Il giovane Riccardo Invernizzi esordisce nel 2018 con il suo primo romanzo intitolato La Febbre Virale (Edizioni NTP), esperienza editoriale che metterà a confronto e in contrasto due generazioni differenti: quella di ieri e quella di domani. A due anni dalla prima pubblicazione l'autore ci propone un romanzo diverso, innovativo, contemporaneo dal titolo "Arresta il sistema (ma non salvare le modifiche)" (Società editoriale Media Lomellina) preordinabile su Amazon dal 24 ottobre 2020. Una narrazione avvincente, radicata in questo difficile 2020, in cui non mancano spunti di riflessioni su svariati temi di attualità: corruzione, politica, salute mentale e fisica, vizi e virtù, luoghi comuni e rapporti sentimentali. Una storia dinamica, feroce e imprevedibile con un finale sorprendente che vi lascerà senza parole.
Giorgia: Nella premessa dell'autore ti poni l'obiettivo di scrivere per non dimostrare l'età che hai. Da dove arriva questa esigenza?
Riccardo: Questa esigenza arriva dalla voglia di comunicare. Forse sarebbe stato più facile se avessi intrapreso un percorso convenzionale, ovvero scrivendo una storia che parte male e finisce bene. In realtà il mio percorso nasce dalla voglia di parlare alla contemporaneità, di contemporaneità, quindi prendere anche le cose che non vanno, i sistemi che non funzionano e di farlo attraverso questo percorso comunicativo che mi viene da dentro. L'obiettivo è parlare di cose che mi bruciano, che voglio denunciare e testimoniare e quindi, in un certo senso, di provocare. Questa provocazione del non voler dimostrare l'età che ho sta nel fatto che non voglio fare il ventenne che si adatta alla situazione ma colui che prova a parlare della situazione, a ragionare e a comunicarla a modo suo, intraprendendo un progetto che denunci e analizzi questo sistema e che poi faccia riflettere e discutere sui temi trattati. Questo è il messaggio e il percorso che ho inteso intraprendere.
Giorgia: Nel libro sei riuscito a prendere e a mescolare due generi completamente antitetici: la satira e il giallo. Quanto giallo c'è nella satira e quanta satira c'è nel giallo?
Riccardo: Sì, hai detto bene. Ci sono due generi letterari differenti, antitetici, insolitamente uniti, ovvero il giallo e la satira. C'è parte del giallo nella satira ma soprattutto c'è tanta satira nel giallo. Direi che c'è più satira nel giallo. La storia gialla fa da sfondo, dove i personaggi agiscono, dove ogni personaggio immerso nel giallo è pedina del sistema e quindi attraverso il filtro dei personaggi si analizza il sistema che circonda l'uomo contemporaneo. Accanto al giallo c'è la satira. Una satira che parte dalle vicende gialle, da riflessioni a parte ma collegate alla storia satirica. Ci sono anche dei paesaggi del giallo in cui si ritrova una vera e propria satira. Un esempio è quando nel romanzo si parla di politica: i personaggi nella storia gialla sono essi stessi riproposti satiricamente, diventano dei tipi umani, stereotipi di una certa italianità che alle volte viene schernita. Sicuramente questi due generi si contaminano l'uno con l'altro.
Giorgia: Dalle pagine del tuo romanzo traspare innegabile un forte interesse per la politica, o perlomeno, un forte interesse da parte dal narratore. Quanto il sistema politico raccontato ha influenzato lo sviluppo delle dinamiche di questo racconto?
Riccardo: Sì, sicuramente la politica è uno dei temi predominanti all'interno della storia. Quando parlo di sistema e quando parlo di satira di sistema immersa nel giallo parlo di virtuale, parlo di relazioni sentimentali, parlo di vizi e virtù, parlo dei luoghi comuni ma parlo soprattutto di politica. La politica compare negli affari in cui sono coinvolti alcuni personaggi, in parte del sistema, compare anche in Filippo Serra il giovane che s'interfaccia al mondo politico e che mi è servito come pedina per descrivere quella che è la vita politica di un giovane e in genere quelle che sono le difficoltà che può in contrare un giovane. Sicuramente il sistema politico è uno dei sistemi predominanti di Arresta il sistema, uno dei maggiormente descritti con particolare dovizia e sicuramente le dinamiche raccontate sono influenzate dal sistema politico. È chiaro che avendo questo ruolo così predominante la politica è fondamentale per l'evolversi dalla storia. La maggior parte delle vicende partono proprio da qui.
Giorgia: Nel corso del tuo racconto tocchi temi delicati nonché attuali: salute mentale, vizi e virtù, corruzione, usi e costumi, luoghi comuni fino all'arrivo di un virus che ha travolto il mondo in pochi mesi. A quali di questi ti senti sensibilmente vicino?
Riccardo: In realtà mi sento vicino un po' a tutti. Nel senso che ho voluto descriverli tutti con particolare attenzione e cura proprio perché secondo me sono tutti temi che fanno parte della nostra contemporaneità. Vizi e virtù di una certa italianità, luoghi comuni, usi e costumi ma anche corruzione, nonché il coronavirus che è quanto meno un argomento contemporaneo e attuale. Sono tutti temi a cui mi sento molto vicino. Siamo tutti figli di questa contemporaneità, nel bene e nel male e quindi ho cercato di raccontarla tutta. La mia idea è quella di non dare uno sfondo vuoto alla storia. Quella raccontata è una storia in cui il lettore può immedesimarsi però è importante che traspaia che i personaggi non hanno luogo in uno sfondo vuoto ma che hanno luogo in questo preciso sistema che dà anche il titolo al libro. Sono, per tutti questi motivi, sensibilmente vicino a questi temi che ho descritto proprio perché fanno parte di una contemporaneità che volevo comunicare e che volevo descrivere.
Giorgia: Quanto c'è di Riccardo in questo racconto?
Riccardo: C'è una buona parte di Riccardo in questo racconto. Penso che, in generale, in ogni progetto editoriale ci sia una buona parte del suo autore. Per farti un esempio pratico, all'inizio del libro ci sono tre sintagmi ben precisi: tachicardia, attacchi di panico, senso di vuoto. Io ho sofferto di attacchi di panico in passato e ho voluto che il libro iniziasse proprio così, con uno spaccato personale. Volevo che quello fosse l'inizio del mio libro. Chiaramente nel corso del romanzo ci sono delle emozioni, dei sentimenti, degli stati d'animo che io stesso ho vissuto. È chiaro che non tutto il sistema mi ha visto protagonista, non in tutti i personaggi c'è Riccardo. Ci sono sicuramente dei chiari rimandi a stati d'animo vissuti in prima persona. C'è sicuramente qua e là nelle storie del libro una buona parte di me stesso.
Giorgia: Il capitolo finale che corona questa tua seconda esperienza letteraria è sorprendente, inaspettato, denso di numerosi spunti di riflessione. Ma tutto ha un prezzo: è forse arrestare il sistema senza salvare le modifiche il prezzo più alto da pagare?
Riccardo: Si dice che ogni libro abbia la sua acme, la sua montagna di potenzialità. La mia acme risiede volutamente nel finale. Il libro inizia un po' in sordina, con una descrizione che si apre alle varie sfaccettature del sistema. Il narratore, nel frattempo, non si rivela al lettore, rimane ignoto. Lo farà solo alla fine del racconto, dopo aver giocato con il lettore e ad aver architettato il racconto con estremo rigore. Per questa ragione quest'ultima parte del romanzo è sorprendente e spiazzante. Il mio artificio letterario vorrebbe che al lettore rimanesse ignoto il narratore e lo scoprisse attraverso meraviglia. La visione finale è una visione che porta al lettore stesso il giudizio sul fatto che questo sistema in arresto abbia in sé delle ammaccature. Il lettore stesso, alla luce di tutto il racconto, deve capire cosa s'intenda per "arrestare il sistema", cosa sia questo sistema in arresto, quale sia l'illustrazione di questo sistema in arresto e il fatto che la visione che il narratore gli lascia sia una visione abbastanza definita e definitiva. Tutto ha un prezzo sicuramente. Alla luce di tutto, il sistema è ben delineato e per questa ragione sarà il lettore a dover cogliere l'essenza profonda del messaggio finale: "Arresta il sistema ma non salvare le modifiche".
Giorgia: Perché le nuove generazioni dovrebbero leggere il tuo romanzo?
Riccardo: Penso che sia le nuove che le vecchie generazioni di lettori debbano avvicinarsi a questo romanzo perché è un romanzo che parla di contemporaneità e lo fa parlando alla contemporaneità. La mia idea è: nel momento in cui c'è un giovane che non legge o un anziano che non ama la lettura, non abbandoniamoli a loro stessi, proviamo a far diventare questa carta alla portata di tutti e facciamolo parlando di contemporaneità. Parlando di temi d'interesse collettivo. Si tratta ovviamente di una sfida complicata. L'obiettivo è coinvolgere chi leggi poco o niente parlando di temi attuali a loro cari. È una sfida che ho voluto cogliere e percorrere. Possiamo cambiare la storia solo interessandoci ad essa. L'invito è questo: leggere, studiare e confrontarsi sulla nostra contemporaneità.
(articolo a cura di Giorgia Ruzzene)
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