
La letteratura di viaggio è un mondo variegato che racchiude sotto un'unica voce diversi stili, forme narrative, tipologie di viaggio da affrontare, percorsi da intraprendere, luoghi da visitare. In questo semplice articolo proverò ad elencare alcuni libri che parlano di viaggi in Italia, interpretati in modo alternativo, legando le enormi possibilità che il nostro territorio offre ad una visione parallela ed interessante del viaggio.
Questa piccola e sommaria ricerca narra di autori che hanno viaggiato con in testa itinerari personalissimi e partendo da spunti molto particolari. Viaggi veri, ma che si spingono molto anche nella narrazione della cultura e nell'anima del nostro popolo.
Partiamo da un maestro: Pier Paolo Pasolini, che nel 1959 scriverà La lunga strada di sabbia, viaggio intrapreso con una Fiat Millecento. Partirà da Ventimiglia per scendere fino a Palmi, il comune siciliano più meridionale, e poi risalire lungo la costa adriatica fino a Trieste. Il libro nasce come reportage commissionato dalla rivista "Successo", e sarà un viaggio di mare, di spiagge e località marine, intrapreso lentamente, fermandosi spesso a parlare e dialogare con tantissimi amici che incontrerà lungo il suo tragitto. Luoghi commentati in modo poetico ed emozionale e con occhio da regista, quale era Pasolini, inquadrando il tutto alla luce di quella che era l'Italia della fine degli anni '50.
Passerà e scriverà anche della spiaggia di Ostia, dove verrà poi assassinato il 2 novembre del 1975.
Questo itinerario sarà ripercorso quarant'anni dopo dal fotografo Philippe Séclier, che ricostruirà il viaggio di Pasolini pubblicando, con la casa editrice Contrasto, una nuova edizione de La lunga strada di sabbia integrata dal reportage fotografico di tutti i luoghi visitati nel 1959 e da alcuni stralci delle bozze preparatorie e di appunti presi direttamente da Pasolini.
Altro libro di viaggi erranti è Un viaggio in Italia (1983) di Guido Ceronetti, eccezionale ed eclettico autore che fu anche filosofo, poeta, drammaturgo, giornalista, traduttore ed altro, che decise di percorrere l'Italia errando per circa due anni senza mete e senza orizzonti: da Nord a Sud viaggerà a piedi, in treno, in corriera, portandosi in valigia i libri degli scrittori che più ama. Lo scrivere è sincopato, strappato, descriverà di tutto e di quello in cui si imbatterà senza un apparente filo conduttore: attraverserà città e paesi, piazze e monumenti, visiterà cimiteri, carceri, ospedali psichiatrici, caserme e tantissimi spazi comuni. Sarà quasi un taccuino di viaggio sul quale annoterà anche citazioni trovate sui muri, ascoltate parlando con la gente, insegne dei negozi e tutto quanto gli passa davanti agli occhi, affiancandolo ai propri pensieri, inserendo considerazioni tratte da testi letterari e filosofici, e quanto la sua mente gli suggerirà in qualche specifico momento.
Francesco Piccolo con L'Italia spensierata (2007), viaggio dentro l'Italia e tra la gente comune, cerca di capire come tante persone vogliano investire il proprio tempo partecipando a trasmissioni televisive, affidare le proprie passioni cinematografiche ai cinepanettoni, mettersi in coda per esodi vacanzieri intasando autogrill, quasi come fossero un miraggio di libertà, affollare non luoghi di tutti i tipi: centri commerciali, aeroporti, grandi stazioni. Francesco Piccolo viaggia metaforicamente alla scoperta di un paese e di quell'italiano medio che identifica etichettando precisi gruppi umani.
Franco Artimino, scrittore paesologo, con il suo Geografia commossa dell'Italia interna (2013), racconta i tantissimi paesi italiani che incontra nei suoi cammini. Descrivendo minimi particolari, incontri con persone, cose, oggetti, flora e fauna, la luce dei paesaggi con tutte le varie sfumature, i colori delle terre attraversate, il tutto alla scoperta di un'Italia decentrata, lontana dalle rotte turistiche, lavorative, di massa.
Di Antonio Pascale, Non è per cattiveria – Confessioni di un viaggiatore pigro (2006), scritto con l'istinto del viaggiatore, non segue lo schema delle guide, dei diari, dei resoconti. Un piccolo zaino e via, alla ricerca di strade, socializzando con chi si incontra, viaggiando e visitando l'Italia, soprattutto del sud, con poco spirito di avventura e molta domesticità.
Con Paolo Merlini impariamo L'arte del viaggiatore lento: a spasso per l'Italia senz'auto (2012). Anche qui l'autore viaggia errando per la penisola, utilizzando mezzi pubblici, andando a piedi o in bicicletta. L'autore afferma che la passione per la narrativa di viaggio e per i mezzi pubblici lo ha trasformato in un passeggero errante. Nel libro, ricco di guide, indicazioni e suggerimenti per muoversi nella galassia sfilacciata dei mezzi pubblici, traccia anche una analisi della rete dei trasporti pubblici locali, e racconta di come con questi si riesca comunque a raggiungere (con pazienza) qualsiasi angolo del nostro territorio, e si abbia la possibilità di entrare in contatto, parlare ed ascoltare chi viaggia a vario titolo utilizzando i mezzi pubblici.
Alida Ardemagni ci regala Io viaggio con te. Giro d'Italia in coppia (2016), guida per piccole ed originali fughe di coppia, tenendosi lontani da centri benessere, terme, mete turistiche di massa, raccontando invece siti minori e poco conosciuti ma ricchi di suggestioni e sorprendentemente romantici, originali e molto diversi tra loro. Un bel mix di passione, cultura, originalità e complicità.
Enrico Menduni pubblica Andare per treni e stazioni (2016), viaggio in Italia attraverso il treno e le sue stazioni. Nell'itinerario scelto, la tratta Roma-Napoli (la vecchia linea e non l'alta velocità), l'autore racconta la storia di ogni stazione, di come erano e di come sono diventate e si sono trasformate nel tempo. L'autore inserirà citazioni tratte da racconti, romanzi, poesie e film che hanno parlato di treni e delle relative infrastrutture, stazioni, passaggi a livello, territori attraversati. Viaggio che si concluderà presso il museo storico ferroviario di Pietrarsa a Napoli.
Di Devis Bellucci è Guida ai luoghi geniali (2019), testo particolare che indica oltre 100 tra musei, parchi tecnologici, orti botanici, vecchie miniere, acquari, centrali idroelettriche sparse per tutta l'Italia, e rivolto soprattutto a chi ha la curiosità di conoscere il mondo che ci circonda, spaziando tra le numerosissime possibilità spesso nascoste nel nostro territorio.
Con La teoria dei paesi vuoti (2019), viaggio tra i borghi abbandonati di tutta la nostra penisola, Mauro Daltin descrive paesi oramai perduti e sospesi in un passato più o meno lontano, viaggiando all'interno di queste case vuote, dove la vita si è fermata spesso all'improvviso, leggendone i segni e i racconti che ancora si possono intuire da quanto rimasto.
Altro libro sullo stesso stile è quello di Robin Brinaert: Italia abbandonata (2018). Anche lui va a caccia di architetture oramai dismesse accompagnato dalla sua macchina fotografica. Un viaggio per l'Italia tra ville oramai fatiscenti e abbandonate da anni, manicomi chiusi, vecchie sale cinematografiche in disuso e tantissimi altri luoghi oramai fantasmi di quello che furono. Libro che suscita una profonda malinconia di cose perdute nel tempo, ma che hanno lasciato la loro impronta, con una domanda che è il filo conduttore di questo libro: perché lasciare andare in rovina tanta bellezza?
Giuseppe Pulina con Guida filosofica dell'Italia (2018) ripercorre e descrive i luoghi vissuti dai grandi filosofi del passato in Italia, e quanto le bellezze, soprattutto monumentali, li abbiano affascinati ed impressionati, raccontandone le suggestioni trasferite nei loro scritti nate da queste visite.
In ultimo, mi piacerebbe segnalare il libro di Giulio Ferroni, L'Italia di Dante (2019). Qui l'autore propone un viaggio attraverso i luoghi citati nella Divina Commedia. Da nord a sud, dalle alpi fino alla Sicilia, un percorso attraverso la storia, la cultura e l'arte, rileggendo Dante in chiave attuale e ritrovando luoghi di profonda bellezza e ricchezza, oramai dimenticati e lontani dalle più comuni mete turistiche.
(articolo a cura di Alessandro Furlani)
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