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Nel variegato e molteplice mondo degli scrittori di viaggio, uno degli autori più importanti è Paolo Rumiz. Giornalista e scrittore triestino, territorio dove nasce ma anche terra di confine, che tanto influenzerà i suoi scritti.

Importante editorialista, dapprima al Piccolo di Trieste e in seguito a La Repubblica, avrà modo di confrontarsi con la brutalità dei conflitti lavorando come inviato in zone difficili, seguendo la guerra civile jugoslava e tutte le successive battaglie che violenteranno quasi per intero la vasta area balcanica, e poi come inviato di guerra in Afghanistan, altro territorio profondamente martoriato da decine di anni di conflitti.
All'attività di giornalista, nel tempo affiancherà quella di narratore di viaggio, sia pubblicando libri nei quali scriverà dei viaggi affrontati nel corso degli anni, sia come reporter di viaggio, narrando in forma di reportage per conto del suo quotidiano di riferimento: attività che, con il passare degli anni, da complementare assumerà un carattere sempre più predominante, portandolo a diventare a tutti gli effetti un viaggiatore/scrittore, non solo per conto di testate giornalistiche ma anche da indipendente.

Lo spirito con cui intraprenderà i viaggi sarà sempre lento e riflessivo: utilizzerà svariati mezzi di trasporto e in tante occasioni sarà affiancato da amici viaggiatori con i quali condividerà le esperienze affrontate. Pur non allontanandosi quasi mai dall'Europa, visiterà territori di confine e di frontiera, lontani da ogni meta turistica, imbattendosi e confrontandosi con tematiche sociali e culturali profondamente differenti. Incontrerà e dialogherà con innumerevoli persone, immergendosi, per quanto possibile, nei luoghi che attraverserà e nella loro più intima natura. Ogni viaggio si trasformerà in un'esperienza unica, mai uguale alle precedenti e sempre fonte di articoli di viaggio che pubblicherà come reportage o descriverà nei libri. La sua natura di viaggiatore lo porterà ad utilizzare vari mezzi di trasporto, che saranno il tramite più diretto per confrontarsi con lo spirito più intimo dei territori che attraverserà e visiterà.

Viaggiando in treno pubblicherà inizialmente due lunghi reportage: È Oriente, viaggio da Berlino ad Istanbul, e L'uomo davanti a me è un Ruteno, viaggio da Trieste a Kiev (1999-2000); poi L'Italia in Seconda Classe (2002), dove percorrerà 7.480 km lungo le ferrovie secondarie italiane, prendendo come riferimento la lunghezza dei km della mitica ferrovia Transiberiana; Trans Europa Express (2012), dove descriverà i circa 6.000 km che separano Rovaniemi in Finlandia da Odessa in Ucraina, viaggiando da nord a sud lungo il confine orientale europeo.
Camminando pubblicherà: A piedi (2012), in cui partendo da Trieste percorrerà tutta l'Istria e i territori limitrofi; Appia (2016), da Roma a Brindisi, camminando lungo l'antica via consolare costruita due millenni fa dai Romani e andando alla riscoperta delle tracce di questa strada quasi del tutto scomparsa, anche nel tentativo di valorizzarla e farla riscoprire ai tanti camminatori che potrebbero ripercorrere questo affascinante itinerario.
Pedalando scriverà: Dove stiamo andando (1998), da Trieste a Vienna, in compagnia del figlio; Capolinea Bisanzio, (reportage del 1999) partendo da Gorizia e scendendo lungo la fascia adriatica fino al Salento; Da Trieste al Gavia (reportage del 2001), percorrendo le Alpi, le sue strade e le sue affascinanti salite, molte delle quali entrate nell'immaginario del popolo della bicicletta; Tre uomini in bicicletta (2002), viaggio da Trieste a Istanbul percorrendo oltre 2.000 km nei territori balcanici fino alla Turchia.
Sfruttando le vie d'acqua: navigherà lungo il Danubio, in battello, partendo da Budapest e arrivando fino al confine della Romania (reportage del 2000); in barca a vela da Venezia a Lepanto (reportage del 2004) ritracciando le rotte percorse dagli antichi commercianti della Repubblica Serenissima di Venezia; Morimondo (2013), navigando lungo il Po, dove incontrerà e dialogherà con tantissimi personaggi: donne e uomini del fiume che lungo il fiume vivono e lavorano.
Guidando una Fiat Topolino del 1953, scriverà La leggenda dei monti naviganti (2007), percorrendo circa 8,000 km dalla Dalmazia fino in Calabria, scendendo lungo la dorsale appenninica transitando esclusivamente lungo strade secondarie con un mezzo a motore di altri tempi.

Tanti sono poi i libri e i reportage che parlano di viaggi che affronta con vari mezzi: È Oriente (2003), che comprende sei racconti di viaggi intrapresi lungo le Alpi, nel Salento, a Vienna, lungo il Mar Nero e il Danubio; Gerusalemme perduta (reportage del 2005), viaggiando da Torino fino a Gerusalemme; L'Italia sottosopra (2009), nel quale percorre l'Italia da Sud a Nord con vari mezzi attraverso le linee geologiche italiane, descrivendo l'estrema fragilità idro-geologica del nostro territorio e annesse deturpazioni e croniche indifferenze; La dimora del vento (reportage del 2001), viaggio in Italia cercando, visitando e narrando di città morte, fabbriche dismesse, miniere abbandonate, segni di archeologie contemporanee e industriali; Il filo infinito (2019), viaggio tra monasteri dall'Atlantico al Danubio.

Sicuramente, per chi ama l'Italia e l'Europa, tanti sono gli spunti che possono trovarsi seguendo Rumiz, anche al fine di capire più nel profondo le realtà multiculturali e sociali che ci circondano. Interessante anche la doppia struttura letteraria con la quale si cimenta: pubblicando libri, per chi li preferisce, o scrivendo lunghi reportage a puntate, che diventano una sorta di diario giornaliero, coinvolgendo anche i lettori di quotidiani che magari non si avventurano molto nell’affascinante mondo dell'editoria libraria.

(articolo a cura di Alessandro Furlani)

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