcezza e di coraggio che reputavo necessari in questo mondo. [...] I robot e i cani creati da me sono le persone con cui mi sarebbe piaciuto vivere. Tutto qui; doveva trattarsi di robot e di cani, poiché gli esseri umani non erano quel genere di persone.”
Fonte: Wikipedia
(articolo a cura di Francesca Blache)
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